È stato uno dei primi Paesi europei a finire in crisi. E ad avere bisogno di un salvataggio. Ai tempi la «I» di Irlanda era inserita nell’acronimo Pigs (o Piigs), cioè nel gruppo di Paesi in crisi. Ma da allora molta acqua è passata sotto il ponte. E ieri anche l’Irlanda è entrata nel gruppo di Paesi che possono vantare rendimenti negativi anche sui titoli di Stato decennali. Alla fine hanno chiuso a 0,034% (dunque poco sopra zero), ma per qualche momento sono stati in negativo.
Nello stesso giorno è sprofondato sotto zero anche il rendimento dei titoli di Stato olandesi di durata trentennale: chi li compra oggi, insomma, incasserà un rendimento negativo per i prossimi trent’anni. Destino che è ancora più clamoroso per chi acquista titoli di Stato tedeschi: da venerdì scorso sono tutti sotto zero. Tutte le scadenze. Il Bund trentennale tedesco proprio ieri ha segnato il suo minimo storico di rendimento, a -0,066%. Mentre il decennale si è assestato sul -0,517%.
Il motivo di questo mondo rovesciato è legato alla politica monetaria ultra-espansiva, all’incertezza globale che favorisce gli acquisti rifugio e – ieri – alle tensioni Usa-Cina. La Banca centrale europea dovrebbe tagliare i tassi d’interesse sui depositi (già ora sotto zero) e varare – almeno così il mercato si aspetta – un nuovo quantitative easing: cioè un nuovo programma di acquisti di titoli di Stato. Questo già da solo spinge gli investitori a comprare titoli di Stato, anche se hanno rendimenti negativi: perché – in prospettiva – i loro tassi d’interesse potrebbero scendere ulteriormente, facendo salire i prezzi. A questo si aggiunge l’incertezza globale: ieri l’escalation di tensioni tra Stati Uniti e Cina (con i primi che hanno varato nuovi dazi alle importazioni cinesi e la seconda che ha svalutato lo yuan per rendere i propri prodotti più convenienti) ha fatto cadere le Borse e ha fatto scattare la corsa ai beni rifugio. Così anche quei rendimenti negativi diventano appetibili.
Resta solo una nota stonata in Europa. L’Italia: i rendimenti scendono anche da noi (non ieri però), ma attualmente i decennali rendono ancora l’1,57% (chiusura di lunedì 5 agosto). Cioè più di tutti i rendimenti decennali dei Paesi dell’eurozona messi insieme, Grecia ovviamente esclusa.
Fonte: IlSole24Ore – https://www.ilsole24ore.com/art/trent-anni-senza-rendimenti-il-paradosso-titoli-stato-ACQs0Nd