Ue, Patto sospeso fino al 2023, anche sostegno pubblico resta

La Commissione Ue raccomanda di tenere il Patto di Stabilità sospeso anche nel 2022, e di proseguire con il sostegno pubblico all’economia fino al 2023.

“Le indicazioni preliminari suggeriscono di continuare ad applicare la clausola di salvaguardia nel 2022 e di disattivarla a partire dal 2023”, scrive Bruxelles nella sua comunicazione sull’orientamento di bilancio.

Inoltre, Bruxelles mette in guardia dal ritiro prematuro del sostegno pubblico, “che dovrebbe essere mantenuto quest’anno e il prossimo”.

“C’è speranza all’orizzonte per l’economia dell’Ue, ma per ora la pandemia continua a danneggiare persone ed economia. Per attutire questo impatto e per promuovere una ripresa resiliente e sostenibile, il nostro messaggio chiaro è che il sostegno fiscale dovrebbe continuare per tutto il tempo necessario”: lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, presentando la comunicazione sull’orientamento di bilancio del prossimo periodo. Dombrovskis invita i governi a sfruttare il Recovery fund, che dà “una possibilità unica di sostenere l’economia senza appesantire i conti pubblici.

 

Fonte: ANSA – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/03/03/uepatto-sospeso-fino-al-2023-anche-sostegno-pubblico-resta_ba1aee17-8bb3-4167-a37b-5e41024633d1.html

Ue a Italia, bilancio sostenga ripresa anche in 2021

“Le politiche di bilancio devono continuare a sostenere la ripresa in tutto il 2021”, e “alla luce dell’incertezza” Il Patto resta sospeso anche l’anno prossimo. “Quando le condizioni economiche lo consentiranno, sarà tempo di perseguire politiche mirate ad ottenere posizioni di bilancio prudenti nel medio termine”: lo scrivono il vicepresidente Valdis Dombrovskis e il commissario Paolo Gentiloni in una lettera all’Italia. I responsabili dell’economia hanno inviato lettere a tutti i Paesi Ue per guidarli nella stesura delle finanziarie 2021.

La legge di bilancio 2021, scrivono ancora, “deve tenere il più possibile in considerazione l’attuazione delle riforme e degli investimenti previsti” dal Recovery fund, e a novembre, in sede di valutazione delle leggi di stabilità, “la Commissione presterà particolare attenzione alla qualità delle misure di bilancio prese e pianificate, per attutire l’impatto della crisi, sostenere la ripresa e rafforzare la resilienza, tenendo in considerazione la sostenibilità. La valutazione coprirà il possibile impatto delle garanzie fornite dal governo”.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/09/22/ue-a-italia-bilancio-sostenga-ripresa-anche-in-2021_9c2c7b64-244b-45e3-93ce-098e1ab33bb1.html

Recovery Fund: raggiunto un accordo

I leader europei hanno raggiunto lo storico accordo sul Recovery Fund ed il Bilancio Ue 2021-2027 al termine di un negoziato record durato quattro giorni e quattro notti. Si tratta del summit più lungo della storia dell’Unione Europea. Il Recovery Fund ha una dotazione di 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi di sussidi. Il bilancio è stato fissato a 1.074 miliardi.

Conte: “Con 209 miliardi l’Italia può ripartire con forza” – “Avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre”, le parole del premier Giuseppe Conte. “Siamo soddisfatti: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo – ha continuato -. Abbiamo conseguito questo risultato tutelando la dignità del nostro Paese e l’autonomia delle istituzioni comunitarie”.

Il Recovery fund “è la priorità e spero possa contribuire a distrarre l’attenzione morbosa attorno al Mes”, ha detto Conte in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo.

Gentiloni: “Recovery la decisione più importante dopo l’Euro” – “Il vertice infinito è finito con un’intesa”. Quella sul piano NextGenerationEu “è la più importante decisione economica dall’introduzione dell’euro”. Lo scrive in un tweet il commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni. “Per la Commissione che ha proposto il piano, comincia la sfida più difficile. L’Europa è più forte delle proprie divisioni”.

Soddisfatti i leader europei per l’accordo sul Recovery Fund – “L’abbiamo fatto. Ci siamo riusciti. L’Europa è solida, è unita. E’ stato difficile”, le parole del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “L’Europa ha ora la possibilità di uscire più forte dalla crisi”, dice la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Parla di “buon segnale” all’Europa la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, mentre il presidente francese, Emmanuel Macron, ha evidenziato le “conclusioni storiche” di un “vertice difficile” con “visioni diverse dell’Europa”.

Fonte: https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2020/07/18/consiglio-ue-braccio-di-ferro-frugali-accordo-conte-merkel-rutte_14bf6ab3-8b8e-4a9e-b6b7-fe44e5162953.html

Fmi, il Pil dell’Ue calerà del 9,3% nel 2020

Il prodotto interno lordo dell’Unione Europea calerà del 9,3% nel 2020 per crescere del 5,7% nel 2021. Lo prevede il Fondo monetario internazionale (Fmi), sottolineando che il pil tornerà “ai livelli del 2019 solo nel 2022”. Per diversi paesi Usa la strada della ripresa sarà più difficile che in altri e molto dipende dalle condizioni cui cui sono scivolati nella crisi del coronavirus. “Le forti divergenze nelle condizioni iniziali si tradurranno probabilmente in una ripresa disomogenea a livello europeo”, spiega Poul Thomsen del dipartimento Europea dell’Fmi.

L’economia europea continua ad aver bisogno di aiuto: “il sostegno di bilancio resta vitale” ma con il passare del tempo le risorse “diventeranno risicate” e per questo “è il momento di guardare avanti e rivalutare come meglio usare il limitato spazio di bilancio”. Lo afferma Poul Thomsen del Dipartimento europeo dell’Fmi.Fmi

Gli obiettivi per l’Europa sono due: salvare vite umane e “assicurarsi che l’Europea emerga con un’economia più verde e sicura per il lungo termine, una in cui le generazioni future possano prosperare”.

Per far fronte al coronavirus e ai suoi effetti sull’economia in Europa c’è bisogno di una “azione comune dell’Unione Europea”con fondi concentrati sui paesi più colpiti o quelli con spazio di bilancio così da avere risultati migliori per il mercato unico ha aggiuntoThomsen sottolineando che è vitale che l’azione serva come “catalizzatore e non come sostituto per le riforme strutturali”.

La politica monetaria in Europa deve restare “altamente accomodante”, con tassi “straordinariamente bassi e acquisti di asset che guardino implicitamente agli spread” ha precisato Thomsen secondo il quale le autorità devono assicurarsi che il flusso del credito all’economia continui. “Per ora molte banche europee hanno il capitale e la liquidità necessaria”, aggiunge Thomsen avvertendo comunque che la situazione potrebbe cambiare.

Per Thomsen infine “i paesi europei con elevato debito sono quelli che faranno le spese dell’impatto sociale” degli effetti del coronavirus sull’economia. “Per decenni diversi diversi paesi hanno visto il loro con elevato debito aumentare in periodi difficili e stabilizzarsi, ma non calare, in periodi buoni”, mette in evidenza Thomsen. Questo mostra debolezza nell’affrontare “mancanze strutturali che sia per rigidità istituzionale o insufficiente volontà politica.
Questo si è tradotto in un’elevata disoccupazione ed emigrazione, soprattutto fra i giovani”.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/07/13/fmi-il-pil-dellue-calera-del-93-nel-2020_eff62367-e0f6-4074-8138-bcdff58ab249.html

La Bce: ‘Crollo record del Pil. Pronti a fare quanto serve’

La crisi pandemica, che ha arrestato gran parte dell’attività economica, provocherà una caduta del Pil dell’Eurzona compresa fra -5 e -12%: “con la graduale rimozione delle misure di contenimento, si verificherà una ripresa dell’attività economica, la cui rapidità e portata restano tuttavia fortemente incerte”. Lo scrive la Bce nel Bollettino economico.

Gli acquisti di debito con il programma per l’emergenza pandemica (Pepp) “continueranno ad essere effettuati in maniera flessibile nel corso del tempo” e “finché il Consiglio direttivo non avrà ritenuto conclusa la fase critica legata al coronavirus”. Lo scrive la Bce. Il Consiglio “ribadisce il massimo impegno a fare tutto ciò che sarà necessario nell’ambito del proprio mandato per sostenere tutti i cittadini dell’area dell’euro in questo momento di estrema difficoltà”.

Nel primo trimestre del 2020, interessato solo in parte dalla diffusione del virus, il PIL dell’Eurozona ha segnato -3,8% e gli indicatori e e indagini congiunturali segnalano “una contrazione senza precedenti”. I dati di aprile suggeriscono che “tale effetto sarà probabilmente persino più grave nel secondo trimestre”.

“Il deterioramento degli indicatori dei consumi è senza precedenti”: lo scrive la Bce a proposito degli effetti della pandemia e dei lockdown sull’attività economica dell’Eurozona. “Lo shock provocato dal COVID-19 – scrive la Bce nel Bollettino economico – ha prodotto un effetto diretto attraverso il razionamento di diverse componenti di spesa. Gli effetti indiretti dovrebbero concretizzarsi attraverso l’impatto sul reddito, sulla ricchezza e sull’accesso al credito. Inoltre, la domanda repressa può avere un impatto positivo una volta revocate le misure di contenimento. L’impatto nel medio periodo sui consumi privati dipende dalla durata dei lockdown, dal ritmo di allentamento delle misure, dai cambiamenti del comportamento delle famiglie e dall’efficacia delle politiche pubbliche”.

Ft, necessaria procedura infrazione contro Germania  – “L’Ue deve agire contro la minaccia sollevata dalla corte tedesca”. Lo scrive il Financial Times in un editoriale non firmato a pag. 16 che sostiene la necessità di avviare una procedura d’infrazione contro Berlino. La sentenza della Corte costituzionale tedesca della settimana scorsa, che ha messo in dubbio la legittimità dell’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, mette “a repentaglio l’intero ordinamento giuridico dell’Ue”, si legge. L’editoriale sottolinea che “i giudici tedeschi hanno scelto di ignorare gli obblighi del trattato” dell’Unione e la sentenza equivale a “una dichiarazione unilaterale d’indipendenza costituzionale dall’ordinamento giuridico dell’Ue”. Il pericolo sarebbe anche l’incoraggiamento ad altri Paesi a sfidare la Corte Ue. La Polonia, ad esempio, ha subito colto con favore la decisione tedesca. FT suggerisce quindi di avviare una procedura d’infrazione contro entrambi i Paesi. “La credibilità” della Commissione Ue “è a rischio” ma, avverte, esiste il rischio di far crescere “un sentimento euroscettico”.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/05/14/bce-forte-incertezza-su-tempi-e-portata-ripresa_bbd4996e-c952-478a-8d38-5930e17e6d99.html

Gentiloni: “Ue entrata nella più profonda recessione della storia”

Ora è abbastanza chiaro che l’Ue è entrata nella più profonda recessione economica della sua storia“. Lo dice il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, presentando in videoconferenza stampa a Bruxelles le Previsioni economiche di primavera, che vedono un crollo del Pil del 7,7% nel 2020 per l’Eurozona e del 7,5% per l’Ue.

“Sia la recessione che la ripresa saranno ineguali – continua – i dati aggregati nascondono considerevoli differenze tra i diversi Paesi. Come la recessione di quest’anno, anche la ripresa sarà impari, dato che non tutti i Paesi usciranno dalla crisi con la stessa velocità”. “Anche l’inflazione sarà significativamente più debole: i prezzi al consumo sono previsti in calo significativo quest’anno, riflettendo la brusca contrazione della domanda, come pure la forte caduta dei prezzi del petrolio”, aggiunge Gentiloni.

SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE GERMANIA – Il collegio dei commissari europei “ha discusso” della sentenza della Corte Costituzionale tedesca sul Qe sulla base di un “rapporto” preparato dal servizio giuridico e “abbiamo due punti: primo, affermiamo il primato del diritto Ue. Le sentenze della Corte di Giustizia sono vincolanti per tutte le Corti nazionali” dice il commissario europeo all’Economia. Secondo, continua, “abbiamo sempre rispettato l’indipendenza della Bce nell’attuazione della politica monetaria”. Ora “studieremo la sentenza in maggiore dettaglio”.

MES – Parlando delle linee di credito che il Mes metterà a disposizione per contrastare la pandemia di Covid-19, Gentiloni dice che costituiscono “un’opportunità per gli Stati membri. Per questo ne abbiamo discusso per 16 ore nell’Eurogruppo. I Paesi” che sui mercati obbligazionari pagano “alti interessi potrebbero essere più interessati di altri, ma spetta a loro decidere”.

“Stiamo facendo grandi sforzi, anche con il servizio giuridico, per avere regole che rispettino le decisioni politiche dei ministri delle Finanze e dei capi di Stato e di governo dell’Ue” spiega il commissario europeo all’Economia. E la decisione politica “è stata che la condizionalità non è quella tradizionale, ma molto ristretta alla portata di queste linee di credito”. “Manderemo agli Stati membri, in vista dell’Eurogruppo, che è convocato per venerdì, un pacchetto dalla Commissione con quello che serve per l’eligibilità, per la valutazione della sostenibilità del debito. L’eligibilità ci sarà per tutti i Paesi e anche la valutazione del debito sarà positiva per tutti” prosegue Gentiloni.

SCENARIO – Nelle previsioni economiche di primavera, “il nostro scenario di base è una graduale fine delle misure di confino a partire da maggio, con qualche possibile difficoltà locale, nella situazione complessiva in Europa” spiega il commissario europeo. Ci sono anche, continua, “due scenari negativi, uno basato su un’epidemia più seria nei prossimi mesi, che obblighi ad adottare nuove misure di confino. Il secondo prevede una vera seconda ondata dell’epidemia in autunno-inverno, che provochi qualcosa di non molto diverso da quello che abbiamo visto nei mesi scorsi”.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2020/05/06/gentiloni-entrata-nella-piu-profonda-recessione-della-storia_06YfcZQJsf2QNYE6poGjRK.html

Italia e altri 12 Paesi hanno ‘squilibri macroeconomici’

Tredici Stati membri dell’Ue, incluse Italia e Germania, devono subire un “esame approfondito” nel 2020, per “identificare e valutare la serietà” dei loro squilibri macroeconomici. Lo comunica la Commissione europea. Questi Paesi, secondo l’esecutivo Ue, “devono continuare a lavorare” per porre rimedio ai rispettivi squilibri, al fine di prepararsi alle “sfide a lungo termine e agli choc futuri”.

Gli Stati identificati dal rapporto della Commissione sono Bulgaria, Croazia, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia.

Tra i 13 Paesi sono tre quelli che hanno squilibri macroeconomici “eccessivi”: Italia, Grecia e Cipro; gli altri 10 hanno squilibri macroeconomici, senza ulteriori aggettivi. L’Italia, per la Commissione, registra squilibri macroeconomici “eccessivi” da sette anni a questa parte. Cinque Paesi (Belgio, Cipro, Grecia, Italia e Portogallo), ricorda il rapporto della Commissione, hanno un debito pubblico sopra il 100% del Pil, mentre Francia e Spagna sono appena al di sotto di quella soglia.

Quando si prende in considerazione anche il debito privato, “in sette casi (Belgio, Cipro, Francia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Regno Unito), un debito pubblico sopra il 60% del Pil si unisce ad un debito del settore privato che sorpassa le soglie” previste nella valutazione della Commissione. Nel 2018, la percentuale del debito pubblico sul Pil è calata, “ma spesso meno del 2017, riflettendo un allentamento delle posizioni di bilancio e un raffreddamento della crescita nominale del Pil. Alcuni dei debiti più elevati”, sempre in rapporto al Pil, “non sono migliorati o sono persino aumentati nel 2018 – sottolinea la Commissione -: il debito pubblico è rimasto invariato in Francia ed è aumentato a Cipro, in Grecia e in Italia”.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2019/12/17/italia-altri-paesi-hanno-squilibri-macroeconomici_GQpdcEC9wT8tI85xteqifN.html?refresh_ce

Germania: Pil +0,1%, schiva recessione

Contro le aspettative, l’economia tedesca cresce nel terzo trimestre del 2019 dello 0,1%. Lo riferisce l’Ufficio federale di Statistica di Wiesbaden. La Germania schiva così il pericolo di entrare in recessione dopo aver chiuso il secondo trimestre con una contrazione dell’economia dello 0,2% (rivista al ribasso rispetto al -0,1% stimato in precedenza).
La congiuntura economica si è stabilizzata, rileva l’istituto per la ricerca economica Ifo. Un impulso importante, rispetto al trimestre precedente, è venuto dal consumo privato e dal rialzo dell’export, mentre l’import è rimasto ai livelli dei mesi precedenti, si legge nel documento dell’Ufficio federale di Statistica. Gli investimenti in immobili sono stati superiori a quelli del trimestre precedente mentre quelli in attrezzature sono diminuiti rispetto al trimestre precedente.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/11/14/germania-pil-01-schiva-recessione_d49c67e3-79d3-451e-b909-303e95363f46.html

Lavoro: disoccupazione agosto al 9,5%, minimo da 2011. Bene i giovani.

Ad agosto il tasso di disoccupazione scende al 9,5%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali su base mensile. Lo rileva l’Istat, spiegando che si tratta del minimo dal novembre del 2011, quindi da quasi otto anni.
Ad agosto la disoccupazione giovanile (15-24anni) cala di 1,3 punti percentuali su base mensile, portandosi al 27,1%. Lo rileva l’Istat. E’ il tasso più basso da agosto del 2010, ovvero da nove anni.
Le persone in cerca di occupazione, ovvero i disoccupati, ad agosto sono in “forte calo”, scendendo del 3,4%, pari a -87 mila unità nell’ultimo mese. Lo rileva l’Istat, che contemporaneamente segna anche un ritorno alla crescita, dopo cinque mesi di stabilità, del’inattività. In particolare gli inattivi tra i 15 e i 64 anni, coloro che non hanno un lavoro né lo cercano, aumentano di 73 mila unità rispetto a luglio.
La stima degli occupati risulta sostanzialmente stabile rispetto a luglio. Lo comunica l’Istat, riscontrando su base mensile un aumento per gli ultracinquantenni (+34 mila) mentre cala nelle altre classi d’età, in particolare tra i 15-24enni (-23 mila). Guardando al tipo di occupazione c’è una crescita dei dipendenti, soprattutto permanenti (+27 mila); diminuiscono invece gli indipendenti (-33 mila). Quanto al tasso resta al massimi storici, già toccati nei mesi scorsi (59,2%).
Il tasso di disoccupazione registrato in Italia lo scorso agosto (9,5%), è risultato essere inferiore solo a quelli di Grecia (17,0% a giugno 2019) e Spagna (13,8). Lo ha reso noto Eurostat. Situazione analoga per la disoccupazione giovanile, dove ad agosto la Grecia ha segnato il tasso più alto (33% nel secondo trimestre 2019), seguita dalla Spagna (32,2%) e dall’Italia (27,1%). Nell’insieme dell’Eurozona la quota dei senza lavoro è scesa al 7,4% ad agosto dal 7,5% a luglio. Nella Ue a 28 ad agosto è scesa a 6,2% rispetto al 6,3% del mese precedente.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/09/30/lavoro-disoccupazione-agosto-al-95-minimo-da-2011.-bene-i-giovani_08afbefd-9b25-4e88-bb6e-f7a1796f62d8.html

Draghi: “Italia cresce meno delle attese ma è presto per dire se servirà una manovra correttiva”

“Grazie agli sforzi di tutti i cittadini Ue l’Eurozona è uscita dalla crisi”, con risultati “tangibili” come i 22 trimestri consecutivi di crescita e la disoccupazione al minimo da ottobre 2008. Ma negli ultimi mesi arrivano “informazioni più deboli dell’atteso”, e “la persistenza delle incertezze, in particolare collegate a fattori geopolitici e alla minaccia di protezionismo pesa sul sentimento economico”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi al Parlamento Ue. 

“L’ambiente esterno è meno vivace del passato e l’Italia cresce meno di prima e significativamente meno delle attese”, ma “è troppo presto per dire se servirà una manovra correttiva, bisogna prima vedere quali saranno le uscite e le entrate fiscali”: ha rilevato il presidente della Bce, rispondendo a una domanda sull’Italia di un eurodeputato. In ogni caso l’accordo con la Commissione Ue sulla manovra “è stata una notizia positiva”, ha aggiunto.

“Un Paese perde sovranità quando il debito è troppo alto”, perché a quel punto “sono i mercati che decidono”, e ogni decisione di policy “deve essere scrutinata dai mercati, cioè da persone che non votano e che sono fuori dal processo di controllo democratico”, ha aggiunto Draghi. “Il debito viene prodotto da decisioni politiche dei Governi”, e “la sovranità viene persa a causa di politiche sbagliate”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/01/28/draghi-la-persistenza-delle-incertezze-pesa-sulleconomia_ab9d73ef-c97b-4e23-83f6-d0342f081591.html