Bce, tassi fermi a zero. Amplia acquisti Bond di 500 mld fino a 2022

La Banca Centrale Europea ha lasciato, come da attese, i tassi d’interesse invariati, ma rafforza il programma di acquisti per l’emergenza pandemica. Al termine della riunione di politica monetaria, la Bce ha confermato il tasso principale a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.

Rafforzato il piano ‘Pepp’ con acquisti per altri 500 miliardi di euro di bond, principalmente titoli di Stato, portando il totale dallo scorso marzo a 1.850 miliardi. Inoltre il Pepp durerà almeno fino a marzo 2022.

Varati anche tre nuovi maxi-prestiti Tltro con cui presta alle banche remunerandole con un tasso d’interesse purché queste prestino all’economia: tre operazioni aggiuntive saranno condotte fra giugno e dicembre 2021; i termini più favorevoli alle aste Tltro attuali saranno estesi fino a giugno 2022.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/12/10/bce-tassi-fermi.amplia-acquisti-bond-di-500-mld-fino-a-2022_37625223-bc7b-4265-b9c9-41831dfa8488.html

Fed: ‘Tassi vicino allo zero per tre anni’

Tassi fermi ai livelli attuali almeno fino al 2023 e acquisti di titoli a ritmi attuali, mantenuto per un tempo più lungo. La Federal reserve prolunga il proprio orientamento espansivo, in seguito all’adozione della nuova strategia. Nell’ultima riunione prima delle elezioni americane, la Fed lascia invariati i tassi di interesse. Il costo del denaro resta fermo fra lo 0 e lo 0,25%.

La Fed prevede che l’economia americana si contrarrà quest’anno del 3,7% con un tasso di disoccupazione al 7,6% e un’inflazione all’1,2%. Per il 2021 il rimbalzo del pil è stimato fra il 3,6 e il 4,7%, meno del 4,5-6,0% previsto in giugno. La Fed lascerà i tassi vicino allo zero fino a quando non sarà raggiunta la massima occupazione. I tassi dovrebbe restare ai livelli attuali per i prossimi tre anni, almeno fino al 2023.

“L’attività economica e l’occupazione sono migliorate negli ultimi mesi ma restano ben al di sotto dei livelli di inizio anno”. Lo afferma la Fed impegnandosi a “usare tutti gli strumenti a sua disposizione a sostegno dell’economia”. La strada della ripresa “dipenderà significativamente dall’andamento del virus. La crisi sanitaria continuerà a pesare sull’attività economica, l’occupazione e l’inflazione nel breve termine, e pone rischi significativi all’outlook economico di medio termine”.

Il distanziamento sociale e la mascherina aiutano l’economia, il cui corso dipenderà dalla capacità di contenere il coronavirus. Lo afferma Jerome Powell, il presidente della Fed. Donald Trump ha messo in dubbio anche nelle ultime ore gli effetti positivi dell’uso della mascherina.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/09/16/fedtassi-vicino-a-zero-per-tre-anni_9db02185-2263-468b-88d5-01f320f1ac48.html

La Bce lascia i tassi fermi a zero. Tasso su depositi a -0,50%

La Banca Centrale Europea lascia invariati i tassi d’interesse: il tasso principale rimane fermo a zero, il tasso sui depositi resta a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%. Lo comunica la Bce dopo la riunione di politica monetaria. La Bce continuerà gli acquisti di debito col programma per l’emergenza pandemica ‘Pepp’ “almeno fino a giugno 2021” o “fino a quando la Bce non considererà l’emergenza da coronavirus terminata”, conducendoli “in maniera flessibile nel tempo, per classi di asset e fra i paesi”. Lo conferma il consiglio direttivo dopo la riunione. Il consiglio direttivo della Bce “è pronto a regolare tutti i suoi strumenti, come opportuno, per assicurare la convergenza dell’inflazione verso il suo obiettivo in maniera sostenibile”. Lo ribadisce una nota della Bce dopo la riunione di politica monetaria.

“L’Eurozona necessita ancora di un ampio stimolo monetario” – ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde. “I dati economici nell’Eurozona indicano un forte rimbalzo dell’attività economica anche se il livello è più basso rispetto al periodo pre-pandemico ” , ma “le prospettive della ripresa continuano ad essere circondate da incertezze a causa dell’emergenza coronavirus”. La Bce rivede in meglio le stime di crescita dell’Eurozona per quest’anno a -8% da -8,7% stimato a giugno. Quindi +5% nel 2021 e +3,2% nel 2022. Le stime di giugno della Bce vedevano il Pil a -8,7% quest’anno, quindi +5,2% nel 2021 e +3,3% nel 2022.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/09/10/borsa-europa-fiacca-in-attesa-bce-sale-leuro_521e0309-7047-4e2c-ae34-ecdeccdbb618.html

 

Bce lascia tasso principale fermo a zero. La conferenza della Lagarde.

La Banca Centrale Europea lascia fermi i tassi d’interesse: il tasso principale resta a zero, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,50%.

I tassi della Bce resteranno “sui livelli attuali, o più bassi, finché le prospettive d’inflazione convergeranno robustamente vicino al 2%” e il Qe, ripreso a inizio novembre, “continuerà finché servirà“, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde, in conferenza stampa dopo il Consiglio direttivo.

“La crescita nell’eurozona continua ma ad un passo moderato”, Lagarde ha spiegato che a “pesare è la debolezza del settore manifatturiero”.  “I paesi più indebitati” dell’eurozona “devono perseguire politiche di bilancio prudenti”, ha sottolineato.
“La Bce monitorerà con grande attenzione le vicende sul commercio internazionale”, ha detto la presidente della Bce, affermando che il commercio internazionale è un “importante elemento” nelle nostre considerazioni” circa la politica monetaria.
Poi in tema di clima, “E’ responsabilità di tutti combattere i cambiamenti climatici”.  “Il tema dei cambiamenti climatici verrà preso in considerazione durante la revisione della nostra strategia”, ha detto la presidente della Bce.
“Sono preoccupata per i tassi bassi perché sono collegati ad una bassa crescita”. Lagarde ha sottolineato che “preferirei confrontarmi con tassi alti e una crescita maggiore. Ma questa è la situazione oggi”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/01/23/bce-oggi-la-decisione-sui-tassi.-la-conferenza-della-lagarde-_6e103e5b-905f-4738-a6cd-7e9476f0bcea.html

Bce, Lagarde: ‘Tassi bassi e Qe finché necessario’

La Banca centrale europea ha lasciato i tassi d’interesse invariati: il tasso principale resta fermo a 0, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,50%. Lo comunica la Bce al termine della riunione di politica monetaria, la prima guidata da Christine Lagarde.

I tassi della Bce rimarranno ai livelli attuali, o più bassi, “finché le prospettive d’inflazione convergeranno robustamente” verso il 2%, e il Qe, ripreso a inizio novembre, continuerà finché necessario, ha detto la presidente Lagarde alla sua prima conferenza stampa ufficiale dopo il Consiglio direttivo. Le pressioni inflazionistiche, ha aggiunto, continuano ad essere deboli e così anche le dinamiche della crescita, anche se ci sono segnali di “una stabilizzazione del rallentamento della crescita”.

La Bce ha “leggermente rivisto” al ribasso le stime di crescita per il 2020: 1,2% quest’anno, 1,1% il prossimo e 1,4% nel 2021 e 2022. Francoforte ha quindi confermato la stima d’inflazione dell’1,2% per quest’anno, rivedendola leggermente al rialzo all’1,1% per il 2020 e al ribasso a 1,4% nel 2021. La stima per il 2022 è +1,6%. “I governi che hanno spazio di bilancio – ha detto ancora la Lagarde – dovrebbero essere pronti ad agire in maniera efficace e tempestiva” per stimolare la crescita.

I temi trattati in conferenza si sono quindi allargati a 360 gradi. “Una ‘Japanification’? Non credo affatto che siamo a questo punto, il credito alle imprese europee presenta un quadro completamente diverso da quello giapponese. Non credo affatto che una ‘Japanification’ sia fra le ipotesi sul tavolo”, ha risposto la presidente a una domanda sul rischio, evocato da alcuni economisti, di una spirale di deflazione e bassa crescita come quella del ‘decennio perduto’ giapponese.

Quindi,  sulla vicenda dei dazi, “i rischi al ribasso sono meno pronunciati, non scommetterei su come andrà la fase uno del negoziato Usa-Cina, ma sta andando in una direzione migliore rispetto a qualche mese fa”. Anche sulla Brexit, la Lagarde ha detto di guardare al voto di oggi come un appuntamento in grado di “fornire un po’ più di chiarezza”.

Sul dibattito italiano riguardante il meccanismo europeo di stabilità, “l’idea che il Mes prenda di mira uno specifico Paese è totalmente errata, a mio parere”.

E infine, sulle definizioni giornalistiche nei confronti del suo ruolo, “non sono una colomba, né un falco: la mia ambizione è essere un gufo, che è dotato di saggezza”.

Sull’onda dell’intervento della Lagarde, i mercati europei, affondati stamani dai dati Usa sulla disoccupazione, riducono il calo: Londra guadagna lo 0,32%, Milano lo 0,1%, Madrid lo 0,05%; ancora in rosso, invece, Parigi e Francoforte (-0,26%).

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/12/12/bce-lagarde-tassi-bassi-e-qe-finche-necessario_6a10c911-dc88-4c88-8c85-b3233c36a251.html

Bce, lascia tassi fermi a zero. Draghi: ‘Rischi al ribasso per l’economia’

La Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi d’interesse invariati: il tasso principale resta fermo allo zero, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,50%. Lo comunica la Bce.
Come deciso nella scorsa riunione del Consiglio direttivo, tenuta a settembre, gli acquisti netti riprenderanno nell’ambito del programma di acquisto di attività (PAA) del Consiglio direttivo a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro a partire dal primo novembre. Lo scrive la Bce nella nota che fa seguito alle decisioni di politica monetaria aggiungendo che il Consiglio direttivo si attende che gli acquisti “proseguiranno finché necessario a rafforzare l’impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento e che termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di riferimento della Bce”.

La Banca centrale europea resta pronta a modificare tutti i suoi strumenti monetari per far risalire l’inflazione, e ritiene che sia necessaria una “posizione altamente accomodante” ancora a lungo, di fronte ai rischi per la crescita e lo scenario inflazionistico. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi durante la sua ultima conferenza stampa dopo otto anni alla guida dell’Eurotower. Per lo scenario economico dell’Eurozona, avverte Draghi, “i rischi restano al ribasso”. “Di fronte alle prospettive indebolite e alla prevalenza di rischi al ribasso, i governi che hanno spazio di manovra di bilancio devono agire in modo efficace e tempestivo“: così Draghi, tornando a spingere per una politica più espansiva da parte di Paesi come la Germania. Il presidente della Bce ha nuovamente invitato i Paesi ad alto debito a una politica “prudente”. “Il rischio principale è un downturn (recessione) dell’economia, che sia globale o dell’Eurozona”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi.

Purtroppo, tutto ciò che è accaduto dalla decisione di politica monetaria di settembre ha mostrato abbondantemente che la nostra determinazione ad agire tempestivamente era giustificata” ha detto il presidente della Bce riferendosi agli ultimi dati macroeconomici. “Non c’è stata alcuna reazione da parte mia” alle critiche espresse pubblicamente contro il pacchetto di politica monetaria di settembre, e fra i critici, al consiglio di oggi, “uno ha invitato all’unità e alla piena realizzazione del pacchetto, un altro ha detto che il passato è passato”.

Come mi sento? mi sento come qualcuno che ha cercato di rispettare il mandato nel miglior modo possibile” ha concluso  spiegando di non aver rimpianti su quanto fatto negli otto anni del proprio mandato. Draghi ha anche detto di non voler dare consigli a Christine Lagarde, chiamata a succedergli dal 1 novembre.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/10/24/bce-lultimo-board-di-draghi-appello-a-governi-per-crescita-_e33676d1-d7ef-4110-a4c8-690280663fb4.html

Monito di Visco alla Bce: un’anomalia i tassi negativi sui titoli di Stato

Monito di Ignazio Visco alla Bce. I tassi d’interesse negativi applicati sui titoli di Stato di alcuni paesi rappresentano un’anomalia che “solo alcuni anni fa era inimmaginabile”, ha detto ieri il governatore di Banca d’Italia a un evento organizzato dall’Institute of International Finance a margine degli incontri annuali del Fondo monetario internazionale. “E’ la parte meno convenzionale dell’attuale politica monetaria e sono una conseguenza dell’incapacità delle economie avanzate ad aumentare la produttività”, ha spiegato Visco. Per adesso “non abbiamo notato effetti negativi sostanziali sui margini delle banche, ma bisogna fare attenzione nell’andare avanti per questa via”.

Lo stesso Fmi, come riportato da MF-Milano Finanza, ieri in un rapporto ha evidenziato i pericoli dei tassi negativi, abbassati dalle Banche centrali per stimolare investimenti, crescita e inflazione. Tuttavia se lo scenario permane per un lungo periodo, come i banchieri centrali sanno bene, i benefici si riducono e i rischi aumentano, a detta del Fondo monetario internazionale.

Comunque per Visco la politica monetaria della Banca centrale Europea “è appropriata alle condizioni cicliche congiunturali e prospettiche dell’area dell’euro” e non dovrebbe cambiare con il passaggio di consegne da Mario Draghi a Christine Lagarde. Certo che “se i fatti non migliorano, la politica monetaria resterà come adesso e cioè altamente espansiva. Il problema è che ci vogliono altre politiche e questo è responsabilità più generale e va al di fuori della Bce”. In precedenza, il numero uno di Via Nazionale aveva sottolineato come la politica monetaria deve essere agevolata anche da una politica di bilancio efficace, soprattutto nei paesi dove questo è possibile perché c’è un ampio spazio fiscale.

Visco ha anche fatto il punto sullo stato di salute del sistema creditizio italiano. Le banche italiane hanno compiuto grandi progressi nel ripulire i bilanci dai crediti in sofferenza, frutto della passata crisi internazionale. Ma gli istituti tricolori più piccoli “hanno più difficoltà a pulire i bilanci”. E, oltre ad andare di più sul mercato sarebbero utili nuove aggregazioni.

Quali sono le banche che preoccupano di più il governatore? Innanzitutto, l’Italia ha 12 banche “significative”, relativamente grandi. Poi, al netto delle banche di credito cooperativo, che sono state raggruppate in due gruppi, che sono anch’esse significative e che saranno gestite insieme, abbiamo circa 120 banche. Di queste una larga parte sono banche molto piccole, con attivi al di sotto di 1-1,5 miliardi di euro. Queste banche, ha sottolineato Visco, “hanno più difficoltà a pulire i loro bilanci: probabilmente dovrebbero provare ad andare di più sul mercato e dovrebbero essere assistite se non fossero in grado”.

Secondo il numero uno di Banca d’Italia “alla fine guardando le banche non ci sono problemi se questo processo è fatto in modo ordinato. In questo caso stiamo cercando modalità ordinate e anche ad aggregazioni e consolidamento che dovrebbe esserci ancora. Non solo queste (piccole, ndr) banche ma anche le più grandi devono impegnarsi di più nel pulire i bilanci. Ma ora sono in forma migliore e anche i rendimenti sono più vicini alla normalità”. Non solo. Secondo Visco le banche italiane “devono impegnarsi nella riduzione dei costi investendo in tecnologia. Ci sono alcuni miglioramenti ma non abbastanza nell’affrontare il cambiamento tecnologico e i servizi ad alto valore aggiunto sono indietro”.

Fonte: Milano Finanza  –  https://www.milanofinanza.it/news/monito-di-visco-alla-bce-un-anomalia-i-tassi-negativi-sui-titoli-di-stato-201910180958154698

Draghi: “Europa fuori da crisi grazie a nostra politica”

“Quando sono apparso per la prima volta davanti alla commissione Econ, nel dicembre 2011, l’area dell’euro era in piena instabilità finanziaria” ma da allora “ha fatto molta strada in parte grazie al sostegno fornito dalla politica monetaria della Bce”. Lo ha rivendicato il presidente della Bce Mario Draghi, in audizione presso la Commissione Affari Economici del Parlamento Europeo. Draghi ha ricordato come “negli ultimi anni, la Bce ha ripetutamente e chiaramente dato prova della propria disponibilità e determinazione a raggiungere l’obiettivo primario di raggiungere la stabilità dei prezzi, come stabilito nei trattati”. “Questa prontezza e determinazione sono state fondamentali per affrontare la crisi economica e i rischi al ribasso” ha aggiunto.

In occasione dell’ultima riunione il Consiglio direttivo della Bce “ha dovuto fare i conti con un rallentamento dell’Eurozona più rapido ed esteso rispetto ai rischi al ribasso previsti e con un ulteriore ritardo nella convergenza dell’inflazione verso il nostro obiettivo. Una forte risposta di politica monetaria era quindi essenziale“, ha sottolineato.

Lo scenario di tassi bassi “va inserito nel contesto del continuo calo dei rendimenti reali a cui abbiamo assistito dagli anni ’80. E questa tendenza non è unica nell’area dell’euro ma riflette in gran parte fattori più strutturali come un rallentamento della crescita della produttività, che può essere invertito attraverso un’ambiziosa agenda di riforme strutturali”, ha continuato Draghi, spiegando che “in altre parole, nell’Eurozona abbiamo bisogno di una strategia economica coerente che integri e rafforzi l’efficacia della politica monetaria”.

Nell’invocare un ruolo maggiore delle politiche fiscali dei singoli paesi “non intendo affatto dire – continua Draghi – che la politica monetaria abbia finito gli strumenti a propria disposizione o che la sua efficacia sia esaurita, ma solo ricordare che se le politiche di bilancio saranno attive quelle monetarie funzioneranno meglio”.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2019/09/23/draghi-europa-fuori-crisi-grazie-nostra-politica_QGHUyU2vanrtcQFTmUdqRO.html

Fed taglia tassi di interesse di un quarto di punto

La Fed ha deciso di tagliare i tassi di interesse per la seconda volta dalla grande crisi del 2008, dopo il taglio effettuato nel mese di luglio. Il costo del denaro scende di un altro quarto di punto, in una forchetta tra l’1,75 e il 2%. Per la banca centrale un ulteriore taglio dei tassi di interesse è atteso entro la fine dell’anno per contrastare un aumento dei rischi per l’economia.

La decisione della Fed di tagliare il tassi di interesse e’ stata presa con 7 voti favorevoli e 3 contrari, una testimonianza delle divisioni ai vertici della banca centrale statunitense. Il taglio viene motivato da una serie di incertezze tra cui un indebolimento degli investimenti privati e delle esportazioni.

“Jay Powell e la Federal Reserve hanno fallito di nuovo. Niente coraggio, nessun senso, nessuna visione!”: questo l’attacco di Donald Trump su Twitter dopo la decisione della Fed. Trump quindi definisce Powell “un terribile comunicatore”. Nelle scorse settimane il presidente aveva chiesto un taglio ben più consistente per portare il costo del denaro vicino o sotto lo zero.

L’economia Usa continua ad andare bene, ma assistiamo a un rallentamento globale anche del commercio, con incertezze legate anche all’aumento dei dazi: cosi’ il presidente della Fed, Jerome Powell, ha motivato la decisione di tagliare i tassi di un quarto di punto. Powell ha sottolineato come l’economia americana si espanderà a ritmo moderato con un mercato del lavoro che resterà forte.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/09/18/fed-taglia-tassi-di-un-quarto-di-punto_65e66b00-3078-43f2-bb21-7dca37bea1cc.html

Fed taglia tassi di interesse di un quarto di punto

La Fed taglia i tassi di interesse di un quarto di punto ma si mostra prudente su nuovi interventi. Il costo del denaro scende in una forchetta fra il 2 e il 2,5%.  Si tratta del primo taglio del costo del denaro dalla crisi del 2008.

“Il mercato del lavoro resta solido e l’attività economica continua a crescere in modo moderato. L’inflazione resta sotto l’obiettivo del 2%” si legge nel comunicato diffuso dalla Fed. “Alla luce delle implicazioni degli sviluppi globali sull’outlook economico e dell’inflazione debole, la Fed ha deciso di ridurre i tassi” aggiunge il comunicato, dove la Fed assicura che “continuerà a monitorare le informazioni e agirà come appropriato per sostenere la ripresa”.

Per il presidente della Fed, Jerome Powell ‘l’outlook per l’economia americana resta favorevole: il taglio dei tassi di interesse è un’assicurazione contro i rischi al ribasso. Il taglio dei tassi di interesse aiuterà la crescita, e la mossa giusta, è un aggiustamento di metà ciclo: non segnala necessariamente l’inizio di un ciclo lungo di allentamento monetario’.

TRUMP ‘DELUSO’ “Ciò che i mercati volevano sentire da Jay Powell e dalla Fed era che questo era l’inizio di un ciclo lungo e aggressivo di taglio dei tassi che avrebbe tenuto il passo con la Cina, la Ue ed altri Paesi nel mondo. Come sempre, Powell ci ha deluso ma almeno sta mettendo fine al quantitative tightening, che in primo luogo non avrebbe dovuto iniziare – nessuna inflazione”: lo twitta Trump dopo il primo taglio dei tassi della Fed dal 2008. “Vinceremo comunque, ma sono certo che non avrò molto aiuto dalla Fed!”, aggiunge.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/07/31/fed-taglia-tassi-di-interesse-di-un-quarto-di-punto-_2b50b087-2b7a-47ea-a203-2b35b95a8c3f.html