La Bce lascia tassi fermi a zero. Lagarde: “Serve ancora sostegno monetario”

Alla luce dell’attuale quadro “la Bce riconferma l’orientamento molto accomodante della sua politica monetaria”. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde nella conferenza stampa che segue il board, spiegando che serve quindi ancora “un ampio sostegno” monetario. La Banca Centrale Europea lascia, come da attese, i tassi d’interesse fermi: il tasso principale rimane a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.

L’economia dell’Eurozona si è probabilmente contratta nel quarto trimestre del 2020, segnalando che l’area sembra avviata verso una doppia recessione, afferma Lagarde, sottolineando che gli economisti prevedono sempre più che la produzione si ridurrà anche in questo trimestre per l’inasprimento delle restrizioni decise dai governi per contrastare i contagi.

La campagna di vaccinazione “è un passo importante” per superare la pandemia ma il Covid “continua a porre dei gravi rischi per l’economia” e “nel quarto trimestre è attesa una contrazione del Pil”, ha detto Lagarde, sottolineando che “l’incertezza resta elevata”.

Lagarde ha anche chiarito che “ci vorranno anni prima che arrivi un euro digitale”.

La presidente della Bce ha sottolineato che deve essere messa a punto “la tecnologia” e deve essere inoltre “compatibile con la sovranità e la trasmissione di politica monetaria”. Per il presidente della Bce comunque “banconote e monete” coesisteranno con un euro digitale.

La Bce proseguirà gli acquisti nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) con una dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi di euro” e “condurrà gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP almeno sino alla fine di marzo 2022 e, in ogni caso, finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus”.

“Il Consiglio direttivo resta pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito, in linea con il suo impegno alla simmetria”, assicura la Bce.

Mercati azionari del Vecchio continente attorno alla parità dopo la boa di metà giornata, con un marginale peggioramento dopo le decisioni della Bce: Francoforte è di qualche frazione la migliore con una crescita dello 0,3%, seguita da Madrid che si muove sul pareggio, Milano in calo dello 0,05% con l’indice Ftse Mib e Parigi in negativo dello 0,3%. Gli operatori, dopo l’insediamento del nuovo presidente statunitense Biden, attendono soprattutto di verificare i tempi promessi per i nuovi piani di stimoli all’economia e alle campagne anti Covid 19, con i futures sull’avvio di Wall street poco sopra la parità. In questo quadro, a Francoforte Prosieben sale del 2,6% a 13,8 euro dopo il riassetto nella partecipazione di controllo di Mediaset (+1% a 2,16 euro) con Vivendi, non direttamente coinvolta nella partita ma in colloqui da tempo con il Biscione per trovare un accordo al loro lungo braccio di ferro, in aumento dello 0,7% a Parigi. Tra i titoli maggiori di Piazza Affari, Prysmian, Campari, Cnh, A2A e Diasorin mostrano rialzi ampiamente superiori al punto percentuale, mentre al contrario registrano cali più ampi dell’1% Unipol, Eni, Tenaris ed Hera. Scivola Leonardo, che scende del 2,7% faticando a tenere quota 6 euro.

Lo spread tra Btp e Bund si allarga a 117 punti dopo la Bce, come conseguenza soprattutto dell’aumento del rendimento del decennale italiano. Il tasso è salito allo 0,67% dopo essersi mantenuto l’intera mattina intorno allo 0,61%.

Bce, Draghi: ‘Debolezza Eurozona si protrae e ci sono rischi’

Il penultimo consiglio direttivo della Bce sotto la guida di Mario Draghi – si legge in una nota – ha varato un nuovo programma di quantitative easing (Qe), che prevede l’acquisto di bond per 20 miliardi di euro al mese e partirà a novembre. Gli acquisti di bond decisi oggi con il nuovo programma “dureranno tutto il periodo necessario a rafforzare l’impatto accomodante dei tassi” e il consiglio direttivo si aspetta che “finiscano poco prima rispetto a quando la Bce inizierà ad alzare i tassi”.

La Bce ha anche tagliato il tasso su depositi a -0,50%. Invariati il tasso principale a 0% e quello sui prestiti marginali a 0,25%. Lanciato un nuovo maxi-prestito a lungo termine alle banche dell’Eurozona, allungando la scadenza da due a tre anni e prevedendo tassi più bassi per le banche che prestano ai di sopra di un certo livello.

La Banca centrale europea “si aspetta che i tassi di interesse chiave della Bce rimangano ai loro livelli attuali o inferiori fino a quando non si vedranno le prospettive di inflazione convergere saldamente a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione”.

La decisione della Banca centrale europea di riavviare il Qe fa correre i bond sovrani europei, i cui rendimenti sono tutti in calo. Il Btp decennale italiano ha toccato un minimo storico dello 0,77%, per poi risalire allo 0,81%, con un calo del rendimento di 15 punti base.

Lo spread tra Btp e Bund torna sotto i 140 punti base a 139, per la prima volta da maggio del 2018. Il rendimento del decennale italiano aggiorna i minimi storci a 0,75%.

L’INTERVENTO DI DRAGHI.

La decisione presa oggi con il pacchetto di misure della Bce riflette un’inflazione che continua ad essere al di sotto dell’obiettivo del 2% – ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi -, e “le informazioni in arrivo indicano una debolezza dell’economia dell’Eurozona più protratta, importanti rischi al ribasso e un’inflazione debole”.

La Bce ha abbassato a 1,1% la stima di crescita dell’Eurozona per il 2019, e a 1,2% quella per il 2020. Confermato un +1,4% per il 2021, ha annunciato Draghi.

La Bce ha abbassato le stime d’inflazione per l’Eurozona da qui al 2021: per quest’anno prevede ora un +1,1%, per il prossimo un +1% e per il 2021 un’accelerazione a 1,5%. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi nel corso della conferenza stampa che segue la decisione della banca centrale europea di tagliare i tassi sui depositi e di riaprire da novembre il quantitative easing con acquisti di titoli per 20 miliardi al mese.

Nel consiglio direttivo della Bce “non c’è stato alcun desiderio” di cambiare i limiti ai bond di ciascun Paese acquistabili tramite il Qe, perché “c’è sufficiente spazio di manovra” per portare avanti gli acquisti annunciati oggi, ha detto Draghi, aggiungendo che il pacchetto di misure “è adeguato per rinsaldare le aspettative d’inflazione”.

I Paesi che hanno spazio di manovra sul fronte dei conti pubblici dovrebbero utilizzarlo “in maniera efficace e tempestiva” per fronteggiare la situazione economica più difficile, ha spiegato il presidente della Bce ribadendo invece che i Paesi ad alto debito dovrebbero mantenere una politica di bilancio “prudente”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/09/12/bce-le-ultime-misure-di-draghi-nuovo-qe-da-20-miliardi_1773bf57-88a6-47e7-a561-bb22af55cc31.html

Spread, allarme Bankitalia

Fino a oggi l’impatto dell’aumento delle spread su prestiti a famiglie e imprese è stato limitato, ma iniziano ad emergere tensioni”. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in un intervento all’Aaron Institute for Economic Policy Conference 2019. 
Come ha spiegato, “le condizioni del credito bancario si sono irrigidite soprattutto per le piccole imprese. Questo – ha detto Visco – sta avvenendo a causa dell’aumentare dei costi della raccolta bancaria ma anche per via delle previsioni economiche che peggiorano”.
Lo spread italiano ”all’inizio di questa settimana è andato oltre i 270 punti base, più del doppio rispetto all’inizio del 2018 e prima delle elezioni politiche. L’elevato rapporto debito pubblico/Pil espone l’Italia alla volatilità dei mercati finanziari”, ha detto ancora Visco. ”La durata media residua del debito pubblico è superiore a 7 anni. Pertanto – ha aggiunto – l’impatto iniziale dei più alti tassi di interesse sui costi di servizio rimane limitato ma, se l’aumento dei tassi dovesse persistere, peserebbe inevitabilmente sulla spesa. Ridurre il debito ”mantenendo un adeguato avanzo primario, è quindi di vitale importanza”, ha aggiunto il governatore che ha avvertito: uno spread alto nel lungo termine ”finirebbe inevitabilmente per danneggiare l’economia reale. Una strategia credibile per ridurre a medio termine l’onere dell’elevato debito pubblico dell’Italia non può più essere rinviata”.

Bisogna evitare messaggi che creano tensioni gratuite e fanno elevare lo spread” , ha detto dal canto suo il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia alla Camera, prima di partecipare ad un convegno su un rapporto Ocse sulla crescita sostenibile, ha risposto a una domanda sui rischi legati ai recenti rialzi dello spread sulla scia delle dichiarazioni del vice premier Matteo Salvini sul superamento dei vincoli Ue.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2019/05/16/inizia-pesare-famiglie-allarme-bankitalia-spread_EFSwpkOs1puTBmrAtantQJ.html

 

“Lo spread lo monitoriamo, lo teniamo d’occhio. C’è preoccupazione ma non siamo ossessionati”, ha commentato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per il vicepremier Matteo Salvini “stanno tentando gli ultimi colpi di coda perché hanno capito che per la prima volta l’Europa può cambiare. Con il voto del 26 maggio non solo in Italia ma anche in Austria, Germania, Olanda, Svezia, Francia si può cambiare rimettendo al centro il lavoro, i diritti, la famiglia e non la finanza e il business. Usano lo spread per intimorire”.

I tassi dei BTp tornano ai livelli di maggio

Lo spread tra BTp e Bund si riduce a 235 punti base, ai minimi da fine settembre scorso. Il rendimento del BTp decennale è in calo al 2,44%, il livello più basso da fine maggio scorso. Per rivedere però i livelli di aprile/inizio maggio 2018 manca ancora parecchio dato che il rendimento del decennale era all’1,7% (70 punti base in meno) e lo spread era sotto i 120 punti, sostanzialmente la metà dei valori attuali.

La carta italiana è in territorio positivo, dopo che Moody’s ha lasciato invariato il proprio giudizio sul rating sovrano italiano a ‘Baa3’ con outlook stabile.

A sostenere il sentiment sui periferici anche il pronunciamento di S&P sul rating sovrano del Portogallo, alzato a BBB da BBB-, con outlook che passa da ‘positivo’ a “stabile”.

«Il rating del Portogallo è stato migliorato, ma ancora più importante è che Moody’s non abbia fatto nulla con il rating dell’Italia”» spiega Sebastian Fellechner, strategist di DZ Bank. «La non-decisione sta aiutando il mercato».

Fonte: IlSole24Ore – https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-03-18/i-tassi-btp-tornano-livelli-maggio-112923.shtml?uuid=ABaKpIfB

Italia, nuovo record del debito pubblico

Mentre cresce l’attesa per l’aggiornamento del rating dell’Italia da parte di Moody’s, previsto stasera a mercati chiusi, il Paese registra un nuovo record per il debito pubblico a gennaio: +41,3 miliardi di euro rispetto a dicembre a 2.358 miliardi. Il dato emerge dal Supplemento al Bollettino Statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” di Banca d’Italia.

L’incremento riflette l’aumento di 44 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (a fine mese risultavano pari a 79,1 miliardi), solo in parte compensato dall’avanzo di cassa del mese (2,5 miliardi). Complessivamente gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio hanno ridotto il debito di 300 milioni.

Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 41,8 miliardi, quello degli enti di previdenza di 100 milioni, il debito delle amministrazioni locali si è invece ridotto di 600 milioni. Sempre a gennaio, continua Via Nazionale, salgono le entrate tributarie a 34,5 miliardi, in aumento del 2,4% (800 milioni) rispetto al dato dello stesso mese del 2018.

“Un dato decisamente preoccupante, specie se si considera che la Bce ha smesso di acquistarci titoli di Stato”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Considerato che in Italia, secondo gli ultimi dati Istat, ci sono 25.386.000 famiglie, è come se ogni famiglia avesse 92 mila euro di debito, 92.885 euro per la precisione. Se consideriamo la popolazione residente, pari a 60.483.973 unità, e’ come se ogni italiano avesse un debito di 38 mila e 985 euro”, conclude Dona.

E a dicembre il valore dei titoli di Stato italiani in mano a soggetti esteri è calato nuovamente a 634,393 miliardi dai 646,883 miliardi di novembre, nuovo minimo da dicembre 2013 (618,8 miliardi).

E in base a calcoli Reuters sui dati di Via Nazionale, a dicembre la quota dei titoli in mano ai non residenti sul totale di quelli in circolazione è scesa al 32,3% da 32,4% di novembre.

Sempre Reuters riporta che i dati odierni includono i titoli di Stato detenuti da investitori domestici attraverso soggetti non residenti (come gestioni patrimoniali e fondi) e quelli detenuti dall’eurosistema direttamente (e non attraverso Bankitalia) e da banche centrali di altri Paesi. Secondo le stime di Bankitalia, al netto di queste voci la quota in mano agli investitori esteri, afferma ancora Reuters, è calata al 24% del totale nel corso del secondo trimestre dell’anno, con una flessione di circa tre punti percentuali, la più ampia dal secondo trimestre del 2012. 

Intanto lo spread Btp/Bund, dopo aver aperto in rialzo a 244 punti base dai 241 punti della chiusura di ieri, al momento tratta in calo a 241 punti base, con il tasso del decennale al 2,5%, in vista del verdetto di Moody’s. L’agenzia lo scorso 19 ottobre aveva declassato il rating da Baa2 al livello Baa3, un gradino sopra il non-investment grade, confermando un outlook stabile.

Gli strategist di Unicredit  non si aspettano alcuna revisione sulla raccomandazione o sull’outlook. Per gli esperti, però, Moody’s rivedrà probabilmente le previsioni sulla crescita del pil dell’Italia allo 0% circa per il 2019, dall’1,3% di ottobre, e all’1% per il 2020. Inoltre l’agenzia di rating dovrebbe alzare le stime sul deficit di bilancio e sul debito pubblico, soprattutto dopo che l’Istat ha registrato un aumento del rapporto debito/pil al 132,1% nel 2018, dal 131,3% dell’anno precedente. Infine, Moody’s dovrebbe evidenziare il rischio elevato di elezioni anticipate, dopo quelle del Parlamento europeo di maggio, fattore che resterà un ostacolo alla discesa dei rendimenti dei titoli di Stato, concludono da Unicredit.

Fonte: Milano Finanza – https://www.milanofinanza.it/news/italia-nuovo-record-del-debito-pubblico-201903151223271783

Manovra, Ue: ‘Ci sono buoni progressi’. Conte: ‘Ok reddito e pensioni’. Spread a 266 punti, minimi da settembre

Vanno via a piedi, alla spicciolata, al termine della cena, intorno alla mezzanotte. Sorrisi tesi e un silenzio per loro inusuale, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini lasciano il ristorante del centro di Roma qualche secondo prima del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. E Salvini, il cappellino della protezione civile calcato sulla testa, rinvia al premier ogni domanda: “Parla Conte…”. Non solo la trattativa con Bruxelles prosegue ancora, ma le modifiche alla manovra per far scendere il deficit dal 2,4% al 2,04% sono da mettere nero su bianco. Perciò Conte, accompagnato dai cronisti nel tragitto dal ristorante fino a Palazzo Chigi, distilla poche parole. E sui tempi per una eventuale intesa risponde soltanto “vediamo”. A cena Conte – che è tornato a Roma proprio per proseguire il lavoro nel governo sulla manovra – aggiorna Di Maio, Salvini, Riccardo Fraccaro e Giancarlo Giorgetti, sul tavolo di confronto del pomeriggio con Jean Claude Juncker. “Non sono previste” questa mattina nuove riunioni a Palazzo Chigi, risponde Conte a chi lo interpella. E a Bruxelles, aggiunge, tornerà nel pomeriggio “per il Consiglio europeo”, non per altro. Ma la partita non è affatto chiusa. Di Maio, intanto, non rompe il silenzio che ha tenuto dopo l’annuncio di Conte sul taglio del deficit. E Salvini, tornato a casa, si concede un selfie sui social con un messaggio ai suoi follower: “Un buon caffè e notte serena amici, vi voglio bene”. Nessun accenno ad altro. La cena “è andata bene”, assicura il premier. Clima tranquillo? “Sì certo”, risponde. Prossimo passaggio? “Ci riposiamo un po’…”. Ma su come proseguirà il lavoro per cambiare la legge di bilancio e provare a evitare la procedura d’infrazione, non aggiunge molto di più. Ai vertici di M5s e Lega ci sarebbe più di un timore su come saranno reperite le risorse per far calare il deficit, a partire dai tagli su quota 100 e reddito di cittadinanza. E ora sarà corsa contro il tempo per portare le modifiche in Parlamento e approvare la legge di bilancio prima di Natale: “Confidiamo di riuscire, così facciamo delle feste più contenti…”, dichiara il premier. Ma l’intesa con Bruxelles non è chiusa, la partita è ancora lunga: eloquenti sono i silenzi.

“Buoni progressi” nell’incontro Juncker-Conte: la Commissione ora “valuterà la proposta ricevuta questo pomeriggio” dall’Italia. Lo fa sapere un portavoce della Commissione precisando che il lavoro proseguirà nei prossimi giorni.

Da 2,4 scesi a 2,04. Reddito e quota 100 restano, ha spiegato il premier. “Confidiamo di portare a casa una soluzione positiva” con l’Ue. “Reddito di cittadinanza e quota 100 partiranno nei tempi previsti”. 

Calerà il deficit strutturale” e la “crescita sarà superiore alle nostre attese“, ha detto ancora il presidente del Consiglio al termine dell’incontro con Juncker. 

“La nostra proposta ci consente di dire che non tradiamo la fiducia degli italiani e che rispettiamo gli impegni presi con le misure che hanno maggiore impatto” come “quota 100 e reddito di cittadinanza”. 

Soddisfatto dell’incontro Conte-Juncker il ministro del Tesoro, Giovanni Tria.

Lo spread tra Btp e Bund apre in calo a 266 punti contro i 272 della chiusura di ieri sera ai minimi da fine settembre. Il rendimento del titolo decennale italiano scende al 2,94%.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/12/12/manovra-moscovici-gela-litalia-non-paragonabile-a-situazione-francia_13a9ebe5-0d65-4cf7-88b3-80ce23d5342c.html

Visco: no rischi di Italexit ma su mercati pesano le parole

“Il rischio di un’uscita” dell’Italia dall’euro a differenza della situazione del 2012 “non esiste, anche se i mercati non la pensano così stimolati da letture e dichiarazioni poco approfondite”, ha detto il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco a un evento del Mattino.

 “Ora le prospettive sono in rallentamento, l’economia globale è più debole di quanto ci si aspettasse anche a livello degli organismi internazionali a inizio 2018”, ha detto il governatore della Banca d’Italia citando i problemi dei paesi emergenti e i rischi al commercio internazionale e agli investimenti dalle politiche protezionistiche di diversi paesi come gli Stati Uniti.

“Il costo alto del debito, se nel breve termine è sostenibile, nel lungo tende determinare una caduta delle attività finanziarie” detenute dai risparmiatori sia direttamente che indirettamente”, afferma Visco sottolineando anche i “maggiori costi della raccolta delle banche” determinano così “un circolo negativo”. “Per questo parliamo tanto di spread che deve calare, e non è vero che non lo facevamo nel 2012 (all’epoca della crisi del debito sovrano ndr), lo facevamo anche allora”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/12/07/visco-no-rischi-di-italexit-ma-su-mercati-pesano-le-parole_ceef9d93-3256-4aed-9f5f-257800c999e3.html

Fitch taglia stime Pil 2018. Spread ai minimi da ottobre

Segnali positivi sul fronte dei mercati. Lo spread tra Btp e Bund cala a 278 punti base per la prima volta dall’inizio di ottobre scorso. Il rendimento del titolo decennale italiano è al 3,05%, il livello più basso da fine luglio. In netta discesa anche il tasso del titolo a due anni scivolato fino a 0,558%, ai minimi dal 19 luglio.

Intanto, però, Fitch taglia le stime di crescita dell’Italia dall’1,2% all’1% nel 2018 e dall’1,2% all’1,1% nel 2019 a causa dell’ “incertezza politica domestica” e dei “timori per il commercio globale”.

Fitch, si legge nel Global Economic Outlook, nutre dubbi sul fatto che l’allentamento fiscale possa spingere il pil nel 2019, sia “per le incertezze sui dettagli dell’implementazione” che “per i probabili bassi impatti moltiplicatori di alcune misure”.

Intanto arriva da un allarme sul fronte dell’occupazione: “Sono circa 53.000 le persone che dal primo gennaio 2019 non potranno essere riavviate al lavoro dalle Agenzie per il Lavoro perché raggiungeranno i 24 mesi di limite massimo per un impiego a tempo determinato. E’ l’effetto della circolare del Ministero del 31 ottobre che ha considerato compresi nelle nuove misure anche i lavoratori con contratti stipulati prima dell’entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Dignità. Lo si legge in una nota di Assolavoro che parla di “stima prudenziale”.

“Si tratta – si legge in una nota – di una stima prudenziale, approssimata per difetto, elaborata da Assolavoro, l’Associazione delle Agenzie per il Lavoro, con una proiezione sull’intero settore dei dati rilevati dagli operatori associati (circa l’85% del mercato)”. Assolavoro evidenzia che “nonostante le ripetute manifestazioni di disponibilità non c’è stato ancora nessun riscontro in generale e in particolare sull’interpello relativo proprio alla circolare n.17 del 31 ottobre 2018”. L’Associazione ribadisce la necessità di “correggere il tiro” a tutela dei lavoratori.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/12/05/fitch-taglia-stime-pil-2018.-spread-ai-minimi-da-ottobre_72ee282f-58b5-4edb-81fc-25ecaf435cb4.html

Manovra, Moscovici: ‘Accordo possibile, la porta resta aperta’. Di Maio: ‘Quando manovra sarà definitiva i mercati capiranno’

Mano tesa dell’Europa all’Italia dopo la bocciatura sulla manovra. Il dialogo resta comunque aperto anche in attesa dell’incontro, sabato, tra il premier Giuseppe Conte e Jean-Claude Juncker. Intanto da Bankitalia arriva un allarme: lo spread rischia di far salire il debito. “Un rialzo pronunciato e persistente dei rendimenti – dice l’istituto – a parità di tassi di crescita nominale dell’economia, aumenta il rischio che la dinamica del debito si collochi su una traiettoria crescente”.

“La nostra porta resta aperta – dice il commissario Ue Pierre Moscovici – e sono convinto che potremo trovare un accordo su soluzioni condivise nell’interesse degli italiani e della zona euro. E’ un percorso impegnativo ma praticabile e io ci voglio credere”. “Il nostro fine non è quello di sanzionare le autorità italiane, nè di interferire negli affari interni del Paese”, scrive Moscovici. “E’ nell’interesse di tutti continuare a dialogare e andare avanti nella ricerca di soluzioni comuni”. A Bruxelles, sottolinea Conte, “spiegheremo le nostre ragioni e ci confronteremo molto serenamente in modo spero molto costruttivo. Ho varie argomentazioni e le esporrò dettagliatamente”. A dirlo a Locri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

“Le misure partiranno nei tempi previsti, quota 100 partirà nei primi mesi del 2019 insieme al reddito di cittadinanza e significa dare alle imprese la manodopera qualificata che aumenterà gli investimenti”. Lo afferma il vicepremier Luigi Di Maio, aggiungendo che “noi dobbiamo provare un dialogo a oltranza con tutti i commissari europei, con la commissione per spiegare la bontà di queste misure ma soprattutto per spiegare che la manovra può migliorare sopratutto nel taglio agli sprechi”, aggiunge Di Maio.

“Di tagli ne possiamo fare di più, perché non abbiamo completato in 5 mesi di governo tutte le istruttorie che servivano per tagliarli tutti”, spiega di Maio arrivando al Wow business summit di Samsung a Milano. La manovra “può migliorare per quanto riguarda la dismissione di immobili inutili: questo è un Paese che ha accumulato un patrimonio pubblico di immobili, asset secondari che si possono vendere. Può migliorare – aggiunge il vicepremier – rafforzando l’impegno sul 2,4 per cento di deficit che abbiamo preso: si parte col 2,4 e si arriva al 2,4. Capisco che la Commissione europea ha paura che questo governo si possa comportare come governi precedenti, cioè con la truffa dei numeri. I governi precedenti dicevano facciamo solo 1,8% di deficit all’inizio dell’anno e poi alla fine arrivava altro deficit, il che significa indebitare ulteriormente il Paese”, conclude Di Maio rispondendo ai giornalisti.

“Quando dico che i mercati capiranno non dico che dovranno farsene una ragione – ha detto ancora Di Maio -, dico che questi sono stati giorni di tensione con Bruxelles, stava per arrivare la procedura di infrazione, sono giorni in cui la manovra è ancora in discussione quindi si può avere il timore che possa partire un emendamento in aula che possa peggiorarla”. , aggiungendo che “quando la manovra sarà approvata definitivamente entro fine anno e si vedranno le nuove misure tutti capiranno”.

“In quegli anni il tema di Berlusconi è che aveva perso qualsiasi credibilità: certo mi fa riflettere il fatto che un partito, Forza Italia, che è stato buttato giù dallo spread oggi tifi spread”, ha detto poi Di Maio rispondendo a una domanda sull’ipotesi che non tema che l’attuale governo possa avere il destino dell’ultimo di quelli guidati dal leader di Forza Italia e aprire le porte a un ‘nuovo Monti’. “Ho visto anche gli interventi in aula in questi giorni dei capigruppo dell’opposizione che stanno lì a dirci che dobbiamo semplicemente ripiegare e tornare indietro”, aggiunge Di Maio spiegando che quando la manovra sarà approvata definitivamente i mercati capiranno “che non stiamo sprecando soldi, ma stiamo portando avanti le misure per fare ripartire l’Italia”.

“Noto con piacere che lo spread è calato di decine di punti in queste ore, quindi chi sta leggendo attentamente la Manovra si sta rendendo conto che l’economia italiane è sana”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, in Sardegna per la seconda giornata del suo tour nell’Isola, incalzato dai cronisti sui richiami da parte del Bruxelles per la Manovra italiana.

“Io ho a cuore i risparmi e il lavoro degli italiani, con l’Europa siamo educati e ragionevoli ma senza retrocedere: un conto, infatti, è essere cauti, educati e ragionevoli, un conto è retrocedere. Passi indietro non se ne fanno”, ha detto ancora Salvini rispondendo ai cronisti sulla ‘cautela’ di Di Maio nel confronto con l’Ue sulla Manovra italiana. “E Se Bruxelles continua a dire che la legge Fornero non si tocca, non mi convincerà mai”, ha concluso.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/11/23/manovra-conte-di-maio-salvini_0b45a152-e38f-4aa9-8636-402bc0981d0c.html

Tria, non interventi extra su risparmio

“Ho già avuto modo di osservare come i fondamentali” dell’economia italiana “non giustifichino i livelli attuali di spread”. Comunque “non è necessario prefigurare interventi straordinari di tutela del risparmio”.
Così il ministro dell’Economia Giovanni Tria al question time al Senato, ricordando che “il nostro sistema prevede strumenti che hanno già dimostrato la loro efficacia” in passato. Il ministro ha anche detto che, “se l’aumento dello spread persistesse nel tempo, la traslazione sui tassi praticati dalle banche sui mutui potrebbe risultare più significativa”. Fino a settembre, secondo “i dati della Banca d’Italia”, l’andamento dello spread “non ha influenzato in modo avverso i tassi sui mutui” mentre gli ultimi dati Abi indicano un “aumento del tasso medio a ottobre” sui nuovi mutui.
Sulla legge di bilancio, infine, Tria ha detto: “Ritengo sia nell’interesse del Paese e dell’Ue sdrammatizzare i toni del dibattito interno ed esterno per garantire la prosecuzione del dialogo instaurato”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/11/22/tria-non-interventi-extra-su-risparmio_82914859-d69a-48d0-9362-a311d5d6a42d.html