Il Mef ha chiuso a fine mattinata il collocamento di 4,5 miliardi di Btp a 10 anni, con scadenza ad aprile 2031. La cedola iniziale era dello 0,9% poi calata allo 0,89% grazie a 5,7 miliardi di euro di richieste del mercato, pari ad una copertura di 1,27 volte sull’offerta. Il coupon rappresenta, secondo gli analisti di Unicredit e di Marzotto Sim interpellati da milanofinanza.it, il minimo storico per un governativo italiano di questa lunghezza con cedola fissa. Oggi, intanto, il Btp 2030 sul mercato vede il rendimento stringersi dallo 0,88% allo 0,871%.
Dopo le elezioni regionali, che hanno visto come esito un bilanciamento fra Pd e Lega/Forza Italia alla guida di alcune delle maggiori regioni in Italia, il sentiment del mercato sui titoli di Stato è migliorato in modo significativo, “spingendo il rendimento a 10 anni e lo spread rispetto al Bund tedesco
a tornare ai livelli pre-Covid”. Ora il differenziale è in calo a 141,48 punti base.
Sono in corso anche altre aste questa mattina, compresa quella per 2-2,5 miliardi di euro di Btp (rendimento dello 0,5%) con scadenza a febbraio 2026 e 0,75-1,25 miliardi di CCTeu al febbraio 2024 per un totale in emissione, compreso il nuovo decennale, fra 6,75 e 8,25 miliardi di euro. “Non sono previsti rimborsi per sostenere l’asta”, ricordano gli analisti, “anche se questo fatto non dovrebbe creare troppa pressione considerato il mood piuttosto favorevole del mercato nei confronti del debito pubblico italiano”.
Il settore dei titoli governativi europei è sempre sostenuto dagli acquisti del Piano pandemico della Bce. Ieri la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, in un discorso di fronte al Parlamento di Bruxelles, “ha usato toni assai cauti, definendo la ripresa incompleta e disuniforme e chiarendo che il Governing Council valuterà tutte le informazioni inclusi gli sviluppi sul cambio, e le misure verranno adeguate alla situazione”, spiega Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Sgr. Per l’esperto, questo “atteggiamento chiaramente improntato alla prudenza ha generato l’impressione che il fronte delle colombe abbia il sopravvento” nel board della Bce, e “che a dicembre vedremo espansioni del programma di acquisti”.
Sul fatto che i rendimenti dei titoli di Stato abbiano uno spazio di crescita limitato è convinta anche Robeco, società di asset management olandese, secondo cui i governativi americani decennali renderanno al massimo l’1,5% nei prossimi cinque anni, mentre in Germania e in Giappone non si andrà oltre lo 0,5%. Il tutto tenendo conto del leggero aumento dei tassi di interesse di fine periodo, quando la crescita inizia ad accelerare.
Ciò implica che, per chi investe in titoli di Stato, i rendimenti nominali saranno negativi in tutti i principali mercati. Un portafoglio bond governativi globali in euro potrebbe rendere una media pari al -0,75%. Di conseguenza è evidente che il decennale italiano attorno allo 0,9% e ancora in area investment grade, risulta essere piuttosto appetibile per chi, come i fondi pensione, cerca di mettere in portafoglio emissioni che abbiano ancora un rendimento positivo. Si consideri che il Bonos spagnolo equivalente restituisce lo 0,23% per non parlare del Bund tedesco al -0,53%.
Fonte: Milano Finanza – https://www.milanofinanza.it/news/il-mef-colloca-il-btp-a-10-anni-con-la-cedola-piu-bassa-della-storia-richieste-per-5-7-miliardi-202009291000024462