Gentiloni: “Ue entrata nella più profonda recessione della storia”

Ora è abbastanza chiaro che l’Ue è entrata nella più profonda recessione economica della sua storia“. Lo dice il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, presentando in videoconferenza stampa a Bruxelles le Previsioni economiche di primavera, che vedono un crollo del Pil del 7,7% nel 2020 per l’Eurozona e del 7,5% per l’Ue.

“Sia la recessione che la ripresa saranno ineguali – continua – i dati aggregati nascondono considerevoli differenze tra i diversi Paesi. Come la recessione di quest’anno, anche la ripresa sarà impari, dato che non tutti i Paesi usciranno dalla crisi con la stessa velocità”. “Anche l’inflazione sarà significativamente più debole: i prezzi al consumo sono previsti in calo significativo quest’anno, riflettendo la brusca contrazione della domanda, come pure la forte caduta dei prezzi del petrolio”, aggiunge Gentiloni.

SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE GERMANIA – Il collegio dei commissari europei “ha discusso” della sentenza della Corte Costituzionale tedesca sul Qe sulla base di un “rapporto” preparato dal servizio giuridico e “abbiamo due punti: primo, affermiamo il primato del diritto Ue. Le sentenze della Corte di Giustizia sono vincolanti per tutte le Corti nazionali” dice il commissario europeo all’Economia. Secondo, continua, “abbiamo sempre rispettato l’indipendenza della Bce nell’attuazione della politica monetaria”. Ora “studieremo la sentenza in maggiore dettaglio”.

MES – Parlando delle linee di credito che il Mes metterà a disposizione per contrastare la pandemia di Covid-19, Gentiloni dice che costituiscono “un’opportunità per gli Stati membri. Per questo ne abbiamo discusso per 16 ore nell’Eurogruppo. I Paesi” che sui mercati obbligazionari pagano “alti interessi potrebbero essere più interessati di altri, ma spetta a loro decidere”.

“Stiamo facendo grandi sforzi, anche con il servizio giuridico, per avere regole che rispettino le decisioni politiche dei ministri delle Finanze e dei capi di Stato e di governo dell’Ue” spiega il commissario europeo all’Economia. E la decisione politica “è stata che la condizionalità non è quella tradizionale, ma molto ristretta alla portata di queste linee di credito”. “Manderemo agli Stati membri, in vista dell’Eurogruppo, che è convocato per venerdì, un pacchetto dalla Commissione con quello che serve per l’eligibilità, per la valutazione della sostenibilità del debito. L’eligibilità ci sarà per tutti i Paesi e anche la valutazione del debito sarà positiva per tutti” prosegue Gentiloni.

SCENARIO – Nelle previsioni economiche di primavera, “il nostro scenario di base è una graduale fine delle misure di confino a partire da maggio, con qualche possibile difficoltà locale, nella situazione complessiva in Europa” spiega il commissario europeo. Ci sono anche, continua, “due scenari negativi, uno basato su un’epidemia più seria nei prossimi mesi, che obblighi ad adottare nuove misure di confino. Il secondo prevede una vera seconda ondata dell’epidemia in autunno-inverno, che provochi qualcosa di non molto diverso da quello che abbiamo visto nei mesi scorsi”.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2020/05/06/gentiloni-entrata-nella-piu-profonda-recessione-della-storia_06YfcZQJsf2QNYE6poGjRK.html

Bce lascia tasso principale fermo a zero. La conferenza della Lagarde.

La Banca Centrale Europea lascia fermi i tassi d’interesse: il tasso principale resta a zero, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,50%.

I tassi della Bce resteranno “sui livelli attuali, o più bassi, finché le prospettive d’inflazione convergeranno robustamente vicino al 2%” e il Qe, ripreso a inizio novembre, “continuerà finché servirà“, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde, in conferenza stampa dopo il Consiglio direttivo.

“La crescita nell’eurozona continua ma ad un passo moderato”, Lagarde ha spiegato che a “pesare è la debolezza del settore manifatturiero”.  “I paesi più indebitati” dell’eurozona “devono perseguire politiche di bilancio prudenti”, ha sottolineato.
“La Bce monitorerà con grande attenzione le vicende sul commercio internazionale”, ha detto la presidente della Bce, affermando che il commercio internazionale è un “importante elemento” nelle nostre considerazioni” circa la politica monetaria.
Poi in tema di clima, “E’ responsabilità di tutti combattere i cambiamenti climatici”.  “Il tema dei cambiamenti climatici verrà preso in considerazione durante la revisione della nostra strategia”, ha detto la presidente della Bce.
“Sono preoccupata per i tassi bassi perché sono collegati ad una bassa crescita”. Lagarde ha sottolineato che “preferirei confrontarmi con tassi alti e una crescita maggiore. Ma questa è la situazione oggi”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/01/23/bce-oggi-la-decisione-sui-tassi.-la-conferenza-della-lagarde-_6e103e5b-905f-4738-a6cd-7e9476f0bcea.html

Bce, Lagarde: ‘Tassi bassi e Qe finché necessario’

La Banca centrale europea ha lasciato i tassi d’interesse invariati: il tasso principale resta fermo a 0, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,50%. Lo comunica la Bce al termine della riunione di politica monetaria, la prima guidata da Christine Lagarde.

I tassi della Bce rimarranno ai livelli attuali, o più bassi, “finché le prospettive d’inflazione convergeranno robustamente” verso il 2%, e il Qe, ripreso a inizio novembre, continuerà finché necessario, ha detto la presidente Lagarde alla sua prima conferenza stampa ufficiale dopo il Consiglio direttivo. Le pressioni inflazionistiche, ha aggiunto, continuano ad essere deboli e così anche le dinamiche della crescita, anche se ci sono segnali di “una stabilizzazione del rallentamento della crescita”.

La Bce ha “leggermente rivisto” al ribasso le stime di crescita per il 2020: 1,2% quest’anno, 1,1% il prossimo e 1,4% nel 2021 e 2022. Francoforte ha quindi confermato la stima d’inflazione dell’1,2% per quest’anno, rivedendola leggermente al rialzo all’1,1% per il 2020 e al ribasso a 1,4% nel 2021. La stima per il 2022 è +1,6%. “I governi che hanno spazio di bilancio – ha detto ancora la Lagarde – dovrebbero essere pronti ad agire in maniera efficace e tempestiva” per stimolare la crescita.

I temi trattati in conferenza si sono quindi allargati a 360 gradi. “Una ‘Japanification’? Non credo affatto che siamo a questo punto, il credito alle imprese europee presenta un quadro completamente diverso da quello giapponese. Non credo affatto che una ‘Japanification’ sia fra le ipotesi sul tavolo”, ha risposto la presidente a una domanda sul rischio, evocato da alcuni economisti, di una spirale di deflazione e bassa crescita come quella del ‘decennio perduto’ giapponese.

Quindi,  sulla vicenda dei dazi, “i rischi al ribasso sono meno pronunciati, non scommetterei su come andrà la fase uno del negoziato Usa-Cina, ma sta andando in una direzione migliore rispetto a qualche mese fa”. Anche sulla Brexit, la Lagarde ha detto di guardare al voto di oggi come un appuntamento in grado di “fornire un po’ più di chiarezza”.

Sul dibattito italiano riguardante il meccanismo europeo di stabilità, “l’idea che il Mes prenda di mira uno specifico Paese è totalmente errata, a mio parere”.

E infine, sulle definizioni giornalistiche nei confronti del suo ruolo, “non sono una colomba, né un falco: la mia ambizione è essere un gufo, che è dotato di saggezza”.

Sull’onda dell’intervento della Lagarde, i mercati europei, affondati stamani dai dati Usa sulla disoccupazione, riducono il calo: Londra guadagna lo 0,32%, Milano lo 0,1%, Madrid lo 0,05%; ancora in rosso, invece, Parigi e Francoforte (-0,26%).

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/12/12/bce-lagarde-tassi-bassi-e-qe-finche-necessario_6a10c911-dc88-4c88-8c85-b3233c36a251.html

Bce, Draghi: ‘Debolezza Eurozona si protrae e ci sono rischi’

Il penultimo consiglio direttivo della Bce sotto la guida di Mario Draghi – si legge in una nota – ha varato un nuovo programma di quantitative easing (Qe), che prevede l’acquisto di bond per 20 miliardi di euro al mese e partirà a novembre. Gli acquisti di bond decisi oggi con il nuovo programma “dureranno tutto il periodo necessario a rafforzare l’impatto accomodante dei tassi” e il consiglio direttivo si aspetta che “finiscano poco prima rispetto a quando la Bce inizierà ad alzare i tassi”.

La Bce ha anche tagliato il tasso su depositi a -0,50%. Invariati il tasso principale a 0% e quello sui prestiti marginali a 0,25%. Lanciato un nuovo maxi-prestito a lungo termine alle banche dell’Eurozona, allungando la scadenza da due a tre anni e prevedendo tassi più bassi per le banche che prestano ai di sopra di un certo livello.

La Banca centrale europea “si aspetta che i tassi di interesse chiave della Bce rimangano ai loro livelli attuali o inferiori fino a quando non si vedranno le prospettive di inflazione convergere saldamente a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione”.

La decisione della Banca centrale europea di riavviare il Qe fa correre i bond sovrani europei, i cui rendimenti sono tutti in calo. Il Btp decennale italiano ha toccato un minimo storico dello 0,77%, per poi risalire allo 0,81%, con un calo del rendimento di 15 punti base.

Lo spread tra Btp e Bund torna sotto i 140 punti base a 139, per la prima volta da maggio del 2018. Il rendimento del decennale italiano aggiorna i minimi storci a 0,75%.

L’INTERVENTO DI DRAGHI.

La decisione presa oggi con il pacchetto di misure della Bce riflette un’inflazione che continua ad essere al di sotto dell’obiettivo del 2% – ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi -, e “le informazioni in arrivo indicano una debolezza dell’economia dell’Eurozona più protratta, importanti rischi al ribasso e un’inflazione debole”.

La Bce ha abbassato a 1,1% la stima di crescita dell’Eurozona per il 2019, e a 1,2% quella per il 2020. Confermato un +1,4% per il 2021, ha annunciato Draghi.

La Bce ha abbassato le stime d’inflazione per l’Eurozona da qui al 2021: per quest’anno prevede ora un +1,1%, per il prossimo un +1% e per il 2021 un’accelerazione a 1,5%. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi nel corso della conferenza stampa che segue la decisione della banca centrale europea di tagliare i tassi sui depositi e di riaprire da novembre il quantitative easing con acquisti di titoli per 20 miliardi al mese.

Nel consiglio direttivo della Bce “non c’è stato alcun desiderio” di cambiare i limiti ai bond di ciascun Paese acquistabili tramite il Qe, perché “c’è sufficiente spazio di manovra” per portare avanti gli acquisti annunciati oggi, ha detto Draghi, aggiungendo che il pacchetto di misure “è adeguato per rinsaldare le aspettative d’inflazione”.

I Paesi che hanno spazio di manovra sul fronte dei conti pubblici dovrebbero utilizzarlo “in maniera efficace e tempestiva” per fronteggiare la situazione economica più difficile, ha spiegato il presidente della Bce ribadendo invece che i Paesi ad alto debito dovrebbero mantenere una politica di bilancio “prudente”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/09/12/bce-le-ultime-misure-di-draghi-nuovo-qe-da-20-miliardi_1773bf57-88a6-47e7-a561-bb22af55cc31.html

Draghi: ‘Non disponibile per l’Fmi’. Bce studia ripresa programma Qe

La crescita globale più debole e il commercio globale rallentato dal protezionismo “stanno ancora pesando sull’economia dell’Eurozona“, ha detto il Presidente della Bce Mario Draghi, soffermandosi sulla “prolungata incertezza dovuta a fattori geopolitici, al nascente protezionismo e alle vulnerabilità delle economie emergenti”.

“Le prospettive stanno peggiorando sempre di più – ha aggiunto in un altro passaggio – per il settore manifatturiero, nei Paesi dove questo settore è importante. Lo ha detto il Presidente della Bce Mario Draghi spiegando le ragioni dietro le misure preannunciate oggi. Draghi ha detto che i rischi per le previsioni di crescita e inflazione sono al ribasso e che “la possibilità di una ‘hard Brexit’ è un altro attore da tenere in considerazione”. “Non accettiamo – ha detto ancora – un tasso d’inflazione permanentemente così basso, e il punto chiave è che abbiamo la stessa determinazione sia che sia più alta (del 2%, ndr) sia più bassa”.

Il presidente si è detto indisponibile per l’Fmi. “Non per me – ha evidenziato – non credo proprio, non sono disponibile. Mi fa piacere ma il problema non si pone”.

“Se continuasse questo peggioramento economico nell’Eurozona – ha detto ancora Draghi – il ruolo della politica di bilancio diventerebbe essenziale”. Il presidente della Bce ha notato che il settore manifatturiero in Germania e in Italia sta soffrendo uno “shock idiosincratico”.

La Banca centrale europea intanto apre a una ripresa del quantitative easing. La Bce – si legge in una nota – “è determinata ad agire se le prospettive d’inflazione nel medio termine continuano ad essere inferiori al suo obiettivo”. Il consiglio direttivo “ha dato mandato ai relativi comitati dell’Eurosistema di esaminare le opzioni, fra cui “le dimensioni e la composizione di nuovi acquisti di titoli”.

Lo spread tra Btp e Bund scende a 179 punti col rendimento del decennale italiano che si attesta all’1,379% dopo che dal consiglio direttivo della Bce è arrivato un mandato tecnico per studiare ripresa Qe per poi tornare di nuovo a quota 189 punti

Oscillano anche le Borse. Dopo una prima fase di rialzi, i mercati hanno virato in negativo sui timori per le previsioni negative sul settore manufatturiero e i rischi del protezionismo.

La Bce – ha annunciato – lascerà i tassi invariati ai livelli attuali (il tasso principale è 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%) o inferiori fino “almeno alla prima metà del 2020 e comunque per tutto il periodo di tempo necessario” per far risalire l’inflazione.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/07/25/bce-allo-studio-ripresa-programma-qe_a446d6ab-ccab-47f1-a196-d020edafe9a9.html

Draghi, economia più debole previsto

“A dicembre abbiamo deciso di mettere fine” al Qe, “fiduciosi che la convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo sarebbe progredita”. Allo stesso tempo “i recenti sviluppi economici sono stati più deboli dell’atteso e le incertezze soprattutto globali restano prominenti. Quindi non c’è spazio per il compiacimento” e uno stimolo “significativo è ancora necessario”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi al Parlamento Ue.
“Oggi possiamo dire che l’area euro è uscita da una crisi così grave che ha minacciato più volte la sua stessa esistenza. Siamo fuori, prima di tutto per la resilienza, l’energia, la capacità imprenditoriale dei cittadini europei, e per la loro fiducia nell’impegno dei loro leader per l’euro”. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi al Parlamento Ue. “Per produrre pienamente i suoi benefici, la Ue ha bisogno di impegno permanente dei politici, sia a livello nazionale che europeo”, ha aggiunto.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/01/15/draghi-economia-piu-debole-previsto_7136a1e6-24fc-4277-9375-8f0adef3b169.html

Manovra: gestore, rischio Italia c’è

“Il ‘rischio Italia’ nel lungo periodo, cioè uno scenario di tipo greco, non c’è perché l’Europa non potrebbe permetterselo, ma nel breve periodo il rischio Italia c’è”. E’ l’analisi di Andrea Carzana, gestore azionario Europa di Columbia Threadneedle Investments. “L’Ue con le armi spuntate del procedimento di infrazione potrebbe avere la tentazione di lasciare fare ai mercati, che possono portare i rendimenti dei Btp e lo spread alle stelle: nessun governo negli ultimi 50 anni è sopravvissuto” a una simile situazione “con le banche che vanno giù”, aggiunge Carzana partecipando all”Outlook 2019′ del gruppo di global asset management statunitense.
Un’ipotesi per arginare un’eventuale forte crisi sull’Italia o un rallentamento dell’economia viene individuata negli interventi della Bce: il quantitative easing in esaurimento viene considerato uno strumento non selettivo, mentre non si esclude un proseguimento del piano di rifinanziamento a lungo termine Long term refinancing operation (Ltro).

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/11/20/manovra-gestore-rischio-italia-ce_71b7ccee-355e-475b-81cc-3220a51e7a15.html

Draghi, altolà sul debito, spread riflette sfida a Ue

Il presidente della Banca centrale europea, mario Draghi, avverte nuovamente i paesi “ad alto debito”: non devono aumentarlo ulteriormente, e lo spread in alcuni Paesi – riferimento implicito all’Italia – riflette lo sfida alle regole di bilancio comuni. “La mancanza di consolidamento fiscale nei Paesi ad alto debito aumenta la loro vulnerabilità agli shock, che siano auto-prodotti mettendo in forse le regole dell’Unione monetaria, o importati tramite il contagio. Finora, l’aumento degli spread è stato in gran parte limitato al primo caso e il contagio è stato limitato”.

Anche se i rischi appaiono ancora “bilanciati”, e la frenata della crescita nell’Eurozona è normale e non prelude a una improvvisa interruzione, la Bce – ha detto Draghi – dovrà “monitorare attentamente” i rischi posti dalla ‘guerra dei dazi’ e l’inflazione di base “deve ancora mostrare una tendenza al rialzo convincente”. Un cambio di tono del presidente della Bce, più da ‘colomba’ che nei mesi scorsi, che potrebbe avere ripercussioni sulle prossime mosse di politica monetaria, con l’uscita dal Qe programmata a fine dicembre e un rialzo dei tassi atteso per il prosismo autunno.

Se i dati in arrivo confermeranno la convergenza verso gli obiettivi la Bce procederà come stabilito. Ma “il consiglio ha anche notato che le incertezze sono aumentate” e dunque – ha detto il presidente della Bce allo European Banking Congress a Francoforte – “a dicembre, con le nuove previsioni disponibili, saremo più in grado di fare una piena valutazione”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/11/16/draghi-aumento-dello-spread-per-sfida-alle-regole-dellue_92a74e2b-e810-465b-91fa-94603f29b9ca.html

Bce lascia tassi invariati Draghi: ‘La ripresa è solida’

La Bce lascia i tassi invariati almeno fino all’estate 2019 e annuncia la fine per dicembre del ‘quantitative easing’, gli acquisti netti di titoli.

E il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi è fiducioso sulla ripresa. “Nonostante le incertezze sul commercio globale, i dati indicano che l’Eurozona precede su un terreno di crescita solida e diffusa” ha detto, spiegando che anche l’inflazione continuerà a riavvicinarsi ai livelli desiderati dalla Bce, ma “uno stimolo monetario significativo è ancora necessario”.

La Bce ha mantenuto i tassi d’interesse invariati, come da attese. In una nota l’Eurotower spiega che il costo del denaro rimarrà ai livelli attuali almeno fino a a tutta l’estate 2019. La Bce spiega che “i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%”. Il Consiglio direttivo, che si è da poco concluso a Francoforte, “si attende che i tassi di interesse di riferimento della Bce si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno fino all’estate del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine”. Quanto al ‘Qe’, il Consiglio direttivo “continuerà a effettuare acquisti netti nell’ambito del programma di acquisto di attività all’attuale ritmo mensile di 30 miliardi di euro sino alla fine di settembre 2018”. Dopo settembre, “se i dati più recenti confermeranno le prospettive di inflazione a medio termine del Consiglio direttivo, il ritmo mensile degli acquisti netti di attività sarà ridotto a 15 miliardi di euro sino alla fine di dicembre 2018 e in seguito gli acquisti netti giungeranno a termine”. Il Consiglio direttivo, infine, intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza “per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.

Positivo il commento di Draghi asull’intesa Trump-Juncker sui dazi.  “L’intesa annunciata ieri dopo il vertice fra il presidente Donald Trump e quello della Commissione Ue Jean-Claude Juncker “è un buon segno, mostra che c’è di nuovo la volontà di discutere del commercio in una cornice multilaterale”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, spiegando che oggi il consiglio direttivo della Bce ha “preso nota” di quanto dichiarato a Washington anche se “è troppo presto per dire di più”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/fondimpresa/2018/07/26/bce-lascia-tassi-invariati-almeno-fino-a-estate-2019.-a-dicembre-stop-a-qe_14d20d43-c3c3-4d76-a782-72a731e75ae9.html

Tassi invariati Bce, fino a estate 2019

La Bce ha mantenuto i tassi d’interesse invariati, come da attese. In una nota l’Eurotower spiega che il costo del denaro rimarrà ai livelli attuali almeno fino a a tutta l’estate 2019. La Banca centrale europea annuncia inoltre che terminerà a dicembre gli acquisti netti di titoli con cui conduce il ‘quantitative easing’.
Il presidente della Bce, Mario Draghi, commenta: “nonostante le incertezze sul commercio globale, i dati indicano che l’Eurozona precede su un terreno di crescita solida e diffusa”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/07/26/tassi-invariati-bce-fino-a-estate-2019_6c529712-03f6-49c8-b5e3-b666535d46ff.html