Industria: Istat, produzione novembre -1,4%, -4,2% annuo

A novembre 2020 la produzione industriale italiana diminuisce sia su base congiunturale sia in termini tendenziali. Lo rileva l’Istat precisando di aver registrato un calo dell’1,4% rispetto a ottobre e del 4,2% a livello annuale (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 contro i 20 di novembre 2019).

L’Istat spiega che “tutti i comparti risultano in diminuzione su base annua, particolarmente accentuata per i beni di consumo” in calo del 9,8%.
Nella media del trimestre settembre-novembre il livello della produzione segna invece un rialzo del 2,1% rispetto al trimestre precedente.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/01/13/industria-istat-produzione-novembre-14-42-annuo_44bba60d-c71e-4d06-ac7f-6f101a4a0e24.html

Prosegue la ripresa della produzione industriale in Italia, +7,4% a luglio

Prosegue il trend di ripresa della produzione industriale italiana. L’Istat ha stimato che a luglio l’indice destagionalizzato è cresciuto del 7,4% rispetto a giugno (+8,2%). Il dato, corretto per gli effetti del calendario, è diminuito in termini tendenziali dell’8% (considerando che i giorni lavorativi sono stati 23, come nel luglio 2019) da confrontare con il calo del 13,9% di giugno (rivisto da -13,7%). Le attese per luglio erano di un aumento del 3,5% a livello mensile e di una riduzione del 9,7% a livello annuo.

Ponendo, invece, la lente di ingrandimento sul trimestre maggio-luglio, la crescita del livello della produzione è stata del 15% rispetto ai tre mesi precedenti. Prendendo in considerazione i singoli comparti, l’istituto di statistica ha spiegato che le crescite più marcate sono state quelle dei beni strumentali (+11,8%), dei beni intermedi (+7,7%), dei beni di consumo (+6,2%) e marginalmente dell’energia (+0,1%).

I cali tendenziali, invece, hanno caratterizzato tutti i settori, ma le performance peggiori sono state quelle relative ai beni intermedi con un -11,3%. A seguire i beni strumentali (-6,8%), l’energia (-6,8%), i beni di consumo (-6,2%). Sempre a livello tendenziale le diminuzioni più accentuate sono state quelle della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-21,4%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-20,6%), della fabbricazione di mezzi di trasporto (-11,5%).

Mentre le diminuzioni minori sono state osservate nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-0,4%), nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-1,4%) e nelle altre industrie (-4,4%). In ripresa, a luglio, anche la produzione di autoveicoli, cresciuta del 3,4% su base annua (dato corretto per gli effetti di calendario). Tuttavia nei primi sette mesi dell’anno la produzione del settore autoveicoli ha registrato un crollo del 36,9% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Ma per la Coldiretti, alla fine, tiene solo l’alimentare con una produzione che rimane praticamente stabile (-0,4%) rispetto allo scorso anno grazie all’impegno di 730 mila aziende agricole e 70 mila industrie alimentari che non hanno mai smesso di lavorare per garantire le forniture di cibo e bevande agli italiani.

Con lo scoppio della pandemia, infatti, “la filiera agroalimentare è diventata la prima ricchezza del Paese con 538 miliardi di valore dimostrando una maggiore resistenza al drammatico impatto dell’emergenza Covid-19. Quella agroalimentare è una realtà allargata dai campi agli scaffali che garantisce 3,8 milioni di posti di lavoro e vale il 25% del pil”, ha continuato la Coldiretti.

Infatti è stata proprio l’emergenza sanitaria a far luce sull’importanza strategica che il settore del food ha per il nostro Paese grazie alle sue garanzie di qualità e sicurezza. Per Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, “l’Italia può contare su una risorsa da primato mondiale ma deve investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”.

Comunque, a differenza delle vendite al dettaglio, a luglio non si è interrotta la ripresa della produzione industriale cominciata nel mese precedente, ha osservato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Certo, “la crescita è lenta e il gap da colmare con i livelli pre-Covid è ancora consistente, ma l’importante è che il trend positivo prosegua”, ha evidenziato Dona, aggiungendo che “al di là del confronto su base annua reso noto dall’Istat, -8%, rispetto ai livelli di gennaio 2020 la produzione risulta ancora inferiore, nei dati destagionalizzati, del 6,6%, -5,3% su febbraio, ultimo mese pre-crisi. Insomma, il cammino da fare è ancora lungo, ma l’importante è che si vada nella giusta direzione”, ha concluso.

Pubblicati oggi anche i dati sulla produzione industriale della Francia, salita del 3,8% a livello mensile a luglio. Il risultato resta, comunque, al di sotto delle attese degli economisti che si aspettavano un aumento del 5%. Il dato di giugno è stato corretto al rialzo da +12,7% a +13% su base mensile.

Fonte: Milano Finanza  –  https://www.milanofinanza.it/news/prosegue-la-ripresa-della-produzione-industriale-in-italia-7-4-a-luglio-202009101032285236

Gualtieri: forte rimbalzo Pil nel terzo trimestre

Nel terzo trimestre dell’anno stimiamo un forte rimbalzo del Pil, ci sono molto indicatori che lo dicono e quello dell’occupazione si aggiunge. C’è stato il sentimento positivo delle imprese sugli ordinativi nei quali l’Italia, cosa rarissima, è stata la prima”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri intervistato ad Agorà Estate su Rai3. Il ministro ha spiegato che i dati negativi del secondo trimestre registrano il crollo di aprile (“se si chiude l’economia il Pil crolla”) ma che “poi a maggio e giugno la produzione industriale segna una ripresa”. I dati del lavoro sono un ulteriore “segnale limitato ma positivo della ripresa” e “anche l’aumento della disoccupazione, che nei momenti più duri è scesa perchè aumentavano gli inattivi, ora sale perchè calano gli inattivi. E poi – ha aggiunto – salgono anche finalmente gli occupati”.

La stima annuale del Pil fatta in precedenza dal governo “è stata fatta quando non si sapeva quanto sarebbe durato il lockdown: la nuova stima sarà peggio del -8% stimato, ma non così tanto – ha anche detto Gualtieri -. Tutti i previsori che indicavano -11, -12, -13% dicono che l’Italia fa meglio di quanto loro prevedevano”.

“La riforma fiscale ha un costo strutturale a regime e non può essere finanziata con strumenti congiunturali come più essere il recovery fund” ma dovrà essere “autofinanziata” e “c’è ampio spazio”. Il ministro ha aggiuto che le risorse del recovery fund “possono far aumentare il Pil e dare lo spazio per introdurre le riforme e farle andare a regime”. Le risorse – ha invece spiegato il ministro – arriveranno dalla “la riforma delle tax expenditure e anche lavorando sul contrasto all’evasione: c’è molto spazio anche con superamento di di meccanismi di tassazione ambientale che rendano uno sistema fiscale con la nostra strategia green”.

La riforma fiscale punta a “proseguire sulla strada del taglio del cuneo fiscale per aumentare salari e stipendi” e poi vuole “realizzare l’innovazione dell’assegno unico che definiremo uno strumento più potente per sostenere la famiglia e la genitorialità”. Il ministro ha spiegato che si tratta di una “grande sfida e opportunità” e che la riforma dovrà essere “autofinanziata” e dovrà essere finanziata con “la riduzione delle tax expenditure (le agevolazioni fiscali, ndr) e il contrasto all’evasione fiscale”.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/09/02/gualtieri-forte-rimbalzo-pil-nel-terzo-trimestre_f2a5f78d-f92c-4d73-b21e-9f4ebaea2a5c.html

Istat: produzione industriale in ripresa a giugno, ma in un anno è -13,7%

giugno 2020 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dell’8,2% rispetto a maggio. Nella media del secondo trimestre, il livello della produzione cala del 17,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Lo rileva l’Istat. L’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali diffusi in tutti i comparti: crescono in misura marcata i beni di consumo (+9,8%), i beni intermedi (+9,0%), i beni di strumentali (+8,1%) e, con una dinamica meno accentuata, l’energia (+2,1%).

Corretto per gli effetti di calendario, a giugno 2020 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 13,7% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di giugno 2019). Forti flessioni tendenziali caratterizzano tutti i comparti; il calo è meno pronunciato solo per l’energia (-6,2%), mentre risulta più rilevante per i beni strumentali (-16,2%), i beni intermedi (-15,7%) e quelli di consumo (-11,4%).

L’unico settore di attività economica che registra un incremento tendenziale della produzione industriale a giugno è quello delle attività estrattive (+1,5%), nota l’Istat, sottolineando che tra i rimanenti comparti le maggiori flessioni si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-26,7%), nella fabbricazione dei mezzi di trasporto (-26,4%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-22,9%).

“Prosegue a giugno la ripresa della produzione industriale con un aumento mensile, al netto della stagionalità, dell’8,2%, che segue quello eccezionale registrato a maggio (+41,6%), dopo il crollo dovuto all’emergenza Covid-19”, il commento dell’Istat ai dati diffusi oggi. “Tutti i comparti sono in crescita congiunturale, ad eccezione di quello della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici, in leggera flessione. Sebbene in recupero, i livelli produttivi – sottolinea l’Istat – restano ancora distanti da quelli prevalenti prima dei provvedimenti legati all’emergenza sanitaria; rispetto a gennaio la produzione risulta inferiore, al netto dei fattori stagionali, di oltre 13 punti percentuali”.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2020/08/06/istat-produzione-industriale-ripresa-giugno-anno_HWmVUMp1BpXBC8MLUVCdoI.html?refresh_ce

Ue, calo record Pil Italia -11,2% nel 2020

Il Pil 2020 in Italia scenderà a -11,2%, il peggior calo dell’Unione, per risalire al 6,1% nel 2021: sono le nuove stime sulla crescita secondo le previsioni d’estate della Commissione Ue. Il Covid-19 e le misure di contenimento hanno provocato una “profonda contrazione” dell’economia italiana, e il blocco della produzione avrà un impatto sull’attività economica “ancora più pesante nel secondo trimestre” rispetto al primo, scrive Bruxelles. Nel terzo trimestre, in assenza di una seconda ondata di contagi, “l’attività economica riprende aiutata dalle politiche” del governo. La produzione industriale riprenderà “più rapidamente”, ma turismo e tutte le attività associate impiegheranno più tempo. La spesa dei consumatori dovrebbe riprendere dalla metà dell’anno, e il sostegno della cassa integrazione o di altri schemi dovrebbe ridurre l’impatto della crisi sui salari. Ma gli investimenti delle aziende “rimarranno depressi quest’anno, data la alta incertezza sul fronte della domanda e la necessità delle aziende di conservare liquidità”, nonostante i prestiti garantiti, crediti fiscali e altre forme di sostegno. Per l’Italia, conclude Bruxelles, “le stime di crescita restano soggette a rischi al ribasso, e un crollo del mercato del lavoro protratto, una volta che le misure di emergenza sono terminate, potrebbe frenare l’attesa ripresa”.

Il Pil della zona euro scenderà a -8,7% nel 2020, per risalire al 6,1% nel 2021: sono le nuove stime sulla crescita secondo le previsioni d’estate della Commissione Ue. I dati peggiori per il 2020 sono quelli di Italia (-11,2%), Spagna (-10,9%), Francia (-10,6%). Per Bruxelles si tratta di “una recessione ancora più profonda” delle attese, e con “divergenze più ampie”.

La Commissione europea presenta le previsioni economiche d’estate. A maggio le stime indicavano, per il 2020, una flessione del Pil dell’Eurozona del 7,7% (-9,5% per l’Italia) e un rimbalzo del 6,3% nel 2021 (6,5% il dato italiano). Le nuove previsioni, presentate dal commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, certificheranno la gravità della situazione economica causata dalla pandemia a dieci giorni dal nuovo vertice Ue per trovare un accordo sugli aiuti previsti nel Recovery Fund per superare la recessione.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2020/07/07/la-commissione-ue-presenta-le-nuove-previsioni-economiche-la-diretta-alle-10_186fe8ce-fddd-4e62-8852-ea01336f2e90.html

Crolla la produzione industriale ad aprile -19,1% su mese, -42,5% su anno

Ad aprile la produzione industriale registra su marzo una nuova “marcata” contrazione, pari al 19,1%. Lo rileva l’Istat, aggiungendo che la caduta su base annua arriva al 42,5% (dato corretto per gli effetti di calendario). “Le misure di contenimento dell’epidemia di Covid-19 hanno determinato la forzata chiusura dell’attività di molti settori per l’intero mese, con effetti negativi – si legge nel commento dell’Istituto – rilevanti sui livelli produttivi”. La caduta su base mensile della produzione industriale ad aprile rappresenta “una uova, marcata flessione”, che arriva al -19,1%, “seppure meno ampia di quella di marzo (-28,4%)”. Lo sottolinea l’Istat nel commento agli ultimi dati, evidenziando come “l’unico comparto in leggera crescita” sia quello farmaceutico (+2,0%), mentre rimane sostanzialmente stabile quello alimentare (-0,1%)”. Su base annua, invece, “l’indice corretto per gli effetti di calendario diminuisce in modo ancor più accentuato di quanto osservato il mese precedente, con una flessione del 42,5%”. A marzo la discesa tendenziale era stata del 29,4%.

Nel confronto con lo scorso anno nessun comprato industriale riesce a registrare un segno più: la produzione ad aprile coinvolge ogni comparto. Mese su mese solo la farmaceutica risulta in rialzo, con un +2,0% (pur se a livello tendenziale la flessione è del 6,7%). Tiene l’alimentare, che resta sostanzialmente fermo in termini congiunturali, -0,1% (anche qui su base annua il calo c’è ed è dell’8,1%) “Le industrie tessili, dell’abbigliamento, pelli e accessori e quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto sono le più colpite, con riduzioni della produzione senza precedenti e rispettivamente pari all’80,5% e al 74,0%”. Lo rileva l’Istat diffondendo i dati tendenziali sulla produzione industriale ad aprile, mese di lockdown. Fermo totatale per gli autoveicoli con un secco -100%. E’ questo il risultato congiunturale del mese di aprile, segnato dal lockdown, per l’industria degli autoveicoli. A registrarlo è l’Istat. Su base annua non si va lontano: -98,4% il dato corretto per gli effetti di calendario e -95,5% la variazione grezza.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/06/11/crolla-la-produzione-industriale-ad-aprile-191-su-mese-425-su-anni_67a364ca-814d-41fd-b83c-3b7ecabc91c6.html

Istat: “A marzo crollo fatturato industria”

A marzo – primo mese dell’emergenza coronavirus – prevedibile crollo del fatturato dell’industria che secondo le stime Istat, al netto dei fattori stagionali, è diminuita del 25,8%, rispetto a febbraio e anche degli ordinativi che registrano una marcata riduzione, sia rispetto allo scorso mese (-26,5%), sia nella media del primo trimestre rispetto al quarto trimestre del 2019 (-9,5%). Nella media del primo trimestre dell’anno l’indice complessivo del fatturato registra un calo del 6,6% rispetto all’ultimo trimestre del 2019.

Su base annua, corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale cala del 25,2%, con una riduzione del 27,6% sul mercato interno e del 20,7% su quello estero.

L’Istat evidenzia infatti come anche la dinamica congiunturale del fatturato sia molto più negativa per il mercato interno, per il quale si rileva una diminuzione del 27,9% mentre il mercato estero registra un calo meno accentuato, pari al 21,9%. Analogamente, la variazione congiunturale degli ordinativi riflette una contrazione delle commesse provenienti dal mercato interno (-29,9%) più marcata rispetto a quella registrata dalle commesse provenienti dall’estero (-21,4%). Quanto ai principali settori, a marzo si rilevano flessioni degli indici del fatturato ampie e diffuse a tutti i settori: -20,1% per i beni intermedi, -20,8% per i beni di consumo, -32,0% l’energia e, infine, 36,2% i beni strumentali. In riferimento al manufatturiero, l’industria farmaceutica registra la crescita tendenziale più rilevante (+9,9%), mentre il settore dei mezzi di trasporto mostra il calo maggiore (-45,7%). Su base annua l’indice grezzo degli ordinativi diminuisce del 26,6%, con riduzioni su entrambi i mercati (-29,3% quello interno e -23,1% quello estero).

L’unica variazione tendenziale positiva si registra nell’industria farmaceutica (+19,5%), mentre il peggior risultato si rileva nell’industria dei mezzi di trasporto (-55,4%). L’Istat osserva come essendo l’Italia il primo paese colpito dall’epidemia in Europa, la contrazione del mercato interno è risultata molto più accentuata rispetto a quello estero. Il calo di fatturato e ordinativi, su base tendenziale, ha raggiunto valori simili a quelli registrati nel momento più acuto della crisi del 2008-2009.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2020/05/15/istat-marzo-crollo-fatturato-industria_VLUBOfeEoD3BaXOkmVbOCI.html

Industria, crolla produzione a marzo

L’effetto coronavirus affonda – come previsto –  la produzione industriale che, secondo le stime Istat, a marzo è scesa del 28,4% rispetto a febbraio. Su base annua, corretto per gli effetti di calendario, l’indice complessivo è diminuito del 29,3%.

L’indice destagionalizzato mensile mostra marcate diminuzioni congiunturali in tutti i comparti; variazioni negative caratterizzano, infatti, i beni strumentali (-39,9%), i beni intermedi (-27,3%), i beni di consumo (-27,2%) e l’energia (-10,1%).

Nella media del primo trimestre dell’anno, il livello destagionalizzato della produzione diminuisce dell’8,4% rispetto ai tre mesi precedenti.

L’Istat – che parla di un “crollo” con la maggiore diminuzione mai registrata dal 1990, inizio della serie storica – segnala diminuzioni particolarmente accentuate in tutti i settori. Tutti i principali settori di attività economica registrano variazioni tendenziali negative ma per alcuni la caduta congiunturale e tendenziale supera ampiamente il 50%.

Infatti le diminuzioni più rilevanti sono quelle della fabbricazione di mezzi di trasporto (-52,6%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-51,2%), della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-40,1%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-37,0%) mentre il calo minore si registra nelle industrie alimentari, bevande e tabacco (-6,5%). Nel corso della fase di rilevazione l’Istat sottolinea come “vi è stata una moderata riduzione del tasso di risposta delle imprese, conseguente all’emergenza sanitaria in corso” ma “le azioni messe in atto per fare fronte a queste perturbazioni nella fase di raccolta dei dati hanno consentito di elaborare e diffondere gli indici relativi al mese di marzo 2020”.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2020/05/11/industria-crolla-produzione-marzo_nUiavBouuTf46yFZLEJE0M.html?refresh_ce

Confindustria: “Pil -8% nel II trimestre, si rischia ritorno indietro di 40 anni”

Il secondo trimestre del 2020 mostrerà una dinamica di PIL e produzione molto più negativa rispetto a quella osservata nel primo. “La variazione acquisita della produzione industriale nel secondo trimestre è di -40% anche se per i prossimi mesi, quando è attesa una modesta ripresa della domanda, c’è da attendersi un forte rimbalzo congiunturale dell’attività”. Lo scrive il Centro Studi di Confindustria nella Congiuntura flash, osservando come “anche tenendo conto di una dinamica positiva in maggio e giugno, la produzione nel secondo trimestre è attesa diminuire a un ritmo più che doppio rispetto a quello registrato nel primo”.

“Inoltre – continua il CSC – nel secondo trimestre c’è da attendersi una caduta del PIL italiano di almeno 8 punti percentuali. È necessario fare di tutto per sostenere adeguatamente imprese e famiglie; l’alternativa è un impoverimento generale e duraturo che riporterà i livelli di ricchezza indietro di quarant’anni”.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2020/05/04/confindustria-pil-nel-trimestre-rischia-ritorno-indietro-anni_k2vzm2YASTUjcJTD26E95J.html?refresh_ce

Brusco calo della produzione industriale, in un anno diminuita del 4,3%

Nel quarto trimestre del 2019 la produzione industriale in Italia è scesa  in termini congiunturali dell’1,4%. Lo rileva l’Istat, spiegando che si tratta del calo più forte dal quarto trimestre del 2012. Inoltre la flessione segue quelle del secondo e del terzo trimestre. Applicando gli standard del Pil si potrebbe dire che il settore sta attraversando una fase di ‘recessione‘.

Altro dato riguardante sempre la produzione industriale che a dicembre del 2019 è scesa del 2,7% rispetto a novembre, segnando il calo più forte da gennaio del 2018. Lo rileva l’Istat che su base annua segna una diminuzione del 4,3% (dato coretto per gli effetti di calendario). Il dato annuo risulta in flessione anche in termini grezzi ma la contrazione diventa meno ampia (-1,3%).

Sempre secondo l’Istituto di statistica, nel 2019 la produzione industriale è tornata a scendere dopo cinque anni. Per l’anno scorso è stimato un calo dell’1,3% in media rispetto al 2018, quando si era registrata una crescita dello 0,6%. Si tratta della prima diminuzione dal 2014 e di quella più ampia dal 2013, quindi da sei anni.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/02/10/brusco-calo-della-produzione-industriale-in-un-anno-diminuita-del-43_6f6aa586-b0af-4c8b-9ee7-4f7e9e849e13.html