Istat: la spesa delle famiglie cresce più del reddito

Nel terzo trimestre del 2019, la crescita del reddito delle famiglie si è tradotta in maggiore consumi, con un aumento della spesa dello 0,4% rispetto al secondo trimestre. Lo rileva l’Istat, aggiungendo che ne consegue una “marginale” riduzione della propensione al risparmi, pari all’8,9% (-0,1 punti percentuali sul trimestre precedente). “Tale flessione – spiega l’Istituto di statistica – deriva da una crescita della spesa per consumi finali lievemente più sostenuta rispetto a quella registrata per il reddito disponibile lordo (+0,4% e +0,3% rispettivamente)”.
Il reddito disponibile delle famiglie, infatti, nel terzo trimestre del 2019 sale ancora (è in positivo dall’inizio dell’anno) ma la crescita congiunturale, pari allo 0,3%, perde vigore rispetto al trimestre precedente (+1,0%). Stesso discorso per il potere d’acquisto, che registra identici valori, “grazie alla dinamica nulla dell’inflazione”.

Nel terzo trimestre 2019 l’indebitamento delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari all’1,8%, invariato sullo stesso trimestre del 2018, sottolinea l’Istat, aggiungendo che nei primi 9 mesi del 2019 il rapporto deficit-Pil è stato del 3,2%, in miglioramento sullo stesso periodo dell’anno prima (3,4%). Il dato è il più basso dal 2007. Sempre nel terzo trimestre, la pressione fiscale è stata pari al 40,3% -0,1 punti percentuali sullo stesso periodo del 2018. Il dato cumulato dei primi nove mesi è pari al 39,2% del Pil, il valore più alto dal 2015.

La spesa per interessi passivi, quelli pagati sul debito, scende nel terzo trimestre del 2019 a 15 miliardi e 199 milioni, da 16 miliardi e 86 milioni dello stesso periodo del 2018, con un risparmio quindi di quasi 900 milioni, precisamente 887 milioni di euro.

L’Inflazione, il tasso annuo di crescita dei prezzi, a dicembre risale, risultando pari allo 0,5%. Lo rileva l’Istat nelle stime preliminari, ricordando che a novembre ci si era fermati allo 0,2%. Più che un raddoppio quindi, ma l’Istituto di statistica avverte come il rialzo sia dovuto “principalmente” all’accelerazione dei prezzi dei carburanti, “componete – rimarca l’Istat – molto volatile del paniere”.

Il tasso d’inflazione per il 2019 si attesta allo 0,6%, un valore dimezzato rispetto a quello del 2018 (+1,2%). Un dato che, sottolinea lo stesso Istituto di statistica, conferma “la debolezza” mostrata dall’indice nel corso dell’intero anno.

A dicembre il cosiddetto ‘carrello della spesa’, segna su base annua una crescita dello 0,8%, in accelerazione rispetto allo 0,5% di novembre.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/01/07/istat-spesa-famiglie-su-piu-del-reddito_6ba74df4-b316-413a-94e3-36ac463f87c6.html

Manovra, Gualtieri: ‘Calo considerevole tasse, giù di 7 miliardi’

La manovra “riduce la pressione fiscale rispetto agli andamenti tendenziali ma anche rispetto al risultato dello scorso anno, al netto delle misure di contrasto all’evasione, degli interventi sui versamenti Isa e anche al netto dell’aumento dell’Iva”. Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in audizione alla Camera sulla manovra, sottolineando che si registra un calo di “7,1 miliardi della pressione fiscale anche rispetto all’anno precedente”. Risultati “significativi” visti anche “i tempi strettissimi” nei quali ha potuto agire l’esecutivo. “Il governo appena insediato si è trovato ad affrontare una sfida estremamente impegnativa, 23,1 miliardi di imposte indirette da disinnescare” oltre alla “necessità ovvia di assicurare stabilità e sostenibilità dei conti pubblici” e alla “necessità di imprimere una spinta all’economia che stava sperimentando una fase di pesante rallentamento”. Gualtieri ha sottolineato che questi obiettivi sono stati perseguiti “nel quadro della necessità di non limitarsi alle clausole ma di avviare l’attuazione di un programma di governo ambizioso su 4 pilastri: riduzione del carico fiscale sul lavoro, investimenti per crescita e sostenibilità, famiglia e welfare e contrasto dell’evasione”.  La manovra “consente al Paese di voltare pagina e imboccare il sentiero virtuoso della crescita e della coesione sociale”.

“La previsione di crescita del pil contenuta nel nadef appare ampiamente raggiungibile”. Lo ha detto il ministro del’economia, Roberto Gualtieri, in commissione Bilancio alla Camera. “Guardando all’economia italiana – ha aggiunto – si registrano alcuni primi segnali incoraggianti”.  “Il bonus cultura per i diciottenni è stato confermato” riconoscendo “300 euro di beneficio individuale”. Lo ha precisato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in audizione alla Camera elencando gli interventi contenuti nella manovra per il 2020. Per il bonus la legge di Bilancio stanzia per il 2020 160 milioni, 80 in meno rispetto a quelli stanziati per il 2019. Finora la card cultura per i diciottenni era di 500 euro

Nel 2020 il governo lavorerà a una “riforma complessiva del’irpef, per disegnare un fisco equo e trasparente”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in audizione alla Camera sulla manovra. Gualtieri ha ricordato che con la manovra “abbiamo deciso che sarebbe stato importante avviare la riduzione della tassazione sul lavoro dipendente. È un impegno da 3 miliardi nel 2020 e da raddoppiare nel 2021”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/12/19/manovra-gualtieri-calo-considerevole-tasse-giu-di-7-miliardi_ac2a24aa-c16e-4716-9363-b9046c5c0274.html

Istat: migliora il deficit ma sale la pressione fiscale, su anche il potere d’acquisto

Nel secondo trimestre 2019 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari all’1,1%, migliorando di 0,2 punti rispetto all’1,3% dello stesso trimestre del 2018. Lo rileva l’Istat aggiungendo che complessivamente, nei primi due trimestri del 2019, il rapporto deficit-pil è risultato pari al 4% anche qui in calo a confronto con il 4,2% del corrispondente periodo dell’anno prima. Si tratta del dato semestrale migliore dal 2000, ovvero da 19 anni.

Nel secondo trimestre del 2019 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,9% rispetto al trimestre precedente, sia in termini nominali sia in termini reali, ovvero di potere d’acquisto. Si registra così un’accelerazione a confronto con i primi tre mesi dell’anno. Quanto alla capacità di spesa, il progressivo recupero, si spiega, è favorito dalla “dinamica quasi nulla dei prezzi al consumo”.

Intanto nello stesso trimestre la pressione fiscale è stata pari al 40,5%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Guardando ai primi sei mesi dell’anno il dato cumulato risulta pari al 38,6%. Anche in questo caso si registra un rialzo, con una crescita di 0,5 punti.

La propensione al risparmio delle famiglie nel secondo trimestre del 2019 è stata pari all’8,9%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il rialzo secondo l’Istat “riflette una crescita della spesa per consumi finali decisamente meno sostenuta rispetto a quella registrata per il reddito disponibile lordo”. La spesa infatti rimane quasi ferma rispetto al trimestre precedente (+0,1%).

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2019/10/04/istat-giu-il-deficit-ma-sale-la-pressione-fiscale-su-anche-il-potere-dacquisto_2d7a3b0e-5065-4053-91d4-ab05b26c7236.html

Istat: pressione fiscale primi tre mesi al 38%, top dal 2015

La pressione fiscale nei primi tre mesi del 2019 è risultata del 38,0%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ il dato più alto dal 2015. Lo rileva l’Istat, precisando che anche in questo caso vale solo il confronto annuo, tra stessi trimestri. Nel primo la pressione fiscale, come sempre si osserva, mostra un livello più basso rispetto al resto dell’anno.

Nei primi tre mesi del 2019 il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,9%. Un aumento che arriva dopo due cali consecutivi. Torna così a segnare un nuovo massimo dal 2012, ma resta ancora sotto il picco pre-crisi, toccato nel 2007 (-5,7%). Lo rileva l’Istat parlando di “un marcato recupero” del reddito che, “grazie alla frenata dell’inflazione, si è trasferito direttamente in crescita del potere d’acquisto”.

consumi delle famiglie nei primi tre mesi del 2019 sono cresciuti in termini nominali dello 0,2%, frenando su base congiunturale (erano aumentati dello 0,6% alla fine del 2018). Lo rileva l’Istat. Invece, la propensione al risparmio delle famiglie è stata pari all’8,4%, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Nel primo trimestre del 2019 il rapporto tra deficit e Pil è stato pari al 4,1%. Lo rileva l’Istat, evidenziando come l’incidenza dell’indebitamento sia “scesa lievemente” rispetto allo stesso periodo del 2018. L’Istat diffondendo il dato ricorda che il deficit mostra un andamento stagionale e che il confronto può essere fatto solo su base annua.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/06/26/istat-pressione-fiscale-primi-tre-mesi-a-38-top-2015_3a8203d3-6c86-4f75-ae44-e29c7bbd7372.html

Pressione fiscale al 42% in Italia

Pressione fiscale in leggerissimo calo, ma resta sempre alta. Il prelievo nel 2017 si è attestato 42,5% del Pil, in flessione dal 42,7% del 2016. Lo rileva l’Istat nei conti trimestrali, aggiungendo che invece nel quarto trimestre la pressione fiscale è stata pari al 48,8%, in riduzione di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “I dati diffusi oggi dall’Istat confermano un quadro macro economico peggiore di quello previsto dal Def” denuncia Confesercenti commentando i dati diffusi dall’Istat. “Una revisione in senso negativo del rapporto deficit-Pil di due decimali che, sebbene attesa, potrebbe incidere sugli equilibri dei conti pubblici, riducendo lo spazio di manovra e mettendo un’ipoteca sulla futura riduzione della pressione fiscale, che invece rimane la priorità dell’economia in una fase ancora delicata”. Il 2017, rilevano, “si è chiuso in ripresa, registrando l’aumento del reddito delle famiglie, dell’occupazione e dei consumi”. “I primi mesi del 2018 hanno dato, invece, segnali meno rassicuranti – conclude – . Sebbene il numero di occupati continui a crescere, come confermato proprio oggi dall’istituto di statistica, nei primi mesi dell’anno le vendite sono tornate a rallentare, così come si è deteriorato il clima di fiducia delle imprese”.

Fonte: ADNKronos  –  http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2018/04/04/pressione-fiscale-italia_bEPDT3u9RxPxmc2oF2TIsK.html