Bce: Abi, regole ostacolano credito Pmi

“La trasmissione della politica monetaria accomodante sulle imprese e sulle famiglie, attraverso il canale del credito” può “oggi trovare ostacoli in misure regolamentari che, pur nel condivisibile obiettivo di aumentare la stabilità del settore bancario, riducono fortemente la capacità di erogare credito soprattutto alle imprese di più piccole dimensioni e che maggiormente soffrono nelle fasi di ciclo economico negativo”. E’ quanto si legge nella lettera inviata dai vertici Abi al presidente della Bce Mario Draghi in vista delle decisioni del consiglio direttivo dove chiedono anche “la necessità che la prosecuzione di una politica monetaria altamente accomodante sia accompagnata da misure che ne mitighino gli effetti negativi sulla redditività delle banche, quali, ad esempio, un sistema a più livelli per la remunerazione delle riserve detenute presso la Banca Centrale”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/09/11/bce-abi-regole-ostacolano-credito-pmi_902dae9b-2a0b-4d94-bb87-b71e84ffa561.html

Banche: Cgia, -0,7% prestiti a imprese

Prosegue la contrazione dei prestiti bancari alle imprese: nell’ultimo anno (novembre 2017 su novembre 2018) gli impieghi vivi sono scesi di 4,9 miliardi di euro (-0,7%). Negli ultimi sette anni la diminuzione è stata del 27%, per una riduzione in termini assoluti di 252,8 miliardi.
Il dato emerge da un’elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre sui rapporti della Banca d’Italia.
Le imprese con meno di 20 addetti, che costituiscono il 98% circa del totale e danno lavoro a quasi il 60% degli addetti, continuano tuttavia a ricevere dalle banche solo il 18% circa degli impieghi vivi, contro l’82% che finisce nelle casse delle realtà produttive più strutturate, circa il 2% delle imprese in Italia.
Sempre negli ultimi sette anni, le Pmi hanno visto ridursi il flusso di denaro del 29,5% (-51,2 miliardi) e del 2,2% nell’ultimo (-2,7 miliardi). Le grandi hanno subito una riduzione del 26,5% (-201,5 miliardi) nel settennio e dello 0,4% (-2,3 miliardi) negli ultimi 12 mesi. (ANSA).

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/02/16/banche-cgia-07-prestiti-a-imprese_d2fd3b84-8ec6-4ce6-a980-87da968d4e92.html

I Pmi dell’Eurozona rallentano ancora, borse avanti tutta

Le borse europee consolidano il rialzo anche se l’indice Pmi composito dell’Eurozona definitivo di marzo, elaborato da Markit, si è attestato a 55,2, in calo rispetto ai 57,1 di febbraio e leggermente al di sotto del consenso degli economisti fissato a 55,3. L’indice relativo al settore dei servizi è inoltre risultato pari a 54,9, anche in questo caso al di sotto sia dei 56,2 del mese precedente sia dei 55 previsti del consenso.

“Nonostante continui a lavorare a pieno regime, l’economia dell’Eurozona di marzo ha perso vigore”, ha osservato Chris Williamson, capo economista di Ihs Markit. Comunque sia, “anche se i dati finali dei Pmi hanno mostrato l’aumento più debole dell’attività economica dall’inizio dello scorso anno, le indagini di marzo mostrano ancora un crescita a un impressionante tasso trimestrale dello 0,6%, percentuale inferiore al chiaramente insostenibile 0,8-0,9% d’inizio anno”.

L’esperto si aspettava il passo indietro dei Pmi “ed è importante notare che il rallentamento rappresenta generalmente una riduzione del numero delle aziende che registrano miglioramenti mensili dell’attività, piuttosto che un aumento di quelle che indicano un peggioramento degli affari”. Per Williamson parte della perdita di slancio potrebbe imputarsi a fattori temporanei quali il cattivo tempo e i vincoli sulla capacità produttiva di breve termine, soprattutto la carenza di approvvigionamenti e di forza lavoro.

Il superamento di questi ostacoli dovrebbe, dunque, finalmente aiutare a stimolare la crescita di aprile. Quindi per il capo economista di Ihs Markit misurare la reale entità di un rallentamento è arduo visti gli ostacoli posti dal maltempo dei mesi recenti. Pertanto i Pmi di aprile saranno particolarmente importanti per discernere il reale slancio della crescita di base e per fornire una guida sulla probabile tempistica di un qualsivoglia cambiamento della politica monetaria della Bce.

Guardando ai singoli Paesi, la crescita dell’attività del settore servizi in Germania si è indebolita a marzo, ma le aziende restano ottimiste sulle prospettive dei prossimi dodici mesi. Nel dettaglio, a marzo l’indice relativo all’attività dei servizi è sceso a 53,9 da 55,3 di febbraio, risultando leggermente inferiore alla lettura preliminare, pari a 54,2. 

L’indice composito, sintesi di manifattura e servizi, è calato a 55,1, minimo da luglio, da 57,6 di febbraio. Anche in questo caso è risultato peggiore della lettura preliminare a 55,4. “Sebbene negli ultimi due mesi si sia ridotta la velocità di crescita, ci sono ancora tutte le premesse per un 2018 solido per l’economia tedesca”, ha commentato l’economista di Markit, Phil Smith, che prevede un’espansione del pil del 2,8% quest’anno.

Mentre il terziario francese è cresciuto in marzo al ritmo più basso degli ultimi sette mesi, penalizzato da un rallentamento dei nuovi ordini. L’indice Pmi servizi a cura di IHS Markit è sceso il mese scorso a 56,9 da 57,4 di febbraio, toccando i minimi da agosto ma facendo marginalmente meglio rispetto alla lettura preliminare di 56,8. Il Pmi composito è scivolato a 56,3 da 57,3 di febbraio, anche in questo caso una lettura superiore al 56,2 preliminare.

Anche la crescita del settore dei servizi in Italia ha messo a segno un ulteriore sensibile rallentamento a marzo. L’indice Pmi per i servizi è sceso a 52,6 da 55 di febbraio, toccando il minimo da ottobre dello scorso anno. Gli economisti avevano previsto un calo più contenuto a 53,8. La ricerca è stata per lo più effettuata dopo le elezioni del 4 marzo. Anche il sotto-indice dei nuovi ordini è sceso a marzo a 52,9 da 54,7, il minimo da ottobre 2017. L’indice Pmi composito è così arretrato a 53,5 da 56 di febbraio.

Viceversa, il settore servizi in Spagna ha registrato una robusta crescita a marzo. L’indice Pmi si è, infatti, attestato a 56,2 da 57,3 a febbraio, contro attese per 56. “Marzo chiude un inizio d’anno notevole, con un ulteriore forte incremento dell’attività in risposta a un’accelerazione dei nuovi ordini”, ha commentato Andrew Harker di IHS Markit che, dalle rilevazioni del Pmi, prevede un miglioramento del pil spagnolo nel primo trimestre dal +0,7% visto nel 2017.

Dati macro a parte, gli investitori ritengono che Usa e Cina possano superare la prima fase di scontro sui dazi, mettersi a negoziare e trovare una soluzione alle divergenze sul fronte commerciale. Così il Dax oggi recupera l’1,83%, il Cac40 l’1,59% e il Ftse100 l’1,35%. Anche a Piazza Affari l’indice Ftse Mib sale dell’1,59% a quota 22.799 punti. “Dato che i dazi non saranno immediatamente effettivi, ma negli Usa si dovrà attendere la fase di valutazione da parte degli operatori, è probabile che la risposta cinese sia un deterrente in attesa di colloqui più costruttivi tra i due Paesi”, hanno sottolineato gli economisti di Intesa Sanpaolo .

In scia della speranza che si possa evitare una guerra commerciale con la Cina il dollaro recupera terreno (cross dollaro/yen a 107,088). “E’ comunque troppo presto per dire se i mercati si siano mossi oltre il timore del conflitto commerciale. La situazione è ancora molto fluida e le valute, come il dollaro/yen, restano ostaggio di ogni variazione dell’azionario”, ha avvertito Junichi Ishikawa di IgSecurities. “L’attenzione si concentra adesso sul rapporto sull’occupazione Usa di venerdì, con i solidi fondamentali economici che sono gli unici fattori che possono neutralizzare gli effetti negativi che arrivano dai rischi politici”.

Lo spread Btp/Bund scende ancora a 122,2 punti base con il rendimento del decennale italiano all’1,736%. Sul listino milanese Tim  continua a correre (+2,98%) in scia alla notizia che il cda odierno della Cassa depositi e prestiti valuterà l’acquisto di una quota fino al 5% nel gruppo di tlc. Con quest’operazione, che avrebbe un ampio consenso politico, la Cdp potrebbe giocare un ruolo chiave nel futuro assetto della società, in vista anche delle prossime assemblee sul rinnovo della governance e nella partita della separazione della rete. In netta rimonta gli industriali, comparto ieri in calo: Fca  segna un +3,09%, Cnh  un +3,02%, Ferrari  un +1,45%, StM  un +2,70%, Pirelli  un +1,68%, Prysmian  un +1,02%. Tra le mid cap brilla Piaggio  (+3,40%) su cui Standard & Poor’s ha alzato il rating da B+ a BB-.

Fonte: MilanoFinanza  –  https://www.milanofinanza.it/news/i-pmi-dell-eurozona-rallentano-ancora-borse-avanti-tutta-201804051030117713