Debito Eurozona sfonda tetto 100% Pil per la prima volta

Alla fine del primo trimestre 2021, mentre erano ancora in atto misure tese a mitigare l’impatto della pandemia di Covid-19 sull’economia, il debito pubblico dell’area euro è salito al 100,5% del Pil, superando per la prima volta il tetto del 100%. Alla fine del quarto trimestre 2020 si attestava al 97,8%.

Lo comunica Eurostat.
I Paesi con il debito pubblico più elevato sono Grecia (209,3%), Italia (160%), Portogallo (137,2%), Cipro (125,7%), Spagna 125,2%), Belgio (118,6%) e Francia (118%); i meno indebitati Estonia (18,5%), Bulgaria (25,1%) e Lussemburgo (28,1%).

 

Fonte: ANSA – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/07/22/debito-eurozona-sfonda-tetto-100-pil-per-la-prima-volta_adba4e45-da11-4984-9bdf-54a49165b681.html

Pil primo trimestre -1,4% sull’anno, -0,4% sul trimestre

“Nel primo trimestre del 2021 si riduce l’intensità del calo tendenziale del Pil che passa dal 6,6% del trimestre precedente all’1,4%”. E’ il commento dell’Istat alla stima preliminare del trimestre.
Il prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% in termini tendenziali.
La nuova contrazione, “di entità più contenuta” rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2020, “risente, in particolare per il settore terziario, degli effetti economici delle misure adottate a contrasto dell’emergenza sanitaria”.

Il primo trimestre 2021 vede la perdita di 254mila occupati rispetto al trimestre precedente. Il livello dell’occupazione è inferiore dell’1,1%, secondo i dati Istat. Nel trimestre aumentano sia le persone in cerca di occupazione (+2,4%, pari a +59mila) sia gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1,0%, pari a +134mila unità).

Prosegue anche a marzo 2021 “la lieve crescita dell’occupazione registrata a febbraio”, secondo l’Istat che registra 34 mila occupati in più rispetto al mese precedente (+0,2%).
Rispetto a marzo 2020, il primo mese di lockdown gli occupati sono 565mila unità in meno, e rispetto a prima della pandemia, a febbraio 2020, quasi 900 mila in meno. La crescita dell’occupazione coinvolge gli uomini, i dipendenti a termine, gli autonomi e quasi tutte le età.
I 35-49enni diminuiscono così come le donne e i dipendenti fissi. Il tasso di occupazione sale al 56,6% (+0,1 punti) e risulta più basso di 2 punti rispetto al livello pre-Covid.
Il tasso di disoccupazione sale tra i giovani al 33% a marzo tornando al livello di gennaio, che era stato il più alto degli ultimi anni, a partire da aprile 2018.
L’aumento rilevato dall’Istat è, rispetto a febbraio, di 1,1 punti percentuali e, rispetto a marzo 2020, di 5,4 punti.

Fonte: ANSA – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/04/30/istat-calano-gli-occupati-nel-i-trimestre-254-mila-_d1f4cce7-d2de-42d2-8702-23a901169ed2.html

Bce: Lagarde, urgente far partire il recovery

La Bce ritiene che il pacchetto Next Generation Eu sia centrale e sottolinea “l’urgenza che diventi operativo senza ritardo” con una ratifica “tempestiva” della decisione sulle risorse proprie che consentirà alla Commissione europea di emettere i bond per finanziarlo. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, nella conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio direttivo in cui si deciso di lasciare invariati il tasso principale a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.

Il Consiglio della Bce ha anche deciso di proseguire gli acquisti del programma pandemico ‘Pepp’ per 1850 miliardi complessivi “almeno fino alla fine di marzo 2022 e “si aspetta che gli acquisti nel trimestre attuale siano condotti a un ritmo significativamente più alto”.

Le previsioni della Bce danno per probabile un calo del Pil dell’area euro nel primo trimestre di quest’anno, e una crescita positiva nel secondo, e Lagarde ha evidenziato che “il protrarsi della pandemia, inclusa la diffusione di mutazioni del virus, e le sue implicazioni per le condizioni economiche e finanziarie continuano ad essere fonti di rischi al ribasso”.

Moody’s: rivede al ribasso stime Pil Italia ma vede in Draghi una garanzia

Moody’s rivede al ribasso le previsioni di crescita per l’Italia nel 2021 al 3,7% dal 5,6% stimato in precedenza, a causa del rinnovo dei limiti a mobilità e imprese per l’aumento dei contagi.

Lo si legge nel rapporto dell’agenzia di rating sulle Economie G20. Per il 2022, spiegano ancora gli analisti, “prevediamo una crescita del Pil reale del 4,1%”.

D’altra parte l’avvio di un governo di larghe intese guidato da Mario Draghi viene letto dall’agenzia di rating come una una sorta di garanzia per l’utilizzo in maniera efficace dei 209 miliardi che l’Italia riceverà dal Recovery Fund europeo entro il 2026. “Questi fondi – si legge nel rapporto di Moody’s – potrebbero rafforzare le prospettive di crescita del paese se diretti e utilizzati efficacemente per infrastrutture pubbliche e altre spese a favore della crescita.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/02/24/moodys-rivede-al-ribasso-stime-pil-italia-ma-vede-in-draghi-una-garanzia_088d1931-dab8-4ad6-9bdb-14e02b000965.html

L’inaugurazione di un governo trasversale di larghe intese del primo ministro Mario Draghi aumenta la probabilità che ciò accada”.

Confindustria, vero rimbalzo Pil non prima del terzo trimestre

Anche se “migliora lo scenario per il Pil nel 2021”, con più fiducia dei mercati sull’Italia, con le restrizioni Covid ancora in campo “nel primo trimestre un recupero dell’attività è ormai compromesso” e ci sono “rischi al ribasso” legati al ritmo di aumento dei vaccini che “deve essere più rapido” per rispettare gli obiettivi della tabella di marcia prevista dall’Ue: per il Centro studi di Confindustria, così, “cresce la probabilità di un segno positivo del Pil già nel secondo trimestre ma si conferma che un vero rimbalzo si potrà avere solo nel terzo trimestre”. Oggi “sui mercati finanziari c’è più fiducia nell’Italia ma i consumi restano in attesa, pronti a scattare”, così gli economisti di via dell’Astronomia avvertono: “Un allentamento delle restrizioni potrebbe rilanciare fortemente i consumi”.

Lo scenario della crisi rilevato, aggiornato con la consueta nota mensile ‘congiuntura flash’ del CsC, evidenzia anche che in Italia i servizi vanno peggio dell’industria, gli investimenti privati faticano a ripartire, l’export è in altalena. E sulla scena internazionale, resta una dinamica incerta degli scambi mondiali, l’Eurozona a rilento, mentre gli Stati Uniti ripartono con le massicce misure di policy varate dalla nuova amministrazione con l’American Rescue Plan da 1.891 miliardi di dollari in tre anni.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/02/20/confindustria-vero-rimbalzo-pil-non-prima-del-terzo-trimestre_4fe93589-df7a-4415-979a-9fd01cc81a05.html

Ue, Pil Italia +3,4% nel 2021, +3,5% nel 2022, Eurozona +3,8%

Il Pil italiano, crollato meno del previsto a -8,8% nel 2020, crescerà del 3,4% nel 2021 “a causa del riporto negativo del quarto trimestre 2020 e la partenza debole di quest’anno”. Lo scrive la Commissione Ue nelle previsioni economiche d’inverno che tagliano il rimbalzo stimato in autunno visti i dati migliori del 2020.

“Passo simile nel 2022 (3,5%) sulla base dello slancio guadagnato nella seconda metà dell’anno e della continua ripresa del settore servizi”, ma il Pil “non tornerà ai livelli del 2019 entro il 2022”. Le stime, però, non includono le misure del Next Generation EU che avrà un “considerevole” effetto di rialzo.
Nonostante l’Europa resti “nella morsa della pandemia” con la nuova ondata e le varianti che hanno costretto a nuove misure di contenimento, la Commissione Ue vede “luce alla fine del tunnel” grazie all’avvio dei programmi di vaccinazione che “danno motivo per un cauto ottimismo”. Bruxelles stima una crescita del +3,8% nel 2021 e 2022, sottolineando che ci si attende di tornare ai livelli pre-pandemia “prima di quanto previsto dalle stime dell’ autunno”, soprattutto grazie ad uno slancio più forte del previsto nella seconda metà del 2021 e nel 2022. I rischi, anche se “più bilanciati, restano comunque alti”.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2021/02/11/uepil-italia-34-nel-2021-35-nel-2022-eurozona-38_2694d0a0-6b29-4100-affb-dba125f05392.html

Il Pil nel 2020 giù dell’8,8%, meglio delle stime

Nel 2020 il Pil italiano è calato dell’8,8% (dato grezzo) mentre nel quarto trimestre del 2020 è sceso del 2% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% rispetto al quarto trimestre del 2019. Lo rende noto l’Istat in base alle stime provvisorie.

Il dato è lievemente migliore delle attese che indicavano un calo del 9%.
Per il periodo ottobre-dicembre il consensus degli analisti indicava un calo tra il 2% e il 2,2%. In termini destagionalizzati nel 2020 il Pil italiano è sceso dell’8,9%.
Il Pil acquisito per il 2021, quello che si otterrebbe se la variazione di tutti e 4 i trimestri dell’anno fosse zero, è positivo, pari a +2,3%.
L’economia italiana, spiega l’Istat commentando i dati, registra, dopo il robusto recupero del terzo trimestre pari a +16%, una nuova contrazione nel quarto “a causa degli effetti economici delle nuove misure adottate per il contenimento dell’emergenza sanitaria. Tale risultato – continua l’Istituto di statistica – determina un ampliamento del calo tendenziale del Pil: da -5,1% del trimestre precedente a -6,6%”. Il quarto trimestre ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al quarto trimestre del 2019. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, ovvero agricoltura, silvicoltura e pesca, industria e servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.
“Oggi dalla Commissione Ue nuovo finanziamento all’Italia di 4,5 miliardi per il lavoro” nell’ambito del programma SURE di sostegno alla cig: lo annuncia su twitter il commissario all’economia Paolo Gentiloni.
Nel quarto trimestre 2020 torna in calo il Pil dell’Eurozona: -0,7% nella zona euro e -0,5% nella Ue-27. In Italia il calo è di -2%, il secondo più alto dopo l’Austria (-4,3%). Terza peggiore è la Francia (-1,3%). Sale invece in Lituania (+1,2%) e Lettonia (+1,1%). Il calo europeo, segnala Eurostat nella stima flash, segue il forte rimbalzo del terzo trimestre (+12,4% nella zona euro e +11,5% nella Ue-27).
“In base alle prime stime sulla crescita annuale per il 2020, basate sui dati trimestrali, il Pil nella zona euro è calato del 6,8% e nella Ue-27 del 6,4%”: è quanto sottolinea Eurostat nella nota che accompagna la stima flash sul Pil del quarti trimestre 2020.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/02/02/il-pil-nel-2020-giu-dell88-meglio-delle-stime_98631edb-a700-4078-902f-198c226928c2.html

Il Fmi taglia la stima sul Pil dell’Italia nel 2021, cresce del 3%

Il Fmi rivede al ribasso la stime di crescita per l’Italia nel 2021. Dopo una contrazione inferiore alle attese nel 2020, quando il Pil è calato del 9,2% rispetto al -10,6% previsto in ottobre, l’economia quest’anno crescerà del 3,0%, ovvero 2,2 punti percentuali in meno delle previsioni precedenti.

Nel 2022 il Pil è stimato crescere del 3,6%, l’1,0% in più alle stime di ottobre.

Il Fmi rivede al ribasso le stime di crescita per il 2021 di Germania, Francia e Spagna. La locomotiva tedesca è attesa crescere del 3,5% quest’anno (-0,7 punti percentuali rispetto alle stime di ottobre) e del 3,1% nel 2022 (invariata). Il pil francese è previsto crescere del 5,5% nel 2021 (-0,5 punti), per segnare un +4,1% nel 2022 (+1,2 punti). Per la Spagna il Fmi stima un Pil in crescita quest’anno del 5,9% (-1,3 punti) e del 4,7% nel 2022 (+0,2).

Il Pil di Eurolandia crescerà nel 2021 meno delle attese, segnando un +4,2%, ovvero 1 punto percentuale in meno rispetto alle previsioni di ottobre. Per il 2022 la crescita è stata invece rivista al rialzo di 0,5 punti al 3,6%. Lo afferma il Fmi, prevedendo per gli Stati Uniti un pil in aumento quest’anno del 5,1%, ovvero 2 punti percentuali in più rispetto alle stime di ottobre. Nel 2022 la crescita americana è stata invece rivista al ribasso di 0,4 punti rispetto alle attese al 2,5%.

L’economia mondiale viaggia a una velocità superiore alle attese dopo essersi contratta nel 2020 del 3,5%, meno del 4,4% previsto in ottobre. Il Pil crescerà nel 2021 del 5,5%, 0,3 punti percentuali in più rispetto alle stime precedenti. Per il 2022 il Fondo conferma una crescita del 4,2% (invariata rispetto alle stime precedenti). La ripresa, avverte comunque il Fmi, è “incompleta” con l’attività economia che “resta ben al di sotto dei livelli pre-pandemia” e soggetta a una forte “incertezza”.

Le perdite complessive per la produzione mondiale a causa del coronavirus, rispetto alle previsioni pre-pandemia, ammontano a 22.000 miliardi di dollari nel periodo 2020-2025. Lo afferma il capo economista del Fmi, Gita Gopinath, sottolineando che la contrazione economica mondiale del 2020 seppur inferiore alle attese (-3,5% invece del -4,4% previsto in precedenza) resta la peggiore dalla Grande Recessione. “150 paesi nel 2021 avranno redditi pro capite inferiori ai livelli del 2019”, aggiunge Gopinath, stimando che nel 2020-2021 circa 90 milioni di persone scivoleranno nella povertà estrema.

“E’ necessario agire rapidamente per un ampio accesso ai vaccini e medicinali” contro il Covid per “correggere le profonde disuguaglianze che esistono al momento”. Lo afferma il capo economista del Fmi, Gita Gopinath, sottolineando come le nuove varianti del virus “ricordano come la pandemia non è finita fino a quando non è finita ovunque”. Il Fondo, mette in evidenza, stima che la fine della crisi sanitaria aumenterà i redditi globali di 9.000 miliardi con benefici per tutti i paesi, inclusi 4.000 miliardi per le economia avanzate.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/01/26/il-fmi-taglia-la-stima-sul-pil-italia-2021-cresce-del-30_9ff106f8-71d1-4f60-8487-a709815b5a49.html

La Bce lascia tassi fermi a zero. Lagarde: “Serve ancora sostegno monetario”

Alla luce dell’attuale quadro “la Bce riconferma l’orientamento molto accomodante della sua politica monetaria”. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde nella conferenza stampa che segue il board, spiegando che serve quindi ancora “un ampio sostegno” monetario. La Banca Centrale Europea lascia, come da attese, i tassi d’interesse fermi: il tasso principale rimane a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.

L’economia dell’Eurozona si è probabilmente contratta nel quarto trimestre del 2020, segnalando che l’area sembra avviata verso una doppia recessione, afferma Lagarde, sottolineando che gli economisti prevedono sempre più che la produzione si ridurrà anche in questo trimestre per l’inasprimento delle restrizioni decise dai governi per contrastare i contagi.

La campagna di vaccinazione “è un passo importante” per superare la pandemia ma il Covid “continua a porre dei gravi rischi per l’economia” e “nel quarto trimestre è attesa una contrazione del Pil”, ha detto Lagarde, sottolineando che “l’incertezza resta elevata”.

Lagarde ha anche chiarito che “ci vorranno anni prima che arrivi un euro digitale”.

La presidente della Bce ha sottolineato che deve essere messa a punto “la tecnologia” e deve essere inoltre “compatibile con la sovranità e la trasmissione di politica monetaria”. Per il presidente della Bce comunque “banconote e monete” coesisteranno con un euro digitale.

La Bce proseguirà gli acquisti nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) con una dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi di euro” e “condurrà gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP almeno sino alla fine di marzo 2022 e, in ogni caso, finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus”.

“Il Consiglio direttivo resta pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito, in linea con il suo impegno alla simmetria”, assicura la Bce.

Mercati azionari del Vecchio continente attorno alla parità dopo la boa di metà giornata, con un marginale peggioramento dopo le decisioni della Bce: Francoforte è di qualche frazione la migliore con una crescita dello 0,3%, seguita da Madrid che si muove sul pareggio, Milano in calo dello 0,05% con l’indice Ftse Mib e Parigi in negativo dello 0,3%. Gli operatori, dopo l’insediamento del nuovo presidente statunitense Biden, attendono soprattutto di verificare i tempi promessi per i nuovi piani di stimoli all’economia e alle campagne anti Covid 19, con i futures sull’avvio di Wall street poco sopra la parità. In questo quadro, a Francoforte Prosieben sale del 2,6% a 13,8 euro dopo il riassetto nella partecipazione di controllo di Mediaset (+1% a 2,16 euro) con Vivendi, non direttamente coinvolta nella partita ma in colloqui da tempo con il Biscione per trovare un accordo al loro lungo braccio di ferro, in aumento dello 0,7% a Parigi. Tra i titoli maggiori di Piazza Affari, Prysmian, Campari, Cnh, A2A e Diasorin mostrano rialzi ampiamente superiori al punto percentuale, mentre al contrario registrano cali più ampi dell’1% Unipol, Eni, Tenaris ed Hera. Scivola Leonardo, che scende del 2,7% faticando a tenere quota 6 euro.

Lo spread tra Btp e Bund si allarga a 117 punti dopo la Bce, come conseguenza soprattutto dell’aumento del rendimento del decennale italiano. Il tasso è salito allo 0,67% dopo essersi mantenuto l’intera mattina intorno allo 0,61%.

Istat rivede il Pil al ribasso, in terzo trimestre +15,9%

L’Istat rivede al ribasso le stime di crescita del terzo trimestre del 2020. Tra luglio e settembre il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 15,9% rispetto al trimestre precedente contro il +16,1% indicato il 30 ottobre scorso.

Nei confronti del terzo trimestre del 2019 l’economia italiana si è invece contratta del 5% contro il calo tendenziale del 4,7% rilevato ad ottobre. Ad essere rivista al ribasso è anche la stima del cosiddetto Pil acquisito, quello che si otterrebbe con una variazione nulla nel quarto trimestre. Dal -8,2% calcolato ad ottobre, l’Istat è passato a -8,3%. La variazione acquisita del Pil italiano per il 2020 è pari a -8,3%. Lo calcola l’Istat che, in base alla revisione al ribasso del terzo trimestre, ha corretto anche la stima sulla fine dell’anno, precedentemente a -8,2%. Il dato acquisito è quello che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale pari a zero nel quarto trimestre.

Ocse: Pil Italia crescerà al 4,3% in 2021 e 3,2% in 2022 – Dopo il brusco calo nel 2020, il Pil dell’Italia “dovrebbe crescere al 4,3% nel 2021 e al 3,2% nel 2022”: è quanto si legge nelle Prospettive Economiche dell’Ocse pubblicate oggi a Parigi. Il tasso di disoccupazione dell’Italia crescerà dal 9,4% del 2020 all’11% del 2021 e “resterà elevato”, al 10,9%, nel 2022: è quanto si legge nella scheda consacrata all’Italia delle Prospettive Economiche dell’Ocse pubblicate oggi a Parigi.

“La ripresa sarà lenta e disuguale”: questo l’avvertimento lanciato dall’Ocse nella scheda consacrata all’Italia delle Prospettive economiche pubblicate oggi a Parigi. L’organismo internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico insiste sul fatto che le restrizioni legate al coronavirus e l’incertezza peseranno sull’attività economica, gli investimenti e l’occupazione “fino al raggiungimento dell’immunità generale”, quando un vaccino efficace sarà stato distribuito ampiamente, stimolando il consumo e facilitando il risparmio”. Per l’Ocse, la crescita dei consumi dovrebbe ripartire, ma la propensione delle famiglie al risparmio “resterà elevato”. Gli investimenti dovrebbero trovare nuova linfa nel 2022, “poiché gli investimenti pubblici aumenteranno e le imprese in settori più resilienti” inizieranno a intraprendere “investimenti sostitutivi”. Al contrario, avverte l’Ocse, il settore dei servizi “si riprenderà più lentamente poiché la domanda interna e il turismo rimarranno deboli fino a quando un vaccino efficace non sarà ampiamente diffuso”. “Questo – sottolinea l’organismo – aggraverà il mercato del lavoro e le disuguaglianze regionali”.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/12/01/istat-rivede-pil-tal-ribasso-in-terzo-trimestre-159_7b5065a8-072f-4b0b-a631-f55ede81cb4d.html