Italia e altri 12 Paesi hanno ‘squilibri macroeconomici’

Tredici Stati membri dell’Ue, incluse Italia e Germania, devono subire un “esame approfondito” nel 2020, per “identificare e valutare la serietà” dei loro squilibri macroeconomici. Lo comunica la Commissione europea. Questi Paesi, secondo l’esecutivo Ue, “devono continuare a lavorare” per porre rimedio ai rispettivi squilibri, al fine di prepararsi alle “sfide a lungo termine e agli choc futuri”.

Gli Stati identificati dal rapporto della Commissione sono Bulgaria, Croazia, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia.

Tra i 13 Paesi sono tre quelli che hanno squilibri macroeconomici “eccessivi”: Italia, Grecia e Cipro; gli altri 10 hanno squilibri macroeconomici, senza ulteriori aggettivi. L’Italia, per la Commissione, registra squilibri macroeconomici “eccessivi” da sette anni a questa parte. Cinque Paesi (Belgio, Cipro, Grecia, Italia e Portogallo), ricorda il rapporto della Commissione, hanno un debito pubblico sopra il 100% del Pil, mentre Francia e Spagna sono appena al di sotto di quella soglia.

Quando si prende in considerazione anche il debito privato, “in sette casi (Belgio, Cipro, Francia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Regno Unito), un debito pubblico sopra il 60% del Pil si unisce ad un debito del settore privato che sorpassa le soglie” previste nella valutazione della Commissione. Nel 2018, la percentuale del debito pubblico sul Pil è calata, “ma spesso meno del 2017, riflettendo un allentamento delle posizioni di bilancio e un raffreddamento della crescita nominale del Pil. Alcuni dei debiti più elevati”, sempre in rapporto al Pil, “non sono migliorati o sono persino aumentati nel 2018 – sottolinea la Commissione -: il debito pubblico è rimasto invariato in Francia ed è aumentato a Cipro, in Grecia e in Italia”.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2019/12/17/italia-altri-paesi-hanno-squilibri-macroeconomici_GQpdcEC9wT8tI85xteqifN.html?refresh_ce

I tassi dei BTp tornano ai livelli di maggio

Lo spread tra BTp e Bund si riduce a 235 punti base, ai minimi da fine settembre scorso. Il rendimento del BTp decennale è in calo al 2,44%, il livello più basso da fine maggio scorso. Per rivedere però i livelli di aprile/inizio maggio 2018 manca ancora parecchio dato che il rendimento del decennale era all’1,7% (70 punti base in meno) e lo spread era sotto i 120 punti, sostanzialmente la metà dei valori attuali.

La carta italiana è in territorio positivo, dopo che Moody’s ha lasciato invariato il proprio giudizio sul rating sovrano italiano a ‘Baa3’ con outlook stabile.

A sostenere il sentiment sui periferici anche il pronunciamento di S&P sul rating sovrano del Portogallo, alzato a BBB da BBB-, con outlook che passa da ‘positivo’ a “stabile”.

«Il rating del Portogallo è stato migliorato, ma ancora più importante è che Moody’s non abbia fatto nulla con il rating dell’Italia”» spiega Sebastian Fellechner, strategist di DZ Bank. «La non-decisione sta aiutando il mercato».

Fonte: IlSole24Ore – https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2019-03-18/i-tassi-btp-tornano-livelli-maggio-112923.shtml?uuid=ABaKpIfB

Inflazione rivista ribasso a novembre 1,6%

Il tasso di inflazione a novembre è fermo all’1,6%, lo stesso livello di ottobre. Lo comunica l’Istat che ha rivisto al ribasso le stime preliminari (1,7%).
“A novembre l’inflazione risulta stabile e ancora sostenuta dai prezzi dei beni energetici, che tuttavia mostrano segnali di rallentamento”, commenta l’Istat. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, diminuisce dello 0,2% rispetto al mese precedente.

L’inflazione di fondo è pari a quella rilevata a ottobre, +0,7% (al netto di energia e alimentari freschi), continua l’Istat, “rimanendo debole e al di sotto dell’uno per cento, mentre i prezzi dei beni di largo consumo crescono meno di quelli del paniere nel suo complesso”. In questo quadro, a novembre, tra i comuni capoluoghi di regione o provincia autonoma e i grandi comuni, l’inflazione varia tra +2,4% di Reggio Emilia e +0,8% di Perugia e Potenza. L’Istituto segnala lievi accelerazioni dei prezzi di alcune tipologie di prodotto: tra cui beni alimentari lavorati da +1,0% di ottobre a +1,1%, beni alimentari non lavorati da +0,8% a +1,1%, servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona da +1% a +1,1% e servizi relativi ai trasporti da +1,8% a +2,0%. Queste spinte sono compensate dal rallentamento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, come i carburanti, (da +9,5% a +7,8%), la cui crescita rimane però molto ampia e, insieme a quella dei regolamentati (stabili a +10,7%), contribuisce per circa la metà dell’ampiezza al tasso di inflazione. Si accentua inoltre la flessione dei beni durevoli (da -1,4% a -1,9%). La diminuzione su base congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo è dovuta per lo più al calo dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,9%), imputabile prevalentemente a fattori stagionali, solo in parte compensato dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,1%). L’inflazione acquisita per il 2018 è +1,2% per l’indice generale e +0,6% per la componente di fondo.

La revisione delle stime preliminari dell’Istat riguarda anche i prodotti del cosiddetto carrello della spesa. La crescita annua dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona si attesta a 0,9% nei dati definitivi (era 1,1% in quelli preliminari). Il valore è comunque in aumento da ottobre, quando era +0,7%. L’Istat segnala poi una “lieve accelerazione dei prezzi dei beni alimentari” sia lavorati sia non lavorati. Aumentano in particolare i vegetali freschi (+4% rispetto a ottobre 2018, 1,2% su anno).
   

Bolzano è la città con i rincari più alti a novembre, pur non avendo l’inflazione più elevata (+2,1%), ha infatti la maggior spesa aggiuntiva, equivalente, per una famiglia tipo, a 698 euro su base annua. Lo stima l’Unione nazionale consumatori che stila, sulla base dei dati Istat, la graduatoria dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care in termini di maggior spesa. Al secondo posto, Reggio Emilia dove il rialzo dei prezzi del 2,4%, il record nazionale, determina un aumento del costo della vita, per la famiglia media, pari a 673 euro, terza Bologna, dove l’inflazione del 2,3% comporta un aggravio annuo di spesa di 649 euro. La revisione delle stime dell’inflazioni di novembre da parte dell’Istat è, secondo il presidente dell’Unc, Massimiliano Dona, “una buona notizia” anche se “per una coppia con due figli, la famiglia tradizionale di una volta, l’inflazione a +1,6% significa avere una maggior spesa annua complessiva di 510 euro, 196 euro per abitazione, acqua ed elettricità, 186 per i trasporti” prosegue Dona. Per la coppia con 1 figlio, la stangata è di 481 euro su base annua.(ANSA).

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/12/14/inflazione-rivista-ribassonovembre-16_b203939e-2e64-464c-af34-de314dbb5ce1.html

Manovra, pronta la proposta nero su bianco per Bruxelles

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha lasciato Roma alla volta di Bruxelles intorno alle 14 per incontrare il presidente della Commissione Jean Claude Juncker al quale sottoporrà un documento che conterrà tutte le opzioni in merito al tetto deficit-pil. Conte non va su a Bruxelles con una soluzione netta ma con la volontà di trattare. In ambienti della maggioranza e di governo si parla di una forbice che si aggirerebbe tra il 2,2 e il 2%. L’incontro è previsto alle ore 16 al Palais Berlaymont, sede della Commissione europea.

Il governo ha messo a punto una proposta “nero su bianco” sui saldi della manovra da portare oggi pomeriggio a Bruxelles all’incontro tra Conte e Juncker. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi. 

Il governo andrà all’incontro con la Commissione europea convinto di avere “buone motivazioni” per trovare un accordo sulla manovra. Lo spiegano fonti di Palazzo Chigi, aggiungendo che la decisione sui saldi di bilancio è stata presa in una riunione prima del consiglio dei ministri, attualmente al momento ancora in corso. Le stesse fonti si definiscono ottimiste sulla validità della proposta italiana.

Sono assolutamente fiducioso che a Bruxelles prevalga il buonsenso. Inizio ad essere stufo di qualcuno che possa sfondare o infrangere i limiti mentre con l’Italia c’è la lente di ingrandimento sullo 0,1. Vogliamo incominciare ad onorare gli impegni presi con gli italiani. Ma se mi dovessi rendere conto di un pregiudizio contro l’Italia mentre per altri si chiudono gli occhi allora la musica cambierà”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in una conferenza stampa a Gerusalemme.

E’ la giornata dell’incontro tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della commissione Europea jan Claude Juncker. E, sul fronte del dialogo sulla manovra all’Italia arriva un aiuto ‘insperato’, quello della Francia con lo sforamento chiesto da Emmanuel Macron. 

Ma dall’Ue arriva subito uno stop. Il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, intervistato dal Parisien, ritiene che un eventuale sforamento, oltre il 3% del rapporto tra deficit e Pil, dopo l’annuncio delle misure del presidente Emmanuel Macron per smorzare la rabbia dei gilet gialli “può essere preso in considerazione”, anche se in modo “limitato, temporaneo ed eccezionale”. Per Moscovici la situazione della Francia non può essere paragonata a quella italiana. Alla domanda di Le Parisien su un trattamento di favore alla Francia rispetto all’Italia sui conti pubblici Moscovici smentisce con forza. “Non c’è nessuna indulgenza, sono le nostre regole, soltanto le nostre regole”, insiste il commissario, aggiungendo: “Soprattutto non facciamo come se ci fosse da una parte una severità eccessiva e dall’altra non so quale lassismo”. Per lui il paragone con l’Italia “è allettante ma sbagliato perché sono due situazione totalmente diverse”. “La Commissione europea sorveglia il debito italiano da tanti anni”, cosa che invece non ha “mai fatto” per la Francia.

Il governo è, intanto, ancora al lavoro sui numeri. Lunedì sera a Palazzo Chigi si è raggiunta un’intesa di massima, tra i rappresentanti dei due partiti, a tagliare il fondo per “quota 100” e reddito di cittadinanza di 3,5 miliardi. Soldi che potrebbero ridurre il deficit al 2,2%, cui si sommerebbe un altro 0,2% di taglio derivante da quasi 2 miliardi di dismissioni immobiliari, magari attraverso Cassa depositi e prestiti, più altre misure di spending review. La Lega preme per rafforzare la Web Tax, su cui M5s frena. E per rafforzare la discesa nel 2020 e nel 2021 c’è anche l’idea di far scattare del tutto gli aumenti Iva (ora parzialmente disinnescati), rinviando alla prossima manovra un eventuale blocco. Ma niente viene dato per acquisito. Tant’è che viene subito smentita l’ipotesi avanzata dall’economista vicino alla Lega Alberto Brambilla di avviare la riforma delle pensioni con “quota 104” nel 2019, per poi scendere a “quota 100”.

Resta la tensione nella maggioranza giallo-verde. Anche se il vicepremier Salvini smentisce le voci di voto anticipato. ”Onestamente no. Non ho sentito Di Maio”. Cosi’ il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini ha risposto alle domande dei giornalisti che gli chiedevano un commento sulle tensioni con l’alleato di governo in queste ultime ore. ”Rientro a Roma oggi pomeriggio e occuparmi dello 0,1 per cento di deficit e di tutta la discussione italiana lo faro’ da oggi pomeriggio”. Salvini ha poi smentito che la Lega sia tentata dal voto: ”L’ennesima balla giornalistica – ha spiegato. – Non so piu’ in che lingua dirlo”.

Emendamenti in Commissione entro domani alle 14 – E’ stato ufficialmente fissato per domani alle 14 il termine per presentare gli emendamenti alla manovra in Commissione Bilancio del Senato. Lo si apprende dalla stessa Commissione, convocata ininterrottamente da oggi a domenica sera per l’esame della legge di bilancio. L’obiettivo al momento è quello di portare il testo in Aula a Palazzo Madama tra il 18 e il 19 dicembre. I tempi sono però strettamente legati all’andamento della trattativa sui saldi con la Commissione europea.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/12/12/manovra-moscovici-gela-litalia-non-paragonabile-a-situazione-francia_13a9ebe5-0d65-4cf7-88b3-80ce23d5342c.html

Fitch taglia stime Pil 2018. Spread ai minimi da ottobre

Segnali positivi sul fronte dei mercati. Lo spread tra Btp e Bund cala a 278 punti base per la prima volta dall’inizio di ottobre scorso. Il rendimento del titolo decennale italiano è al 3,05%, il livello più basso da fine luglio. In netta discesa anche il tasso del titolo a due anni scivolato fino a 0,558%, ai minimi dal 19 luglio.

Intanto, però, Fitch taglia le stime di crescita dell’Italia dall’1,2% all’1% nel 2018 e dall’1,2% all’1,1% nel 2019 a causa dell’ “incertezza politica domestica” e dei “timori per il commercio globale”.

Fitch, si legge nel Global Economic Outlook, nutre dubbi sul fatto che l’allentamento fiscale possa spingere il pil nel 2019, sia “per le incertezze sui dettagli dell’implementazione” che “per i probabili bassi impatti moltiplicatori di alcune misure”.

Intanto arriva da un allarme sul fronte dell’occupazione: “Sono circa 53.000 le persone che dal primo gennaio 2019 non potranno essere riavviate al lavoro dalle Agenzie per il Lavoro perché raggiungeranno i 24 mesi di limite massimo per un impiego a tempo determinato. E’ l’effetto della circolare del Ministero del 31 ottobre che ha considerato compresi nelle nuove misure anche i lavoratori con contratti stipulati prima dell’entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Dignità. Lo si legge in una nota di Assolavoro che parla di “stima prudenziale”.

“Si tratta – si legge in una nota – di una stima prudenziale, approssimata per difetto, elaborata da Assolavoro, l’Associazione delle Agenzie per il Lavoro, con una proiezione sull’intero settore dei dati rilevati dagli operatori associati (circa l’85% del mercato)”. Assolavoro evidenzia che “nonostante le ripetute manifestazioni di disponibilità non c’è stato ancora nessun riscontro in generale e in particolare sull’interpello relativo proprio alla circolare n.17 del 31 ottobre 2018”. L’Associazione ribadisce la necessità di “correggere il tiro” a tutela dei lavoratori.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/12/05/fitch-taglia-stime-pil-2018.-spread-ai-minimi-da-ottobre_72ee282f-58b5-4edb-81fc-25ecaf435cb4.html

Manovra: disgelo Italia-Ue. Juncker: ‘Facciamo progressi’

Segnali di distensione tra l’Italia e l’Ue sulla manovra mentre anche il premier Giuseppe Conte si dice “ottimista” sulla possibilità per l’Italia di evitare una procedura di infrazione.

Non si deve drammatizzare la questione dell’ipotesi di infrazione all’Italia” sulla manovra, ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in una conferenza stampa a Buenos Aires a margine del G20. “Stiamo facendo progressi“. “Ho incontrato il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte a Bruxelles, e lo incontrerò ancora qui”, ha ricordato Juncker.

“Non siamo in guerra con l’Italia, l’atmosfera è buona”, ha assicurato rispondendo a una domanda sulla trattativa sulla manovra. “Siamo con l’Italia – ha aggiunto – se l’Italia è con noi”.

“Sono sempre ottimista se no non mi sarei neppure seduto al tavolo e non sarei andato a Bruxelles”, ha detto il premier Conte replicando a una domanda sulle parole del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che si è detto fiducioso sulla possibilità di evitare la procedura di infrazione europea sulla manovra. “Lo sono anche io”, ha aggiunto.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2018/11/30/manovra-disgelo-italia-ue.-juncker-facciamo-progressi_fcb3c62d-6885-42eb-80b3-86032fa983a6.html

Fmi: Italia faccia sforzi più ambiziosi

”Anche se molte economie avanzate stanno prevedendo un risanamento di bilancio, in alcuni casi sono necessari sforzi più ambiziosi. Questo è fondamentale per l’Italia”. Lo afferma l’Fmi in un documento per il G20. “Per molte economie del G20, ora è il momento per un significativo risanamento di bilancio. La finestra di opportunità per ridurre il debito è ancora aperta”, si spiega.

”Gli spread sono aumentati in alcuni paesi, inclusa l’Italia, dove i timori per il debito pubblico e slittamenti nelle politiche potrebbero innescare ulteriori reazioni negative del mercato”. Prosegue l’Fmi. ”Le condizioni finanziarie nelle economie avanzate sono ancora accomodanti, ma potrebbero peggiorare all’improvviso. Questo potrebbe aumentare la pressione sui mercati emergenti e sulle economie altamente indebitate (ad esempio l’Italia)”. La crescita – avverte l’Fmi – sta frenando in molte economie avanzate ed e’ ”rallentata piu’ del previsto nell’area euro, soprattutto in Italia e Germania”.

Gli attuali livelli di crescita del G20 ”saranno difficili da sostenere”. Lo afferma il Fmi in un rapporto preparato in vista del vertice di Buenos Aires, nel quale si precisa che la lenta crescita della produttivita’ frena le economie del G20. ”Distruzioni agli scambi commerciali globali potrebbero ridurre la produttivita’ ulteriormente” aggiunge il Fmi, mettendo in evidenza come gli squilibri globali sembrano destinati a salire, aumentando la possibilita’ di un aggiustamento disordinato nel medio termine. “Lavorando insieme la politica puo’ contenere i rischi” osserva il Fmi, invitando i paesi del G20 a sostenere i paesi in via di sviluppo a basso reddito.

La crescita sta frenando in molte economie avanzate ed e’ ”rallentata piu’ del previsto nell’area euro, soprattutto in Italia e Germania”. ”L’espansione globale continua, ma e’ diventata piu’ disomogenea. I rischi al ribasso sono aumentati”, si aggiunge.

L’economia globale si trova in un ”momento critico” fra ”significativi rischi che si stanno materializzando e nubi scure all’orizzonte”. In questo quadro i paesi del G20 devono muoversi ”rapidamente e insieme”: così il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, invitando le 20 maggiori economie al mondo ad andare avanti sulle riforme, da quelle del mercato dei prodotti a quelle del lavoro. Farle potrebbe tradursi in un aumento del pil del G20 del 4%.

Gli eventuali dazi dell’amministrazione Trump sulle auto potrebbero portare a un taglio della crescita globale dell’0,75%, afferma il Fmi nel rapporto inviato al G20.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/11/28/fmi-italia-faccia-sforzi-piu-ambiziosi_b8555bfb-7643-4139-82d5-3e33ad9e95f0.html

Manovra: gestore, rischio Italia c’è

“Il ‘rischio Italia’ nel lungo periodo, cioè uno scenario di tipo greco, non c’è perché l’Europa non potrebbe permetterselo, ma nel breve periodo il rischio Italia c’è”. E’ l’analisi di Andrea Carzana, gestore azionario Europa di Columbia Threadneedle Investments. “L’Ue con le armi spuntate del procedimento di infrazione potrebbe avere la tentazione di lasciare fare ai mercati, che possono portare i rendimenti dei Btp e lo spread alle stelle: nessun governo negli ultimi 50 anni è sopravvissuto” a una simile situazione “con le banche che vanno giù”, aggiunge Carzana partecipando all”Outlook 2019′ del gruppo di global asset management statunitense.
Un’ipotesi per arginare un’eventuale forte crisi sull’Italia o un rallentamento dell’economia viene individuata negli interventi della Bce: il quantitative easing in esaurimento viene considerato uno strumento non selettivo, mentre non si esclude un proseguimento del piano di rifinanziamento a lungo termine Long term refinancing operation (Ltro).

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/11/20/manovra-gestore-rischio-italia-ce_71b7ccee-355e-475b-81cc-3220a51e7a15.html

Draghi, altolà sul debito, spread riflette sfida a Ue

Il presidente della Banca centrale europea, mario Draghi, avverte nuovamente i paesi “ad alto debito”: non devono aumentarlo ulteriormente, e lo spread in alcuni Paesi – riferimento implicito all’Italia – riflette lo sfida alle regole di bilancio comuni. “La mancanza di consolidamento fiscale nei Paesi ad alto debito aumenta la loro vulnerabilità agli shock, che siano auto-prodotti mettendo in forse le regole dell’Unione monetaria, o importati tramite il contagio. Finora, l’aumento degli spread è stato in gran parte limitato al primo caso e il contagio è stato limitato”.

Anche se i rischi appaiono ancora “bilanciati”, e la frenata della crescita nell’Eurozona è normale e non prelude a una improvvisa interruzione, la Bce – ha detto Draghi – dovrà “monitorare attentamente” i rischi posti dalla ‘guerra dei dazi’ e l’inflazione di base “deve ancora mostrare una tendenza al rialzo convincente”. Un cambio di tono del presidente della Bce, più da ‘colomba’ che nei mesi scorsi, che potrebbe avere ripercussioni sulle prossime mosse di politica monetaria, con l’uscita dal Qe programmata a fine dicembre e un rialzo dei tassi atteso per il prosismo autunno.

Se i dati in arrivo confermeranno la convergenza verso gli obiettivi la Bce procederà come stabilito. Ma “il consiglio ha anche notato che le incertezze sono aumentate” e dunque – ha detto il presidente della Bce allo European Banking Congress a Francoforte – “a dicembre, con le nuove previsioni disponibili, saremo più in grado di fare una piena valutazione”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/11/16/draghi-aumento-dello-spread-per-sfida-alle-regole-dellue_92a74e2b-e810-465b-91fa-94603f29b9ca.html

Fmi: con quota 100 più spesa per le pensioni e un peso sui giovani

L’impatto sulla crescita dell’Italia dalle misure di stimolo previste dal governo “sarebbe incerto nei prossimi due anni e probabilmente negativo nel medio periodo, se gli spread continuassero a restare a livelli elevati”. Così il Fondo Monetario Internazionale nella relazione che prelude all’Art.IV. Il Fmi spiega che l’atteso impatto di stimolo “rischia di essere controbilanciato dal continuo rialzo degli spread”, con un effetto “ambiguo” nel breve e “probabilmente negativo” nel medio periodo. 

I cambiamenti delle pensioni previsti dal governo, ovvero la quota 100, “aumenterebbero ulteriormente la spesa pensionistica, imporrebbero pesi ancora maggiori sulle generazioni più giovani, lascerebbero meno spazio per politiche per la crescita e porterebbero a minori tassi di occupazione tra i lavoratori più anziani”, dice il Fmi anticipando l’Art.IV. “E’ improbabile che l’ondata di pensionamenti creerebbe altrettanti posti di lavoro per i giovani”. Per il Fmi “è urgente razionalizzare i vari eccessi nel sistema”. 

ll Fondo Monetario Internazionale, mette in guardia l’Italia anche dal rischio di recessione che potrebbe derivare da livelli di debito troppo alti. Nel documento, il Fmi stima che il debito pubblico italiano “resterà intorno al 130% nei prossimi 3 anni” e avverte che qualsiasi shock anche modesto “aumenterebbe il debito aumentando il rischio che l’Italia sia costretta ad un consolidamento di bilancio maggiore quando l’economia si indebolisce. Questo potrebbe trasformare un rallentamento in una recessione”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/11/13/fmi-con-quota-100-piu-spesa-pensioni-e-peso-su-giovani_2baef11c-2230-4631-a38f-bf6cd76b60f8.html