Inps: a novembre 664.000 posti in meno rispetto al 2019

Il saldo annualizzato dei rapporti di lavoro a novembre 2020, ovvero la differenza tra quelli registrati nel mese rispetto a quelli di novembre 2019 è negativo per 664.000 unità. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato.

Nel corso degli undici mesi del 2020 le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati sono state 4.755.000 (-30% sullo stesso periodo del 2019 anche per gli effetti legati all’emergenza da Covid-19. Il calo ha riguardato soprattutto i contratti a termine. Le cessazioni negli 11 mesi sono state 5.051.000 (-20%). La variazione netta negli 11 mesi è stata negativa per 295.696 posti di lavoro.

Crescono i rapporti di lavoro stabili salvaguardati dallo stop ai licenziamenti mentre crollano quelli a termine e stagionali. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Inps sul precariato secondo cui nei primi 11 mesi del 2020 a fronte di una variazione netta complessiva negativa per 295.696 unità ci sono stati 243.769 rapporti di lavoro a tempo indeterminato in più (assunzioni stabili più trasformazioni meno cessazioni da contratto stabile). Sono crollati i contratti precari con una riduzione rispetto ai primi 11 mesi del 2019 di 263.902 contratti a termine, 121.913 contratti stagionali, 80.217 di somministrazione e 76.970 intermittenti.

Fonte: ANSA – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/02/18/inps-a-novembre-664.000-posti-in-meno-rispetto-al-2019_7efa098c-c2ca-4fa3-a820-579fb4bab574.html

Un lavoratore su cinque con stipendio sotto i 9 euro

Il 22% dei lavoratori dipendenti delle aziende private (sono esclusi gli operai agricoli e i domestici) ha una retribuzione oraria inferiore a 9 euro lordi, ovvero alla soglia individuata da uno dei disegni di legge sul salario minimo in discussione al Senato. La stima arriva dall’Inps che oggi è stato audito dalla Commissione Lavoro del Senato. Il 9% dei lavoratori è al di sotto degli 8 euro orari lordi mentre il 40% prende meno di 10 euro lordi l’ora.

Fissando la soglia del salario minimo a 9 euro lordi l’ora – ha spiegato l’Istat in una memoria – ci sarebbero 2,9 milioni di lavoratori che avrebbero un incremento medio annuo di retribuzione di 1.073 euro. L’Istat spiega che sarebbe coinvolto il 21% dei lavoratori dipendenti con un aumento stimato del monte salari complessivo di 3,2 miliardi.

Attenzione ad aumento lavoro nero per domestici – Quasi tutti i livelli di inquadramento del lavoro domestico hanno un salario orario inferiore a 9 euro. Lo rileva l’Inps in una audizione alla Commissione lavoro del Senato sul salario minimo chiedendo nell’eventuale introduzione di una soglia di salario minimo di tenere in considerazione “le oggettive caratteristiche del settore anche allo scopo di evitare il rischio di pericolose involuzioni che possono portare all’espansione del lavoro irregolare”. Tra il 2012 e il 2017, rileva l’Inps il numero dei lavoratori regolari nel settore è diminuito del 15% passando da 1,01 milioni a 864.526 unità.

Il tasso di disoccupazione – rileva l’Istat – al Mezzogiorno è del 18,4% nel 2018, quasi tre volte quello del Nord (6,6%) e il doppio di quello del Centro (9,4%). Inoltre solo il Sud deve ancora recuperare i livelli di occupazione del 2008, prima della crisi, superato nel resto d’Italia. Il tasso di occupazione nel Mezzogiorno è del 44,5% nel 2018, un punto e mezzo in meno di 10 anni prima, nonostante i progressi dell’ultimo anno, simili a quelli del resto del Paese. Al Nord il tasso di occupazione è al 67,3% e al Centro al 63,2%.

Secondo l’istituto inoltre nel 2018 diminuisce il tasso di disoccupazione dall’11,2% del 2017 al 10,6%. Anche per i giovani c’è un miglioramento di 2,6 punti fino a un tasso di disoccupazione giovanile del 32,2%.

Il numero dei disoccupati complessivamente si riduce di 151 mila unità (-5,2% fino a quota 2 milioni 755 mila), “in misura più intensa rispetto al 2017”. Il calo della disoccupazione riguarda sia le persone in cerca di lavoro da almeno 12 mesi (-82 mila, -4,9%) sia disoccupati di breve durata.

L’occupazione nel 2018 cresce per il quinto anno consecutivo. Gli occupati aumentano di 192 mila unità (+0,8%), secondo gli ultimi dati Istat, e il tasso di occupazione sale al 58,5% (+0,6 punti), rimanendo di appena 0,1 punti al di sotto del picco del 2008.

L’aumento tra i lavoratori dipendenti riguarda “esclusivamente quelli a tempo determinato” (+323 mila, +11,9%) mentre dopo quattro anni di crescita cala il tempo indeterminato (-108 mila, -0,7%).

Fonte: ANSA – http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/03/13/cresce-loccupazione-ma-quasi-un-lavoratore-su-cinque-con-stipendio-sotto-i-9-euro_5fc48a58-e4bc-4ecc-8886-f8e37c022145.html

In 6 mesi +140.000 contratti stabili

Tra gennaio e giugno 2018 i datori di lavoro privati hanno fatto nel complesso 3.892.000 assunzioni (+6,9%) mentre le cessazioni sono state 3.001.000 (+12,0%) con un saldo positivo di 891.000 contratti. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul Precariato sottolineando che per i contratti a tempo indeterminato la variazione netta è stata positiva per 140.000 unità. Il risultato è stato possibile anche grazie al buon andamento delle trasformazioni da tempo determinato a indeterminato (+84.000) che registrano una crescita del 58,7% sul primo semestre 2017.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/08/30/in-6-mesi-140.000-contratti-stabili_18c5ecbe-3baa-44b7-97c7-f791f940995c.html

Inps:+145mila contratti stabili

Nei primi cinque mesi del 2018 la variazione netta dei rapporti a tempo indeterminato è pari a 145 mila e 805. E’ questo il saldo tra assunzioni e cessazioni di contratti stabili, stando all’Osservatorio dell’Inps. La cifra risulta in crescita a confronto con lo stesso periodo del 2017 (34.474). Nel complesso, le assunzioni nel privato sono aumentate del 9,8% su base annua. In crescita tutte le componenti: tempo indeterminato +3,1%, apprendistato +13,7%, tempo determinato +8,4%, stagionali +7,0%, somministrazione +21,5% e intermittenti +8,8%. “Nei primi cinque mesi dell’anno si conferma l’aumento delle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato (+70.000), che registrano un forte incremento rispetto al periodo gennaio-maggio 2017 (+45,7%)”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/07/19/inps145mila-contratti-stabili_de2ac774-0f6b-4fa3-bc4e-76bc737ed65f.html

Boeri, avanti su vitalizi e privilegi

Con un ricalcolo contributivo dei vitalizi dei parlamentari italiani si sarebbero avuti risparmi “nell’ordine dei 150 milioni l’anno” ed è “scandaloso” che la vecchia legislatura non abbia fornito all’Inps i dati sui contributi versati dai singoli parlamentari.

Così Tito Boeri, presidente Inps, a ‘In 1/2 Ora’. “Mi auguro che l’impegno della nuova legislatura sia vero, un primo segnale sarebbe darci queste informazioni per poter fare calcoli trasparenti”.

Boeri sottolinea come i vitalizi non siano l’unico privilegio: gli oneri figurativi pagati dall’Inps a molti parlamentari, circa il 24% della retribuzione “versato per 20 o 30 anni” in alcuni casi, costa nel giro di una legislatura “qualche decina di milioni di euro”.

“Un privilegio” segnalato alla precedente legislatura, ma senza esito, dal presidente dell’Inps, che ha “scritto una lettera all’ufficio di Presidenza della Camera, sin qui non ho avuto alcuna risposta al riguardo”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/04/15/boeri-avanti-su-vitalizi-e-privilegi_a5800aef-7949-403a-9397-96cd0951ad7e.html