Prezzi: Istat, inflazione ancora negativa, a settembre -0,5%

Inflazione negativa per il quinto mese consecutivo a settembre. Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,5% su base annua (come ad agosto). Su base mensile il calo è dello 0,6%.

L’inflazione negativa, spiega l’Istat, continua ad essere dovuta prevalentemente alle flessioni, seppur meno marcate rispetto al mese precedente, dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da -13,7% a -13,6%), di quelli non regolamentati (da -8,6% a -8,2%) e dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -2,3% a -1,6%).

Invece i prezzi del cosiddetto carrello della spesa, che include i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, a settembre “accelerano” passando da +0,9% a +1,2%. Quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano a loro volta una variazione tendenziale nulla da -0,2%.

L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a -0,2% per l’indice generale.

 

Fonte: ANSA – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/09/30/prezzi-istat-inflazione-ancora-negativa-a-settembre-05_5644277f-f606-43cb-92b2-af3212e5523a.html

Istat, prezzi in lieve aumento a giugno +0,1% su mese, -0,2% su anno

L’inflazione resta negativa per il secondo mese consecutivo. Dopo che già a maggio il carovita aveva fatto segnare il primo calo dal 2016, anche a giugno il peso dei prezzi dei carburanti particolarmente depressi ha trascinato l’indice nuovamente in territorio negativo. Nè è bastato il buon andamento del carrello della spesa a contrastarli: l’effetto combinato dei due principali trend ha portato l’indice dei prezzi al consumo, rilevato oggi secondo le tradizionali stime preliminari dall’Istat, a registrare un calo annuo dello 0,2%, anche se a livello mensile è tornato in territorio leggermente positivo con un +0,1%. “La flessione dei prezzi al consumo su base annua, registrata per il secondo mese consecutivo, continua ad essere il prodotto di spinte contrapposte: quelle deflazionistiche provenienti dai prezzi dei beni energetici e quelle al rialzo dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona” spiegano all’Istat ricordando che “l”inflazione di fondo, seppur in lieve rallentamento, si conferma quindi positiva (+0,7%)”.

Ed è proprio quest’ultimo dato che fa dire al centro studi di Confcommercio che “il dato sull’inflazione di fondo che, pur su valori contenuti, si conferma in territorio positivo, lascia sperare che la deflazione sia un problema solo temporaneo”. Andando ad analizzare nel dettaglio le principali voci dell’indice, si conferma nuovamente il forte la contrazione dei prezzi dei Beni energetici (-12,1%), sia nella componente regolamentata (-14,1%), sia in quella non regolamentata (-11,2%). I prezzi degli alimentari continuano invece a crescere (+2,5%), con un’accelerazione di quelli degli alimentari non lavorati (da +3,7% di maggio a +4,1%) e un lieve rallentamento dei prezzi degli alimentari lavorati (da +1,7% a +1,5%). Coldiretti spiega che i prezzi della frutta fanno segnare un balzo di addirittura l’11,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per effetto del clima pazzo che ha sconvolto i raccolti e ridotto le disponibilità sui mercati. A registrare tassi di crescita sopra il punto percentuale sono anche i prezzi dei tabacchi (+3,0%) e dei servizi vari (+1,4%) che contrastano, insieme a quelli dei beni alimentari, le spinte deflazionistiche dei beni energetici.

A livello congiunturale, invece, l’Istat spiega che il lieve aumento dell’indice generale è dovuto per lo più alla crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,1%), sostenuta dai consueti fattori stagionali. Continua invece a correre, seppur con un lieve rallentamento, il cosiddetto carrello della spesa: i prezzi degli alimentari, per la cura della casa e della persona salgono infatti in giugno del 2,3%, leggermente meno del +2,4% di maggio. Tornano infine a crescere i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, passando da una variazione nulla a un +0,2%. A questo punto l’inflazione acquisita per il 2020 è pari a zero per l’indice generale e a +0,7% per la componente di fondo.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/06/30/istat-prezzi-in-lieve-aumento-a-giugno-01-su-mese-02-su-anno-_eba7ac51-6ef5-43ea-92cd-34e05d7698de.html

L’inflazione accelera in Italia. Fa discutere il nuovo paniere Istat

Dopo aver rallentato per buona parte del 2019, l’inflazione accelera in Italia, anche se di poco, per il secondo mese consecutivo. Secondo le stime preliminari dell’Istat, a gennaio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua da +0,5% del mese precedente.

La lieve accelerazione dell’inflazione è imputabile prevalentemente ai prezzi dei beni energetici non regolamentati la cui crescita tendenziale è passata da +1,6% a +3,2%, dei servizi relativi ai trasporti (da +1,1% a +2,9%) e dei beni alimentari lavorati (da +0,4% a +1%). Andamenti solo in parte compensati dalla flessione più marcata dei prezzi dei beni energetici regolamentati da -7,8% a -9,5% e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona da +1,3% a +0,8%.

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici si sono portate entrambe a +0,8%, rispettivamente, da +0,6% e da +0,7%. L’inflazione acquisita per il 2020 è +0,1% per l’indice generale e pari a zero per la componente di fondo.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi dei beni alimentari, sia nella componente lavorata (+1,4%) sia non (+0,9%), in parte bilanciata dalla diminuzione dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,6%).

Inoltre l’inflazione ha accelerato lievemente per i beni (da una variazione tendenziale nulla di dicembre a +0,1%), mentre è rimasta stabile la crescita dei prezzi dei servizi (+1,0%) e il differenziale inflazionistico è rimasto positivo a +0,9% (era +1% a dicembre).

Quanto ai prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto carrello della spese, sono aumentati lo scorso mese dello 0,9% su base annua e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto dell’1,4%, rispettivamente, da +0,6% e da +1% del mese precedente, registrando in entrambi i casi una crescita più sostenuta di quella riferita all’intero paniere.

Intanto, però, fa discutere il nuovo paniere Istat attraverso il quale viene calcolata l’inflazione. Hanno fatto il loro ingresso, tra i mezzi di trasporto, le automobili elettriche e ibride elettriche e il monopattino elettrico e, tra i servizi di ristorazione, il sushi take away e la consegna pasti a domicilio. Inoltre sono entrati nel paniere il servizio di barba e baffi, i trattamenti estetici per uomo e gli apparecchi acustici. Nessuno prodotto è uscito dal paniere nel 2020 poiché, ha spiegato l’Istat, “tutti quelli già presenti non hanno mostrato segnali di obsolescenza tali da motivarne l’esclusione”.

Ad arricchire la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati il servizio di lavatura e stiratura camicia (tra i servizi di lavanderia abiti) e l’applicazione dello smalto semipermanente (tra i trattamenti di bellezza). Nel paniere del 2020 utilizzato per il calcolo degli indici Nic (per l’intera collettività nazionale) e Foi (per le famiglie di operai e impiegati) figurano 1.681 prodotti elementari (1.507 nel 2019), raggruppati in 993 prodotti, a loro volta raccolti in 410 aggregati.

La principale novità del 2020 è l’ampliamento dell’utilizzo dei prezzi registrati alle casse mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data) a nuovi canali distributivi del commercio al dettaglio della Grande distribuzione organizzata. Si tratta, con riferimento ai beni alimentari confezionati e ai beni per la cura della casa e della persona, dei discount, delle piccole superfici di vendita e degli specialist drug che si aggiungono così a ipermercati e supermercati.

L’ampliamento dell’utilizzo degli scanner data e alcune innovazioni nella metodologia di calcolo degli indici fanno sì che quest’anno siano circa 30 milioni le quotazioni di prezzo provenienti ogni mese dalla Grande distribuzione organizzata utilizzate per stimare l’inflazione. Delle restanti 577mila quotazioni, 384mila sono raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica, 121mila direttamente dall’Istat e quasi 72mila dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo economico.

Sono poi 80 i Comuni che contribuiscono alla stima dell’inflazione per il paniere completo (79 nel 2019); la copertura territoriale dell’indagine è pari all’83,2% in termini di popolazione provinciale e sale al 90,3% per un sottoinsieme di prodotti (tariffe e alcuni servizi locali), il cui peso sul paniere NIC è del 5,6%, per i quali altri 12 Comuni effettuano la rilevazione dei prezzi.

Tra punti vendita, imprese e istituzioni sono circa 43mila le unità di rilevazione presenti nei comuni e circa 8mila le abitazioni presso le quali sono rilevati i canoni d’affitto. Per quanto riguarda la rilevazione dei prezzi effettuata direttamente dall’Istat anche mediante tecniche di scarico automatico dei dati (web scraping) dalla rete Internet o attraverso la raccolta di informazioni da grandi fornitori di dati, nel 2020 i prodotti coinvolti rappresentano, in termini di peso, circa il 22,7% del paniere. Gli scanner data provenienti dai diversi canali della Grande distribuzione organizzata sono riferiti a un campione di quasi 4mila punti vendita, appartenenti a 25 grandi catene della distribuzione al dettaglio e rappresentativi dell’intero territorio nazionale.

Il Codacons e l’Unione Nazionale Consumatori hanno apprezzato l’ingresso di nuove voci nel paniere, ma ritengono sbagliate alcune modifiche dei pesi operate dall’Istat. “L’ingresso di auto elettriche e ibride, monopattini elettrici, sushi take away e consegna di pasti a domicilio è sicuramente corretto, perché tale scelta rispecchia le modifiche delle abitudini di acquisto delle famiglie, e consente di ottenere dati sulle spese dei consumatori più vicini alla realtà”, ha sottolineato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi.

In effetti, la consegna di pasti a domicilio interessa più di un italiano su tre (37%) che ha ordinato dal telefono o dal proprio personal computer pizza, piatti etnici o veri e propri cibi gourmet durante l’anno, secondo quanto è emerso dall’analisi Coldiretti/Censis sul food delivery. Un mercato, ha precisato Coldiretti, al quale si rivolgono 18,9 milioni di italiani con regolarità (3,8 milioni) o occasionalmente (15,1 milioni) che hanno consumato a casa cibo ordinato da ristoranti e pizzerie tramite una piattaforma web come Just Eat, Foodora, Deliveroo, Bacchette Forchette o Uber Eats, solo per citare le più note, accanto alle quali si sono sviluppate numerose realtà locali.

Tuttavia, “non ci convincono i cambiamenti dei pesi all’interno del paniere decisi dall’Istat”, ha continuato Rienzi. Infatti, “appare assolutamente incomprensibile la riduzione di peso per il comparto abitazione, acqua, elettricità e combustibili, una delle voci che ha registrato l’inflazione media più alta nel 2019, determinando lo scorso anno un aggravio di spesa pari a +140,8 euro per la famiglia media e quasi +150 euro per un nucleo con due figli. Proprio le spese legate all’abitazione sono quelle che, assieme all’alimentazione e ai trasporti, incidono maggiormente sui bilanci familiari, e una riduzione del loro peso all’interno del paniere ha effetti diretti sul tasso d’inflazione”, ha contestato Rienzi.

Al di là, quindi, dei nuovi ingressi e delle uscite dal paniere, che anche l’Unione Nazionale Consumatori condivide, “siamo preoccupati per il calo record del peso della divisione Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, che scende del
9,8%, -1,0775 punti percentuali. Un crollo che non comprendiamo”, ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell’Unc. “Al di là della motivazione addotta, legata all’effetto rivalutazione e alla revisione dei dati effettuata dalla contabilità nazionale, si tratta di spese obbligate difficilmente comprimibili che mandano in tilt i bilanci delle famiglie e che ora avranno meno voce in capitolo nel calcolo finale dell’inflazione”.

Più in dettaglio, per Dona è “incomprensibile, ad esempio, il calo del peso dell’acqua, -21%, raccolta rifiuti, -16,4%, energia elettrica, -10,3%, gas -21,8%. Mentre il calo di altre voci, come l’rc auto, è spiegabile da una riduzione del premio assicurativo, sfugge la riduzione di acqua e rifiuti, specie date le dimensioni di questa flessione”.

Fonte: Milano Finanza  –  https://www.milanofinanza.it/news/l-inflazione-accelera-in-italia-fa-discutere-il-nuovo-paniere-istat-202002041133488672

Istat: la spesa delle famiglie cresce più del reddito

Nel terzo trimestre del 2019, la crescita del reddito delle famiglie si è tradotta in maggiore consumi, con un aumento della spesa dello 0,4% rispetto al secondo trimestre. Lo rileva l’Istat, aggiungendo che ne consegue una “marginale” riduzione della propensione al risparmi, pari all’8,9% (-0,1 punti percentuali sul trimestre precedente). “Tale flessione – spiega l’Istituto di statistica – deriva da una crescita della spesa per consumi finali lievemente più sostenuta rispetto a quella registrata per il reddito disponibile lordo (+0,4% e +0,3% rispettivamente)”.
Il reddito disponibile delle famiglie, infatti, nel terzo trimestre del 2019 sale ancora (è in positivo dall’inizio dell’anno) ma la crescita congiunturale, pari allo 0,3%, perde vigore rispetto al trimestre precedente (+1,0%). Stesso discorso per il potere d’acquisto, che registra identici valori, “grazie alla dinamica nulla dell’inflazione”.

Nel terzo trimestre 2019 l’indebitamento delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari all’1,8%, invariato sullo stesso trimestre del 2018, sottolinea l’Istat, aggiungendo che nei primi 9 mesi del 2019 il rapporto deficit-Pil è stato del 3,2%, in miglioramento sullo stesso periodo dell’anno prima (3,4%). Il dato è il più basso dal 2007. Sempre nel terzo trimestre, la pressione fiscale è stata pari al 40,3% -0,1 punti percentuali sullo stesso periodo del 2018. Il dato cumulato dei primi nove mesi è pari al 39,2% del Pil, il valore più alto dal 2015.

La spesa per interessi passivi, quelli pagati sul debito, scende nel terzo trimestre del 2019 a 15 miliardi e 199 milioni, da 16 miliardi e 86 milioni dello stesso periodo del 2018, con un risparmio quindi di quasi 900 milioni, precisamente 887 milioni di euro.

L’Inflazione, il tasso annuo di crescita dei prezzi, a dicembre risale, risultando pari allo 0,5%. Lo rileva l’Istat nelle stime preliminari, ricordando che a novembre ci si era fermati allo 0,2%. Più che un raddoppio quindi, ma l’Istituto di statistica avverte come il rialzo sia dovuto “principalmente” all’accelerazione dei prezzi dei carburanti, “componete – rimarca l’Istat – molto volatile del paniere”.

Il tasso d’inflazione per il 2019 si attesta allo 0,6%, un valore dimezzato rispetto a quello del 2018 (+1,2%). Un dato che, sottolinea lo stesso Istituto di statistica, conferma “la debolezza” mostrata dall’indice nel corso dell’intero anno.

A dicembre il cosiddetto ‘carrello della spesa’, segna su base annua una crescita dello 0,8%, in accelerazione rispetto allo 0,5% di novembre.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/01/07/istat-spesa-famiglie-su-piu-del-reddito_6ba74df4-b316-413a-94e3-36ac463f87c6.html

Prezzi: Istat abbassa le stime, inflazione novembre 0,2%

L’Istat rivede al ribasso le stime dell’inflazione di novembre e indica un aumento dei prezzi al consumo dello 0,2% su base annua, lo stesso di ottobre. La stima preliminare era +0,4%. L’indice mensile registra invece una diminuzione dello 0,2%. “Nel quadro di stabilità dell’inflazione di novembre, solo di poco superiore allo zero, per i prezzi dei Beni durevoli e semidurevoli l’ampliamento del periodo di promozioni legato al Black Friday ha determinato diversi effetti”, commenta l’Istat, influenzando anche la revisione delle stime.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/flash/2019/12/16/-prezzi-istat-abbassa-stime-inflazione-novembre-02-_d0728598-e75b-43b7-99e8-7f6c6086e68f.html

Inflazione: Istat taglia stima allo 0,3%

L’Istat rivede la stima dell’inflazione a settembre. La crescita annua dei prezzi rallenta infatti allo 0,3%, mentre la stima preliminare era dello 0,4%, lo stesso livello dei due mesi precedenti. Su base mensile emerge invece una diminuzione dello 0,6%.
“A settembre l’inflazione nel nostro Paese continua a mostrare una debole dinamica, rallentando rispetto ad agosto e posizionandosi al livello più basso da novembre 2016”, commenta l’Istituto di statistica, spiegando che l’andamento dei prezzi scende sotto lo zero a settembre in otto città italiane, tra capoluoghi di regione, province autonome e comuni con più di 150mila abitanti. L’Istat fotografa infatti la deflazione a Venezia (-0,1%), Aosta, Cagliari, Livorno (-0,2% in tutte e tre), Trento (-0,3%), Bologna e Ravenna (-0,4% per entrambe) oltre ad Ancona, dove la frenata dei prezzi raggiunge il picco negativo del -0,5%. Palermo, Parma, Perugia e Potenza registrano poi inflazione zero.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/10/16/inflazione-istat-taglia-stima-allo-03_b3cc4a50-4c00-4348-ab0a-c48e8ea2956a.html

Bce, Draghi: ‘Debolezza Eurozona si protrae e ci sono rischi’

Il penultimo consiglio direttivo della Bce sotto la guida di Mario Draghi – si legge in una nota – ha varato un nuovo programma di quantitative easing (Qe), che prevede l’acquisto di bond per 20 miliardi di euro al mese e partirà a novembre. Gli acquisti di bond decisi oggi con il nuovo programma “dureranno tutto il periodo necessario a rafforzare l’impatto accomodante dei tassi” e il consiglio direttivo si aspetta che “finiscano poco prima rispetto a quando la Bce inizierà ad alzare i tassi”.

La Bce ha anche tagliato il tasso su depositi a -0,50%. Invariati il tasso principale a 0% e quello sui prestiti marginali a 0,25%. Lanciato un nuovo maxi-prestito a lungo termine alle banche dell’Eurozona, allungando la scadenza da due a tre anni e prevedendo tassi più bassi per le banche che prestano ai di sopra di un certo livello.

La Banca centrale europea “si aspetta che i tassi di interesse chiave della Bce rimangano ai loro livelli attuali o inferiori fino a quando non si vedranno le prospettive di inflazione convergere saldamente a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione”.

La decisione della Banca centrale europea di riavviare il Qe fa correre i bond sovrani europei, i cui rendimenti sono tutti in calo. Il Btp decennale italiano ha toccato un minimo storico dello 0,77%, per poi risalire allo 0,81%, con un calo del rendimento di 15 punti base.

Lo spread tra Btp e Bund torna sotto i 140 punti base a 139, per la prima volta da maggio del 2018. Il rendimento del decennale italiano aggiorna i minimi storci a 0,75%.

L’INTERVENTO DI DRAGHI.

La decisione presa oggi con il pacchetto di misure della Bce riflette un’inflazione che continua ad essere al di sotto dell’obiettivo del 2% – ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi -, e “le informazioni in arrivo indicano una debolezza dell’economia dell’Eurozona più protratta, importanti rischi al ribasso e un’inflazione debole”.

La Bce ha abbassato a 1,1% la stima di crescita dell’Eurozona per il 2019, e a 1,2% quella per il 2020. Confermato un +1,4% per il 2021, ha annunciato Draghi.

La Bce ha abbassato le stime d’inflazione per l’Eurozona da qui al 2021: per quest’anno prevede ora un +1,1%, per il prossimo un +1% e per il 2021 un’accelerazione a 1,5%. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi nel corso della conferenza stampa che segue la decisione della banca centrale europea di tagliare i tassi sui depositi e di riaprire da novembre il quantitative easing con acquisti di titoli per 20 miliardi al mese.

Nel consiglio direttivo della Bce “non c’è stato alcun desiderio” di cambiare i limiti ai bond di ciascun Paese acquistabili tramite il Qe, perché “c’è sufficiente spazio di manovra” per portare avanti gli acquisti annunciati oggi, ha detto Draghi, aggiungendo che il pacchetto di misure “è adeguato per rinsaldare le aspettative d’inflazione”.

I Paesi che hanno spazio di manovra sul fronte dei conti pubblici dovrebbero utilizzarlo “in maniera efficace e tempestiva” per fronteggiare la situazione economica più difficile, ha spiegato il presidente della Bce ribadendo invece che i Paesi ad alto debito dovrebbero mantenere una politica di bilancio “prudente”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/09/12/bce-le-ultime-misure-di-draghi-nuovo-qe-da-20-miliardi_1773bf57-88a6-47e7-a561-bb22af55cc31.html

Inflazione: Istat a giugno 0,7%

L’Istat ha rivisto al ribasso la stima dell’inflazione a giugno 2019 fino a un tasso dello 0,7%. La stima preliminare era +0,8%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, sale dello 0,1% rispetto al mese precedente. “Si consolida il quadro di bassa inflazione che caratterizza l’Italia. Un contributo specifico a questo andamento viene dall’inversione di tendenza dei prezzi degli energetici non regolamentati dovuta, però, in larga parte, al confronto con giugno 2018 quando i prezzi dei combustibili erano cresciuti”, è il commento dell’Istat.

Rallenta la crescita dei prezzi dei prodotti di largo consumo. Per i beni alimentari, per la cura della casa e della persona che costituiscono il cosiddetto carrello della spesa l’inflazione passa dal +0,3% di maggio a +0,2% a giugno, secondo i dati definitivi dell’Istat. La stima preliminare era +0,3%.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/07/16/inflazione-istat-a-giugno-07_2fda30e2-7df0-4749-b279-a63bae63a47a.html

Prezzi: Istat, carrello della spesa fermo allo 0,3%

L’Istat segnala un “quadro di bassa inflazione”: l’indice dei prezzi al consumo registra a giugno lo stesso aumento di maggio, lo 0,8% su base annua, nei dati preliminari. Per trovare un valore più basso bisogna tornare a aprile 2018 (0,5%). Su base mensile c’è invece una crescita dello 0,2%. Accelerano servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1% a +1,3% annuo) e si attenua il calo delle comunicazioni (da -7,2% a -5,9%). I beni energetici non regolamentati come i carburanti scendono da +2,4% a -0,6%.

Per i prodotti del cosiddetto carrello della spesa con i beni alimentari, per la cura della casa e della persona l’inflazione rimane stabile a +0,3% a giugno, secondo i dati preliminari dell’Istat. E’ ferma a questo livello a partire da aprile. Per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto, che includono anche i carburanti, la crescita dei prezzi rallenta da +1,0% a +0,6%, portandosi anch’essa al di sotto di quella riferita all’intero paniere.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2019/06/28/prezzi-istat-carrello-della-spesa-fermo-allo-03_9bba6db8-e39d-4b28-9178-3eefba061ca8.html

Prezzi: Istat, inflazione aprile sale all’1,1%

Il tasso di inflazione ad aprile sale all’1,1% ad aprile dall’1% di marzo, secondo i dati dell’Istat, che ha confermato le stime preliminari. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta anche dello 0,2% rispetto al mese precedente. La lieve accelerazione è dovuta ai “ponti” tra la Pasqua e la festa della Liberazione. A trainare sono le dinamiche dei prezzi dei trasporti (da +0,5% di marzo a +2,8%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei beni energetici non regolamentati.

A contenere queste accelerazioni sono il netto rallentamento dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +7,8% a +4,3%) cui si aggiunge quello più contenuto dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +1,9% a +1%) e lavorati (da +0,7% a -0,1%).

Sia l'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sia quella al netto dei soli beni energetici accelerano lievemente, rispettivamente da +0,4% a +0,6% e da +0,6% a +0,7%. L’inflazione acquisita per il 2019 è +0,6% per l’indice generale e +0,4% per la componente di fondo.

Anche la crescita congiunturale dell’indice generale è dovuta per lo più ai prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,5%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,7%) e dei beni energetici non regolamentati (+1,4%).

Bilanciano solo in parte queste spinte il calo marcato dei prezzi degli energetici regolamentati (-8,5%) e quello più contenuto dei Beni alimentari non lavorati (-0,9%) e dei servizi relativi alle comunicazioni (-2,2%).

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/05/16/prezzi-istat-inflazione-aprile-sale-all11-_0246f322-6055-46fc-8945-53800756fa4b.html