Il Nobel per l’economia agli americani Paul Milgrom e Robert Wilson per i progressi nella teoria delle aste

Un economista e il suo, ormai maturo, allievo. Il premio Nobel per l’economia 2020 è stato assegnato a Paul Milgrom, 72 anni, e al relatore della sua tesi Robert Wilson, 83 anni, entrambi docenti all’Università di Stanford per «i progressi nella teoria delle aste e l’invenzione di nuovi sistemi di asta», ha affermato la giuria dell’Accademia svedese. Il loro lavoro innovativo è stato utilizzato, in particolare, nell’assegnazione delle frequenze di tlc e hanno risolto diversi problemi, per esempio nell’assegnazione dei campi di esplorazione petroliferi.

Le aste sono un fenomeno molto diffuso. Soprattutto oggi con le vendite online. Sono organizzati come aste i mercati dell’elettricità, i diritti di inquinamento da C02, gli slot di atterraggio negli aeroporti, le vendite di titoli di Stato e le operazioni di liquidità delle banche centrali. Ogni operazione ha però caratteristiche peculiari e va affrontate individualmente. Alcune, per esempio quelle sulle frequenze possono assumere forme molto complesse.

Il metodo inglese e quello olandese

In genere, sono note al grande pubblico solo le aste con metodo inglese, dove si parte da un prezzo basso e si invita il pubblico a fare offerte sempre più alte. Altrettanto diffuse sono le aste con metodo olandese, dove si parte da un prezzo molto alto e lo si abbassa fino a quando non si trova un acquirente. Il primo sistema, in genere, si conclude con prezzi più bassi.

La «maledizione del vincitore»

Non mancano altre forme più complesse, e di uso altrettanto. e-Bay organizza una parte delle sue vendite sotto forma di aste e proprio il suo meccanismo permette di capire l’importanza della teoria sviluppata anche da Milgrom e Wilson. Il rischio delle aste è la “maledizione del vincitore”, la tendenza a sovrastimare il valore del bene acquistato per poter spiazzare i concorrenti. Su e-bay, per evitare questo fenomeno, vince chi offre di più, il quale pagherà però l’importo della seconda massima offerta.

Il rischio della maledizione del vincitori – come ha mostrato Robert Wilson – è quello di sottovalutare il bene in asta: gli acquirenti tendono, in assenza di correttivi, a offrire somme inferiori al valore effettivo, comune, da loro stimato. Milgrom, invece, ha soprattutto studiato il gioco tra il “valore comune” di un bene – che l’asta dovrebbe, in circostanze ideali, rilevare – e il suo valore privato (il piacere di possedere e guardare un capolavoro artistico, per esempio).

Le gare per i pozzi petroliferi

Un altro esempio di interrelazione tra valori pubblici e valori privati può essere trovato nei campi di estrazione petrolifera. Il valore pubblico è dato dalle dimensioni delle riserve in vendita, quello privato dai costi di esplorazione ed estrazione (che dipendono dalle tecnologia di cui l’azienda dispone). Lo studio delle aste si basa in gran parte sulla teoria dei giochi – e i due vincitori sono entrambi esperti in questo campo.

Lo scorso anno il Nobel per l’economia era andato invece a Abhijit Banerjee, Esther Duflo, Michael Kremer per l’approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale .

Abhijit Vinayak Banerjee, 58 anni, è un economista indiano naturalizzato negli Stati Uniti. Attualmente è professore di economia alla Ford Foundation International presso il Mit.

Esther Duflo è una economista franco-americana, cofondatore e direttore del Abdul Latif Jameel Poverty Action Lab, e professore di Alleviamento della povertà e economia dello sviluppo presso il Massachusetts Institute of Technology. Duflo è stata la seconda donna a vincere il nobel in economia, dopo Elionor Ostrom che vinse nel 2009 per il suo lavoro sulla «analisi della governance, in particolare delle risorse comuni», ed è la più giovane di sempre a vincere il Nobel in economia (ha 46 anni).

 

Fonte: Il sole 24 ore – https://www.ilsole24ore.com/art/il-nobel-l-economia-paul-milgrom-e-robert-wilson-ADnnrBv

Fed: ‘Tassi vicino allo zero per tre anni’

Tassi fermi ai livelli attuali almeno fino al 2023 e acquisti di titoli a ritmi attuali, mantenuto per un tempo più lungo. La Federal reserve prolunga il proprio orientamento espansivo, in seguito all’adozione della nuova strategia. Nell’ultima riunione prima delle elezioni americane, la Fed lascia invariati i tassi di interesse. Il costo del denaro resta fermo fra lo 0 e lo 0,25%.

La Fed prevede che l’economia americana si contrarrà quest’anno del 3,7% con un tasso di disoccupazione al 7,6% e un’inflazione all’1,2%. Per il 2021 il rimbalzo del pil è stimato fra il 3,6 e il 4,7%, meno del 4,5-6,0% previsto in giugno. La Fed lascerà i tassi vicino allo zero fino a quando non sarà raggiunta la massima occupazione. I tassi dovrebbe restare ai livelli attuali per i prossimi tre anni, almeno fino al 2023.

“L’attività economica e l’occupazione sono migliorate negli ultimi mesi ma restano ben al di sotto dei livelli di inizio anno”. Lo afferma la Fed impegnandosi a “usare tutti gli strumenti a sua disposizione a sostegno dell’economia”. La strada della ripresa “dipenderà significativamente dall’andamento del virus. La crisi sanitaria continuerà a pesare sull’attività economica, l’occupazione e l’inflazione nel breve termine, e pone rischi significativi all’outlook economico di medio termine”.

Il distanziamento sociale e la mascherina aiutano l’economia, il cui corso dipenderà dalla capacità di contenere il coronavirus. Lo afferma Jerome Powell, il presidente della Fed. Donald Trump ha messo in dubbio anche nelle ultime ore gli effetti positivi dell’uso della mascherina.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/09/16/fedtassi-vicino-a-zero-per-tre-anni_9db02185-2263-468b-88d5-01f320f1ac48.html

Manovra: giù l’Iva su assorbenti, pace fiscale per avvisi bonari

La manovra rischia di sovrastimare gli incassi previsti dalle nuove tasse, da quella sulle auto aziendali a quelle sulla plastica. Lo scrivono i tecnici del Servizio Bilancio del Senato chiedendo una verifica su una sovrastima della plastic tax per “circa 800 milioni di euro”. Da chiarire anche perché si considera “fisso” l’incasso visto che si dovrebbero ridurre gli imballaggi monouso. Lo stesso vale per la sugar tax. Dubbi anche sulle sigarette: “in via prudenziale sarebbe opportuno non ascrivere maggiori entrate” nel 2020.

“E’ una sfida impegnativa ma sono fiducioso che siamo sulla strada giusta, sapevo che trovare 23 miliardi in 23 giorni sarebbe stato molto difficile: portare a compimento questa manovra è impegnativo ma penso che ci riusciremo e, superato questo scoglio, potremo dispiegare un’azione di governo ambiziosa”. Lo afferma il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, all’incontro ‘Metamorfosi’ di Huffpost organizzato in collaborazione con Gedi a Milano.

Si può “affrontare quel 5% di misure che vanno migliorate anche agli occhi del proponente e le risolveremo”. Tra le misure che il governo e la maggioranza potrà affrontare vi è anche lo sgravio fiscale sulle auto aziendali, chiarisce il ministro rispondendo a Lucia Annunziata, direttore della testata on line.

“Sono fiducioso che la manovra verrà approvata senza snaturarne l’impianto superando le criticità e sarà stato un risultato quasi miracoloso, straordinario, e questo verrà percepito all’esterno”. Così il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. “Sapevamo che era una manovra anche in emergenza per evitare l’aumento dell’Iva e c’era uno scoglio di finanza pubblica che ha generato crisi di governo la scorsa estate”, aggiunge.

Stefano (Pd), modificare anche sugar tax – “Dalle audizioni sulla legge di bilancio, arriva una sollecitazione ampiamente condivisa: occorre modificare la plastic tax e la sugar tax. Credo che il governo dovrà accogliere questa indicazione che viene sia dai sindacati che dalle categorie, tutte”. Lo dice il senatore Pd Dario Stefano, vicepresidente del gruppo dem al Senato e relatore di maggioranza della legge di bilancio. “C’è una questione che riguarda i tempi di applicazione” e “un rilievo che riguarda la filosofia di provvedimenti che rischiano di colpire indiscriminatamente il sistema industriale”.

Un emendamento al dl fisco presentato in commissione Finanze alla Camera dal Partito Democratico prevede che “ai prodotti sanitari e igienici femminili, quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali, si applica l’aliquota del 10 per cento dell’imposta sul valore aggiunto (Iva)” contro l’attuale 22%. “Insieme ad altre 32 deputate di vari gruppi politici – scrive in una nota Laura Boldrini aggiungendo l’hashtag “#NoTamponTax” -, sia di maggioranza che di opposizione, ho sottoscritto un emendamento al decreto fiscale che riduce dal 22 al 10% l’Iva sui prodotti sanitari e igienici femminili. Perché non sono beni di lusso ma una necessità!”.

Istat in audizione sulla manovra – “Parte della mancata iscrizione” agli asili nido “è spiegata da vincoli economici: nel 2018 il 12,4% dei genitori di bambini di 0-2 anni non iscritti al nido dichiara di non averlo fatto perché i costi sono eccessivi”, in valori assoluti “132mila bambini”, la maggior parte, (61,9% del totale Italia) residenti “al Nord”. “Ampie” le differenze territoriali: il vincolo economico viene indicato per il 17% al Nord, per l’11,3% al Centro e per il 7,2% nel Mezzogiorno.

Le tasse pagate dai lavoratori dipendenti ammontano a “circa 152 miliardi” nel 2018 – dice l’Istat nel corso dell’audizione sulla legge di Bilancio – e il taglio del cuneo fiscale previsto dalla manovra equivale a una riduzione “dell’1,7% del totale delle imposte sul reddito delle persone fisiche”.

“Nel 2016 le imprese appartenenti al settore della Fabbricazione di imballaggi in materie plastiche sono 1.540 (pari allo 0,4% delle imprese italiane manifatturiere). Si distribuiscono sul territorio in 1.780 unità locali, impiegano quasi 30 mila addetti, presentano un fatturato superiore a oltre 8 miliardi di euro e arrivano a produrre oltre 2 miliardi di euro di valore aggiunto ossia lo 0,28% del valore aggiunto nazionale”. E’ quanto si legge nel dossier depositato dall’Istat in occasione dell’audizione sulla manovra in Senato. “Nelle regioni del Nord-ovest è localizzato il segmento più significativo del settore (con il 43,9% delle unità locali e una quota di valore aggiunto pari al 47,7% del dato nazionale riguardante il settore). In particolare – si legge ancora – circa un terzo del corrispondente valore aggiunto nazionale si produce in Lombardia (il 34,7%), seguita da Emilia-Romagna (15,7%), Veneto (12,8%) e Piemonte (12,6%). Più contenuto è il contributo delle altre regioni, con un’incidenze del 5,4% della Toscana e del 4,8% della Campania”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/11/11/manovra-gualtierici-riusciremo-poi-azione-ambiziosa_a4426370-fdd9-4cad-8d77-163ccb377471.html

Fed taglia tassi di interesse di un quarto di punto

La Fed ha deciso di tagliare i tassi di interesse per la seconda volta dalla grande crisi del 2008, dopo il taglio effettuato nel mese di luglio. Il costo del denaro scende di un altro quarto di punto, in una forchetta tra l’1,75 e il 2%. Per la banca centrale un ulteriore taglio dei tassi di interesse è atteso entro la fine dell’anno per contrastare un aumento dei rischi per l’economia.

La decisione della Fed di tagliare il tassi di interesse e’ stata presa con 7 voti favorevoli e 3 contrari, una testimonianza delle divisioni ai vertici della banca centrale statunitense. Il taglio viene motivato da una serie di incertezze tra cui un indebolimento degli investimenti privati e delle esportazioni.

“Jay Powell e la Federal Reserve hanno fallito di nuovo. Niente coraggio, nessun senso, nessuna visione!”: questo l’attacco di Donald Trump su Twitter dopo la decisione della Fed. Trump quindi definisce Powell “un terribile comunicatore”. Nelle scorse settimane il presidente aveva chiesto un taglio ben più consistente per portare il costo del denaro vicino o sotto lo zero.

L’economia Usa continua ad andare bene, ma assistiamo a un rallentamento globale anche del commercio, con incertezze legate anche all’aumento dei dazi: cosi’ il presidente della Fed, Jerome Powell, ha motivato la decisione di tagliare i tassi di un quarto di punto. Powell ha sottolineato come l’economia americana si espanderà a ritmo moderato con un mercato del lavoro che resterà forte.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/09/18/fed-taglia-tassi-di-un-quarto-di-punto_65e66b00-3078-43f2-bb21-7dca37bea1cc.html

Fed taglia tassi di interesse di un quarto di punto

La Fed taglia i tassi di interesse di un quarto di punto ma si mostra prudente su nuovi interventi. Il costo del denaro scende in una forchetta fra il 2 e il 2,5%.  Si tratta del primo taglio del costo del denaro dalla crisi del 2008.

“Il mercato del lavoro resta solido e l’attività economica continua a crescere in modo moderato. L’inflazione resta sotto l’obiettivo del 2%” si legge nel comunicato diffuso dalla Fed. “Alla luce delle implicazioni degli sviluppi globali sull’outlook economico e dell’inflazione debole, la Fed ha deciso di ridurre i tassi” aggiunge il comunicato, dove la Fed assicura che “continuerà a monitorare le informazioni e agirà come appropriato per sostenere la ripresa”.

Per il presidente della Fed, Jerome Powell ‘l’outlook per l’economia americana resta favorevole: il taglio dei tassi di interesse è un’assicurazione contro i rischi al ribasso. Il taglio dei tassi di interesse aiuterà la crescita, e la mossa giusta, è un aggiustamento di metà ciclo: non segnala necessariamente l’inizio di un ciclo lungo di allentamento monetario’.

TRUMP ‘DELUSO’ “Ciò che i mercati volevano sentire da Jay Powell e dalla Fed era che questo era l’inizio di un ciclo lungo e aggressivo di taglio dei tassi che avrebbe tenuto il passo con la Cina, la Ue ed altri Paesi nel mondo. Come sempre, Powell ci ha deluso ma almeno sta mettendo fine al quantitative tightening, che in primo luogo non avrebbe dovuto iniziare – nessuna inflazione”: lo twitta Trump dopo il primo taglio dei tassi della Fed dal 2008. “Vinceremo comunque, ma sono certo che non avrò molto aiuto dalla Fed!”, aggiunge.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/07/31/fed-taglia-tassi-di-interesse-di-un-quarto-di-punto-_2b50b087-2b7a-47ea-a203-2b35b95a8c3f.html

Dazi: Cina, stretta su 60 mld beni Usa. Affondano i future a Wall street.

La Cina ha annunciato che su alcuni beni Usa per un totale di 60 miliardi di dollari graveranno dal primo giugno dazi maggiorati. Lo si legge in una nota del ministero del Commercio. 

I future sui listini americani affondano con l’annuncio di nuovi dazi cinesi su 60 miliardi di prodotti americani. I future sul Dow Jones perdono 470 punti, quelli sullo S&P 500 l’1,7% e quelli sul Nasdaq 100 il 2,3%.

Apple crolla a Wall Street con la ‘guerra dei dazi’ fra Stati Uniti e Cina. I titoli di Cupertino perdono il 4,75%.

La decisione, spiega una nota, è maturata all’interno della Commissione sulle tariffe doganali del Consiglio di Stato (governo cinese) dopo la mossa americana che, efficace da venerdì, ha portato i dazi dal 10% al 25% sull’import di 200 miliardi di dollari di beni ‘made in China’. Queste ultime sono considerate “in contrasto col consenso delle parti di risolvere le divergenze commerciali attraverso consultazioni, ledendo gli interessi di entrambe le parti e non soddisfacendo l’aspettativa generale della comunità internazionale”. A difesa del sistema commerciale multilaterale e dei suoi diritti e interessi legittimi, “la Cina deve adeguare le tariffe su alcuni beni importati dagli Stati Uniti”. Nel complesso, si tratta di una lunga lista di 2.493 beni, colpiti da dazi al 10%, al 20% e al 25%. L’adeguamento alle misure tariffarie è “una risposta all’ unilateralismo e al protezionismo” degli Usa. La Cina “spera” che la parte americana torni alle consultazioni con sforzi congiunti nella stessa direzione “al fine di raggiungere un accordo reciprocamente vantaggioso sulla base del rispetto”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2019/05/13/dazi-cina-stretta-su-60-mld-beni-usa_0e963614-ef58-4985-aa24-d35b302b3e49.html

La Fed alza i tassi di un quarto di punto al 2-2,25%

Come previsto, la Federal Reserve ha alzato di nuovi i tassi di un quarto di punto al 2-2,25%. Si tratta del terzo incremento dall’inizio dell’anno. Il Comitato direttivo di politica monetaria della Fed (Fomc) ha inoltre ribadito che nuovi aumenti dei tassi all’interno del target saranno conseguenti a una crescita economica robusta. Al riguardo la Fed ha alzato in modo consistente le stime sulla crescita dell’economia americana al 3,1% per il 2018 rispetto al 2,8% di giugno, confermando invece la stima dell’inflazione al 2,1% e in lieve rialzo quella sulla disoccupazione dal 3,6 al 3,7%. Il Fomc stimato un altro rialzo dei tassi prima della fine del 2018 e ne ritiene probabili altri tre nel 2019. Non per niente, nel comunicato ufficiale è stata tolta la parola “accomodante” riguardo alla politica monetaria. La decisione sui tassi è stata presa all’unanimità. Alle 20:15 ora italiana il Dow Jones saliva dello 0,4% mentre il dollaro cedeva lo 0,1% sull’euro a 1,1772. In calo di 2 punti base il rendimento del T-Bond decennale al 3,082%.

Nel corso della conferenza stampa, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha spiegato la cancellazione del termine “accomodante” nel comunicato finale non sta a segnalare un cambiamento di passo dei futuri aumenti dei tassi. Nessuna accelerazione, quindi. Almeno restando così le stime di crescita del pil e dell’inflazione.

Fonte: MilanoFinanza  –  https://www.milanofinanza.it/news/la-fed-alza-i-tassi-di-un-quarto-di-punto-al-2-2-25-201809262025379738