Daniele Franco, puntiamo ad accordo su aliquota minima al G20

“Come presidenza italiana del G20 muoviamo in questa direzione, puntiamo a raggiungere un accordo nella riunione ministeriale di luglio che fisserà le grandi linee di questi due pilastri che poi saranno declinati più in dettaglio”. Lo ha detto, riferendosi alla proposta statunitense di un’aliquota minima del 15% per le multinazionali, il ministro dell’Economia Daniele Franco durante l’evento ANSA sulla finanza sostenibile.

Riguardo all’andamento dell’economia, il ministro ha spiegato che gli indicatori dopo il primo trimestre negativo, sono “tutti positivi” e ci aspettiamo un secondo trimestre in crescita che dovrebbe accentuarsi nel terzo e nel quarto, un quadro che dovrebbe essere coerente con la previsione del Def in aprile di un +4,5%”. Tuttavia “se l’uscita dalla pandemia sarà rapida e le riaperture si consolideranno” l’Italia potrebbe vedere “anche a tassi crescita speriamo leggermente superiori”.

 

Fonte: ANSA – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/05/25/franco-puntiamo-ad-accordo-su-aliquota-minima-al-g20_d561c3cd-1b54-42ac-b2b3-cd0d6b279207.html

Def: Gualtieri, patto per il fisco con fondo calo tasse

Un patto fiscale che premi la fedeltà fiscale che passa attraverso un fondo nel quale far confluire i proventi della lotta all’evasione da restituire sotto forma di calo tasse. Lo propone il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri nella premessa della Nota di aggiornamento del Def.

“In ambito fiscale – scrive il ministro – verrà introdotto un nuovo fondo da alimentare con i proventi delle maggiori entrate legate all’aumento della compliance fiscale che verranno successivamente restituiti, in tutto o in parte, ai contribuenti sotto forma di riduzione del prelievo. Il Governo intende infatti stabilire un patto fiscale con i cittadini italiani che premi la fedeltà fiscale e contributiva delle imprese e dei lavoratori”.

Nel testo, Gualtieri  spiega che la riforma fiscale sarà realizzata in tre anni, per semplificare il sistema ed anche puntare al calo del prelievo, guardando con coerenza anche al progetto dell’assegno unico per i figli, quindi alle famiglie.

“Con le risorse del bilancio pubblico – scrive – il Governo intende anche introdurre nel corso del prossimo triennio una riforma del fisco finalizzata alla semplificazione e alla trasparenza, al miglioramento dell’equità e dell’efficienza del prelievo e alla riduzione della pressione fiscale. La riforma sarà disegnata in maniera coerente con la legge delega in materia di assegno unico, anche per favorire la partecipazione femminile al mercato del lavoro e aumentare la crescita demografica”.

 

Fonte: ANSA – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/10/06/def-gualtieri-patto-per-il-fisco-con-fondo-calo-tasse_1b5f614a-2684-4daa-8e1d-bdaa7e31c090.html

Alt agli aumenti Iva, 21 miliardi da flessibilità Ue e antievasione

Saranno gli spazi di deficit aggiuntivo e i risultati della lotta all’evasione a sostenere la manovra 2020, portando oltre 21 miliardi una legge di bilancio che ne varrà circa 30. Questo, almeno, è l’obiettivo del governo scritto nelle 120 pagine della Nota di aggiornamento al Def approvata ieri sera dal consiglio dei ministri. Una Nadef, quella arrivata dopo l’ennesimo vertice per placare le tensioni nella maggioranza, che promette la «completa disattivazione dell’aumento dell’Iva» all’interno di un «triplice ambizioso obiettivo» fatto anche di alleggerimento della pressione fiscale e riduzione del cuneo sul lavoro. Il tutto grazie a oltre 14 miliardi di deficit in più rispetto al tendenziale e 7 miliardi di maggiori entrate da lotta all’evasione.

Il ministro dell’Economia Gualtieri si dice «fiducioso» sul via libera Ue. E nella premessa al documento sottolinea che «la strategia» sarà «di lungo termine», e si svilupperà con una «partecipazione propositiva al progetto europeo», dopo una «fase complessa» in cui «i ricorrenti dubbi sull’adesione alla moneta unica da parte di alcuni esponenti politici hanno contribuito a ridurre la fiducia degli investitori». Questa fiducia ritrovata, secondo la Nadef, vale l’anno prossimo quasi 6 miliardi in meno di spesa per interessi.

Per far andare d’accordo ambizione e numeri, il Conte-2 si affida prima di tutto alla possibilità di ottenere a Bruxelles più deficit. Il 2,2% fissato come obiettivo 2020 si piazza oltre 14 miliardi sopra l’1,4% calcolato a legislazione vigente grazie agli aumenti Iva e alla riduzione di spesa per quota 100, reddito di cittadinanza e interessi. Un deficit nominale al 2,2%, figlio dei negoziati delle scorse settimane con la commissione Ue, azzererà la correzione strutturale: anzi, nel 2020 il deficit strutturale segnerà un leggero aumento, attestandosi all’1,4% (+0,1%, contro il -0,6% inizialmente chiesto dalla Ue: i 7 decimali di Pil misurano la “flessibilità” vera e propria), per poi scendere di due decimali all’anno nel 2021-22 quando l’aumento della crescita dovrebbe chiudere progressivamente l’output gap imponendo quindi una correzione maggiore.

L’altro pilastro, si diceva, sono le misure antievasione, chiamate a portare oltre 7 miliardi di maggiori entrate già dal prossimo anno. Un obiettivo così alto aiuta a far quadrare i conti con la promessa di stop integrale all’Iva: ma l’Iva (Sole 24 Ore di domenica) rimane protagonista anche su questo terreno, da tradurre nelle misure concrete che arriveranno dai negoziati nella maggioranza in vista del 15 ottobre. A chiudere l’elenco delle coperture saranno i tagli alla spesa e agli sconti fiscali, a partire da quelli dannosi: in tutto i due capitoli valgono circa 3,5 miliardi, divisi a metà fra spending review e tax expenditures.

Anche per osservare un rilancio pieno della crescita occorrerà aspettare l’orizzonte triennale su cui il governo chiede di valutare il programma. Dopo un 2019 che si ferma allo 0,1%, l’anno prossimo punta allo 0,6% per arrivare all’1% nel 2021 (stesso ritmo previsto per il 2022). Rispetto a un tendenziale schiacciato da guerre commerciali e frenata europea, la manovra si propone di dare una spinta da 2 decimali all’anno: a spingere sarà soprattutto il blocco degli aumenti dell’Iva (+0,3% di Pil), accompagnato dal taglio al cuneo e alle proroghe di aiuti fiscali (un decimale a testa), ma il conto deve considerare anche la frenata imposta da maggiori entrate e tagli di spesa (due decimali in tutto). Nell’«orizzonte pluriennale» indicato da Gualtieri si dovrà sviluppare anche l’inversione di rotta del debito pubblico: il 2019 si chiuderà con un altro aumento di quasi un punto di Pil, che porta il passivo al 135,7%. L’anno prossimo è prevista una prima inversione di rotta, al 135,2%, ma la discesa punta a diventare più rapida nei due anni successivi, portando il rapporto al 131,4% a fine 2022.

Il programma prevede poi ben 23 provvedimenti collegati alla manovra: tra questi il Green New Deal, la riforma del Catasto e l’Autonomia differenziata, ma con l’obiettivo di ridurre i divari Nord/Sud.

Fonte: Il Sole 24 Ore  –  https://www.ilsole24ore.com/art/alt-aumenti-iva-21-miliardi-flessibilita-ue-e-antievasione-ACNHcyn

Governo conferma il Def. Tria: ‘Manovra da 36,7 miliardi’

Dopo la bocciatura arrivata ieri da Bankitalia e dall’ufficio parlamentare di bilancio, il governo oggi con il ministro dell’Economia Tria conferma le previsioni contenute nella nota di aggiornamento al Def. Secondo Tria, l’attuale volatilità dei mercati non deve offuscare le valutazioni e previsioni. Le coperture 2019 ammontano a 15 miliardi di euro, di cui 6,9 di tagli e 8,1 di più entrate. Nel 2020 le coperture sono di 7,8 miliardi con un importo analogo di tagli e aumenti di entrate pari a 3,9, nel 2021 4,7 i miliardi dovuti ai tagli e 5,2 miliardi alle maggiori entrate. Il conto delle misure della manovra prevede interventi per 36,7 miliardi nel 2019. L’impatto sul tasso di variazione del Pil è di 0,6 punti percentuali. ‘Faremo di tutto per recuperare la fiducia dei mercati’, ha detto Tria. Fraccaro attacca Bankitalia e Upb.

“A seguito della mancata validazione del quadro macroeconomico programmatico da parte dell’Ufficio parlamentare di bilancio il Governo ritiene opportuno confermare le previsioni contenute nella NaDef”, ha detto il ministro Tria, in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato dopo la mancata validazione della Nota di aggiornamento al Def da parte dell’Upb.

“Non dobbiamo lasciare – ha aggiunto Tria – che la volatilità di breve termine dei mercati offuschi la nostra capacità di formulare valutazioni e previsioni equilibrati. I rischi politici ed economici internazionali sono sempre esistiti ed è anche per questo motivo che nei documenti di programmazione si formulano previsioni prudenziali e non ottimistiche. Ma non possiamo, né non dobbiamo, basare il quadro programmatico su scenari di rischio a ribasso altrimenti stravolgiamo il significato di tale previsione”. 

Il conto delle misure della manovra prevede interventi per 36,7 miliardi nel 2019. E’ quanto emerge dai dati forniti da Tria. Le coperture sono realizzate per 22 miliardi da maggior deficit e da 15 miliardi di tagli e maggiori entrate.

Le coperture della manovra 2019, ha affermato il ministro, ammontano a 15 miliardi di euro, di cui 6,9 miliardi di tagli e 8,1 miliardi di aumenti di entrate. Nell’anno successivo le coperture sono di 7,8 miliardi con un importo analogo di tagli e aumenti di entrate pari a 3,9 miliardi, nel 2021 4,7 i miliardi dovuti ai tagli e 5,2 miliardi alle maggiori entrate.

L’impatto sul tasso di variazione del Pil della manovra è di 0,6 punti percentuali nel 2019. Lo ha detto il ministro Tria che ha ‘spacchettato’ gli effetti delle misure. Nel 2019 l’Iva (costo 12,5 miliardi) spinge la crescita di 0,2 punti; reddito di cittadinanza e anticipo pensionistico costano 16 miliardi (+0,3 Pil); la flat tax 600 milioni (+0,1 Pil); gli investimenti 3,5 miliardi (+0,2 Pil); incentivi a investimenti e p.a. 1,8 miliardi (+0,1% Pil); spese indifferibili 2,3 miliardi (+0,1). Le coperture (6,9 mld tagli; 8,1 mld entrate) riducono il pil di 0,4 punti.

“Sappiamo tutti che lo spread attuale ma anche quello dell’anno scorso non riflette e non rifletteva i fondamentali dal punto di vista della sostenibilità del debito. Il governo vuole recuperare la fiducia e cercherà di fare di tutto per recuperare la fiducia. Non possiamo però pensare: non abbiamo fiducia e allora non facciamo manovre di crescita. Nessun governo può porsi su questo piano”.

Fraccaro, valutazioni Upb ragionieristiche  – “Assolutamente queste istituzionali hanno diritto di esprimere valutazioni, mi sembrano però valutazioni ragionieristiche. Se avessimo messo l’abolizione delle pensioni avrebbero detto ‘bene’. Sono nominati dalla politica ed hanno la mentalità di chi li ha nominati”. Lo ha detto a Omnibus il ministro Riccardo Fraccaro. “Rispetto queste valutazioni che pero’ sono ragionieristica – ha aggiunto . Se come ha detto Tria non c’è sostenibilità sociale non regge comunque il sistema”.

“La credibilità di Bankitalia è venuta meno. Ricordo le banche fallite e Bankitalia che non ha vigilato. Noi dobbiamo ricostruire la credibilità complessiva”, ha affermato Fraccaro a proposito dei rilievi alla Nadef fatti dalla Banca d’Italia ieri durante le audizioni in Parlamento.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/10/09/bankitaliaspread-pesa-su-risparmio_a7bba82d-c8da-4a81-9975-c921fcffb3e6.html

Tria all’Eurogruppo: ‘Bruxelles stia tranquilla, debito-pil scenderà’. Ue: ‘A prima vista fuori da regole Patto’

Primo test in Europa per la manovra dopo la pubblicazione della nota di aggiornamento del Def. “Adesso cercherò di spiegare quello che sta accadendo e come è formulata la manovra”, ha detto il ministro entrando all’Eurogruppo e rispondendo alle domande dei giornalisti. Il ministro ha invitato i partner europei a stare “tranquilli”, e ha anche rassicurato sul fatto che “il debito/pil scenderà” nel 2019.

Ma il percorso per il ministro dell’Economia sembra tutt’altro che in discesa. “Aspettiamo la bozza di legge di stabilità” ma “a una prima vista” i piani di bilancio italiani “non sembrano compatibili con le regole del Patto“, dice il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis entrando all’Eurogruppo. “Ci sono regole e sono uguali per tutti perché i nostri futuri” di Paesi dell’Eurozona “sono legati” – avverte il ministro dell’economia Bruno Le Maire rispondendo a una domanda sull’Italia. “Noi riduciamo il debito, rispettiamo le regole e stiamo sotto il 3% non per soddisfare la Commissione Ue ma perché crediamo che ridurre la spesa pubblica, introdurre riforme sia buono per i francesi”, ha aggiunto. 

Prplessità anche anche dal commissario agli affari economici, Pierre Moscovici: “Per il momento quello che so è che il deficit del 2,4%, non solo per l’anno prossimo ma per tre anni, rappresenta una deviazione molto, molto significativa rispetto agli impegni presi” dall’Italia. 

“Abbiamo gettato le basi per una manovra seria e coraggiosa, che guarda alla crescita nella stabilità dei conti pubblici“, scrive su Facebook il premier Giuseppe Conte. “Una manovra che vuole offrire una risposta alla povertà dilagante, ai pensionati, alle famiglie, ai risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie, che non taglia un euro al sociale né alla sanità. Una manovra che inizia ad abbassare le tasse e che scommette sul più grande piano di investimenti della storia repubblicana. Una manovra che segna la svolta per il rilancio del Paese e lo sviluppo sociale”, aggiunge.

I soldi ci sono basta farli girare” così il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini parla a Genova delle coperture della manovra finanziaria. “Se la gente lavora, investe, spende la gente compra e paga le tasse; lo Stato incassa di più e il debito diminuisce”.

 Il punto non è sforare in termini di deficit, il punto è spiegare lo sfioramento se lo sforamento comporta più crescita e più occupazione per il Paese, cosa che renderebbe sostenibile la manovra per ridurre il debito e per incrementare crescita e occupazione – dice il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, chiarendo a Radio Capital la sua posizione su Def e reazione dei mercati – Questo è il messaggio: se lo è spiegatelo caro Governo, se non lo è correte ai ripari e modificate la vostra linea di azione perché se fosse solo ricorso al deficit per fare i punti che sono oggetto dei fini di Governo, quindi incremento del debito pubblico, né il mercato ci farà uno sconto né l’Europa”. Il ministro Giovanni Tria “in linea teorica dice cose condivisibili bisogna però entrare nel merito dei provvedimenti. Quanto in termini di risorse questa manovra prevede per per la crescita, con quali provvedimenti? Quale è il quantum delle risorse legato allo sviluppo ed alla crescita?”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/10/01/tria-alleurogruppo-primo-test-europeo-per-def-manovra-_888c1816-5993-45ad-86bb-95761257d303.html

Tentori (Axa Im), la bassa crescita è il vero fardello italiano

Il debito pubblico italiano è al momento sostenibile, ma il governo non può permettersi errori. E’ il senso di un’analisi di Alessandro Tentori, responsabile degli investimenti di Axa Investment Managers Italia dopo la forte situazione di forte incertezza sui mercati italiani e in vista del Def (il Documento di economia e finanza a base della legge di bilancio per il 2019) che dovrebbe essere pubblicato entro il 27 settembre.

“L’Italia non è più correlata di altri Paesi membri alle variazioni del ciclo economico globale e il rischio di una correzione della congiuntura globale espone tutti i paesi della zona euro alla volatilità degli asset finanziari, ma l’Italia potrebbe soffrire di più a causa della crescita potenziale relativamente bassa”, premette il gestore.

Secondo i dati analizzati da Axa  Im la correlazione del pil italiano con il pil dell’Eurozona è circa 0,9, livello in linea con Francia e Germania. La crescita italiana è anche molto correlata a quella tedesca (0,8), evidente risultato dei forti interessi commerciali bilaterali. Rispetto al pil statunitense, il pil italiano ha una correlazione di circa 0,4-0,45, in media con Germania e Spagna. “Notiamo inoltre che la Francia appare leggermente più sensibile alle variazioni del pil nordamericano (0,5)”, rileva Tentori.

Ma “non è tanto la sensibilità del pil Italiano al ciclo economico globale che mi preoccupa, quanto piuttosto il livello di crescita media degli ultimi 20 anni, 0,5%, che evidenzia una carenza strutturale rispetto alla crescita media di Eurozona, 1,5%, e Stati Uniti, 2,2%. La crescita potenziale è dunque uno dei nodi chiave per l’equilibrio tra crescita reale, finanza pubblica e mercati finanziari. Senza inoltrarci nella complessa analisi delle cause di questa crescita molto contenuta, a mio avviso da ricondurre a una architettura industriale non appropriata a competere con il fenomeno della globalizzazione, bisogna comunque tenere conto del fatto che essa limita per definizione il margine di operatività di ogni governo italiano”, aggiunge Tentori.

Stando alle stime ufficiali della Commissione Europea, il differenziale tra costo del debito e potenziale fiscale dovrebbe attestarsi all’1% in Italia, a pieno regime di crescita e inflazione. “Questa misura è importante nel contesto della riduzione dello stock di debito pubblico, perché ci suggerisce il breakeven in termini di bilancio primario: a livello di equilibrio, il rapporto debito/pil si contrarrebbe solo nel caso di entrate fiscali in eccesso dell’1%”, prosegue il gestore.

In sostanza, “nonostante l’analisi confermi la sostenibilità del debito pubblico italiano, ne evidenzia anche l’esiguo margine di errore. Le fonti di errore possono essere molteplici: stime troppo ottimistiche sulla crescita e sul bilancio primario, piuttosto che sull’inflazione e quindi sull’effetto di deflazione dello stock di debito pubblico. Anche il costo del rifinanziamento può incidere negativamente sul margine di operatività del governo, ma va ricordato che la politica molto oculata del Mef, ovvero l’allungamento della vita residua del debito, durante il periodo di Quantitative Easing fa sì che un allargamento dello spread Btp/Bund sia molto meno oneroso che in passato”, sottolinea Tentori.

In conclusione, “sarebbe riduttivo concentrare la discussione esclusivamente sui limiti fiscali del Trattato. Sarebbe però altrettanto miope non evidenziare il ritardo strutturale dell’Italia in un contesto socio-economico che ha visto l’epocale transizione della Cina e delle economie del sudest asiatico da economie in via di sviluppo a economie sviluppate”.

Fonte: Milano Finanza  –  https://www.milanofinanza.it/news/tentori-axa-im-la-bassa-crescita-e-il-vero-fardello-italiano-201809051110171924

Def: Tria, avanti con calo debito

Il quadro macroeconomico tendenziale del Def prevede un deficit allo 0,8% del Pil nel 2019 e il pareggio di bilancio nel 2020, con il debito che “inizierebbe un chiaro percorso discendente. E’ un’evoluzione che è bene non mettere a repentaglio”, perché “il consolidamento bilancio è condizione necessaria per mantenere la fiducia dei mercati finanziari, imprescindibile per tutelare i risparmi italiani e ottenere una crescita stabile”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, invitando a “mantenere il percorso di riduzione del debito”. “Lo scenario tendenziale del rapporto deficit-Pil sarà oggetto di seria riflessione in sede di predisposizione del quadro programmatico” in stretta collaborazione con l’Unione europea. “Nel rispetto degli impegni europei e della normativa italiana si individuerà il percorso più adatto”, avendo d’occhio, ha spiegato, l’andamento del debito.
PER RIFORME ADEGUATE COPERTURE Nel quadro programmatico saranno indicate a settembre le “opportune coperture” per le misure di politica economica che si vorranno portare avanti. “Ogni proposta di riforma sarà articolata in considerazione degli effetti sulla crescita e sulla dinamica delle finanze pubbliche”, ha assicurato il ministro.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/06/19/def-tria-avanti-con-calo-debito_543d39a3-fd8e-454b-ab43-c24fa2e4c7ff.html

Padoan, in Def stima Pil 2018 a 1,5%

La crescita nel Def è confermata “all’1,5%. Questa cifra riflette un atteggiamento prudenziale di quello che l’economia può produrre”. Così il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al termine del Cdm che ha varato il Def.
Le clausole di salvaguardia sugli aumenti Iva “nella versione” del Def approvata dal governo “sono tenute dentro, nell’aspettativa che, come in passato, il prossimo governo presenti misure per rimuoverle”. Così il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al termine del Cdm che ha varato il Def.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/04/26/padoan-in-def-stima-pil-2018-a-15_11d58227-48ff-4188-8538-e3ec210e5116.html

Def: Pil 2018 accelera a +1,6%, poi scende con Iva

Il Pil 2018 dovrebbe accelerare all’1,6% dall’1,5% previsto finora, rallentando poi all’1,4% nel 2019 e all’1,3% nel 2020 per l’effetto ‘recessivo’ delle clausole di salvaguardia sull’Iva previste a legislazione vigente. E’ quanto prevede, a quanto si apprende, il quadro tendenziale del Def ‘tecnico’ messo a punto dal Mef.

“Il quadro tendenziale del Documento di economia e finanza non è ancora stato definito ed è al momento oggetto di analisi dei tecnici del Mef”. E’ quanto affermano fonti del Ministero dell’Economia, precisando che “le indiscrezioni riportate da alcune agenzie di stampa sono soltanto ipotesi ancora allo studio”.

Il governo potrebbe presentare il Def in versione ‘asciutta’ all’inizio della prossima settimana, probabilmente tra lunedì a martedì. Secondo quanto si apprende, si tratterebbe, come ribadito più volte dal governo, solo del quadro macroeconomico tendenziale, a legislazione vigente. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, rientrerà dalla riunione del Fondo monetario internazionale a Washington domenica sera.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/04/19/fmobene-economia-ma-nubi-allorizzonte_8acf9032-d2c8-4083-a4f9-9ba021fd03cc.html