Debito pubblico sale ancora, nuovo record a 2.578,9 mld

Nuovo record del debito pubblico ad agosto. Secondo i dati di Bankitalia, il debito delle amministrazioni pubbliche è stato pari a 2.578,9 miliardi, in aumento di 18,3 miliardi rispetto a luglio.

L’incremento riflette, oltre al fabbisogno del mese (1,6 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (16,8 miliardi, a 100,7); gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione del tasso di cambio hanno nel complesso ridotto il debito di 0,1 miliardi.

Con riferimento alla ripartizione per sotto-settori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 19,1 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,8 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.

 

Fonte: ANSA – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/10/15/debito-pubblico-sale-ancora-nuovo-record-a-2.5789-mld_700229e3-491a-4b06-9155-d0a3c42961a1.html

Covid: per Fmi cresce rischio crisi debito globale

E’ allarme debito a livello globale a causa delle ripercussioni della pandemia di Covid-19 che lo ha spinto a nuovi livelli. Lo sottolinea il Fondo Monetario Internazionale in una analisi da cui emerge come rispetto alla fine del 2019, quando già si poneva a livelli storicamente elevati, il rapporto debito/PIL medio nel 2021 dovrebbe aumentare di circa 20 punti nelle economie avanzate, di 10 nelle economie emergenti e di circa 7 punti nei paesi a basso reddito.

Il Fondo ricorda che “laddove molte economie avanzate hanno ancora la capacità di contrarre prestiti, i mercati emergenti e i Paesi a basso reddito devono far fronte a limiti molto più forti nella loro capacità di indebitarsi”. Per “metà dei Paesi a basso reddito e diverse economie dei mercati emergenti l’ulteriore aumento del debito è allarmante” e “potrebbero subire difficoltà economiche, innescate da insolvenze, fuga di capitali e austerità fiscale”.

Il Fondo ricorda come finora “nessuna crisi del debito si è ancora verificata grazie alle azioni politiche decisive delle banche centrali, delle autorità fiscali, dei creditori bilaterali ufficiali e delle istituzioni finanziarie internazionali nei primi giorni della pandemia”. Ma – lamenta l’Fmi – “queste azioni, sebbene essenziali, stanno rapidamente diventando insufficienti“.

“Finora – si legge nell’analisi – il mondo è riuscito a evitare una crisi del debito sistemica, principalmente per due motivi: il primo , tassi di interesse molto bassi e un massiccio sostegno alla politica monetaria, con misure per un totale di 7.300 miliardi di dollari; il secondo un sostegno finanziario diretto straordinario, compreso il finanziamento d’emergenza dell’FMI a 76 paesi con la riduzione del servizio del debito alle economie più vulnerabili attraverso l’Iniziativa di sospensione del servizio del debito del G20 (a 44 paesi) e il Catastrophe Containment and Relief Trust (a 29 membri)”.

Ma se “questo supporto ha fatto guadagnare tempo al mondo, dovremmo usarlo saggiamente” scrive l’Fmi. “Non si può escludere una crisi del debito sistemica indotta dalla pandemia: più a lungo il problema verrà rimandato, peggiore sarà” la crisi, conclude l’analisi del Fondo.

 

Fonte: Adnkronos – https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2020/10/01/covid-per-fmi-cresce-rischio-crisi-debito-globale_dFiBqAqqdhMLtX2TjRG1lJ.html?refresh_ce

Le decisioni del Cdm, nuovo scostamento di bilancio da 25 mld

Nel Consiglio dei Ministri che si è riunito nella tarda serata di ieri sera e si è concluso alle 0,30 odierne, è stata approvata “la Relazione al Parlamento da presentare alle Camere, ai fini dell’autorizzazione dell’aggiornamento del piano di rientro verso l’Obiettivo di medio termine”. Lo si legge nel comunicato finale di Palazzo Chigi in cui si precisa come l’esecutivo “chiede l’autorizzazione al Parlamento per un ulteriore ricorso all’indebitamento comprensivo dei maggiori interessi passivi per il finanziamento del debito pubblico, di 25 miliardi di euro per l’anno 2020, 6,1 miliardi nel 2021, 1 miliardo nel 2022, 6,2 miliardi nel 2023, 5 miliardi nel 2024, 3,3 miliardi nel 2025, e 1,7 miliardi a decorrere dal 2026″.

Infatti, si spiega, “il Governo ritiene, in questa fase, di fondamentale importanza continuare ad assicurare il sostegno al sistema produttivo e al reddito dei cittadini, a supportare la ripresa e ad intervenire dove necessario per preservare l’occupazione. In quest’ottica, saranno prorogati gli interventi di potenziamento degli strumenti della Cassa integrazione guadagni”.

“Allo stesso tempo – si legge nel comunicato – non verrà meno il sostegno alle imprese e ai settori maggiormente colpiti dalla crisi e alla liquidità, anche attraverso una riprogrammazione delle scadenze fiscali dei prossimi mesi. Inoltre, verrà garantito il necessario sostegno agli enti territoriali, le cui risorse sono state ridotte dai mancati introiti fiscali degli ultimi mesi, al fine di garantire la regolarità dell’azione pubblica a tutti i livelli di governo”. “Infine – continua la nota – verranno assicurate le risorse necessarie per far ripartire l’insegnamento in presenza in condizioni di sicurezza”.

“Considerata la richiesta di autorizzazione all’indebitamento formulata dalla Relazione, il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è fissato all’11,9 per cento del PIL nel 2020. Il nuovo livello del debito pubblico si attesta al 157,6 per cento del PIL nel 2020″.

Pur in un contesto di incertezza legato all’evoluzione della pandemia e della successiva fase di ripresa economica, il Governo “conferma l’obiettivo di ricondurre verso la media dell’area euro il rapporto debito/PIL nel prossimo decennio, attraverso una strategia che, oltre al conseguimento di un adeguato surplus primario, si baserà sul rilancio degli investimenti, pubblici e privati”.

Fra le altre decisioni, si legge nel comunicato, l’approvazione di un dl che modifica le sanzioni sul riciclaggio delle navi, e punta “a incoraggiare gli investimenti, con la creazione di distretti industriali in zone marittime portuali dedicati alla demolizione navale”.

Nell’ottica di rafforzare gli strumenti di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale il Cdm inoltre ha approvato un dl sulla direttiva Ue 2018/822 sullo “scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale relativamente ai meccanismi transfrontalieri soggetti all’obbligo di notifica” all’Agenzia delle entrate da parte degli intermediari e dei contribuenti, con le altre autorità competenti degli Stati membri dell’Unione europea e con altre giurisdizioni estere in forza degli accordi stipulati. E’ stata inoltre data attuazione della direttiva Ue 2018/958 relativa a un test della proporzionalità prima dell’adozione di una nuova regolamentazione delle professioni per “evitare restrizioni sproporzionate all’accesso alle professioni regolamentate o al loro esercizio”.

E’ stato quindi approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di attuazione della direttiva UE 2018/957 relativa al distacco dei lavoratori nell’ambito di una prestazione di servizi nell’ottica di adeguare l’ordinamento nazionale a quello comunitario e limitare quindi il dumping sociale e salariale. “Si mira – spiega il comunicato – a rafforzare la parità di trattamento tra lavoratori “locali” e lavoratori distaccati, attraverso la riaffermazione del principio per cui le imprese distaccatarie sono tenute a garantire ai lavoratori distaccati le medesime condizioni riconosciute ai dipendenti ‘interni’ “. In attuazione della direttiva viene inoltre introdotta la “trasparenza retributiva” sulla cui base ciascuno Stato membro è obbligato a pubblicare in un unico sito web istituzionale, senza indebito ritardo e in maniera trasparente, le informazioni su tutte le condizioni di lavoro e di occupazione compresi gli elementi costitutivi della retribuzione.

Il Cdm ha poi approvato, in esame preliminare, un regolamento, da adottarsi mediante Dpcm, che modifica e integra il testo del 2019 che regola l’organizzazione del Ministero dell’economia e delle finanze e che riconduce “sotto un’unica struttura del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato tutta l’attività ispettiva, svolta in precedenza dai diversi Dipartimenti” oltre a “esplicitare meglio le competenze del Dipartimento del Tesoro in merito alle partecipazioni statali”.

E’ stata anche deliberato lo stato di emergenza, per un periodo di sei mesi, in conseguenza della dispersione di rifiuti plastici pressati nelle acque del Golfo di Follonica, con uno stanziamento di 4 milioni per procedere al recupero delle eco-balle e a ridurre il rischio di inquinamento ambientale.

Il Consiglio dei Ministri ha quindi approvato una deliberazione motivata che autorizza il Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina ad adottare l’ordinanza sull’inizio delle lezioni e l’avvio delle attività di integrazione e recupero degli apprendimenti per l’anno scolastico 2020-2021.

Inoltre il Cdm su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha deliberato di impugnare una serie di leggi regionali, come la “Legge di semplificazione 2020” della Regione Lombardia del 21 maggio scorso, quella della Regione Liguria del 19 maggio 2020 su “Disposizioni di adeguamento della normativa regionale”, la legge della Regione Piemonte del 29 maggio su “Interventi di sostegno finanziario e di semplificazione per contrastare l’emergenza da Covid19”, quelle della Regione Liguria del primo giugno scorso sulla “Istituzione del Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale” e sulla “Istituzione del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato” oltre alla legge della Regione Lombardia del 9 giugno “Prima legge di revisione normativa ordinamentale 2020”.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2020/07/23/decisioni-del-cdm-nuovo-scostamento-mld_p70xjjLORDtloHho7wD50L.html?refresh_ce

Debito scende a novembre a 2.444,6 mld

A novembre il debito delle Amministrazioni pubbliche è stato di 2.444,6 miliardi, in diminuzione di 2,2 miliardi rispetto ad ottobre. E’ quanto si legge nella pubblicazione “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” della Banca d’Italia. Il calo è dovuto, sia all’avanzo di cassa (1,6 miliardi) che agli effetti di scarti premi all’emissione rimborso e della rivalutazione di titoli indicizzati che hanno ridotto il debito di 0,5 miliardi e alla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (0,1 miliardi, a 55,4 miliardi).
In particolare il debito delle amministrazioni centrali è diminuito di 2,1 miliardi e quello delle amministrazioni locali di 0,1 miliardi; il debito degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/01/15/debito-scende-a-novembre-a-2.4446-mld_4005bcf9-56b6-488a-a54e-5cde06ca5f6f.html

Italia e altri 12 Paesi hanno ‘squilibri macroeconomici’

Tredici Stati membri dell’Ue, incluse Italia e Germania, devono subire un “esame approfondito” nel 2020, per “identificare e valutare la serietà” dei loro squilibri macroeconomici. Lo comunica la Commissione europea. Questi Paesi, secondo l’esecutivo Ue, “devono continuare a lavorare” per porre rimedio ai rispettivi squilibri, al fine di prepararsi alle “sfide a lungo termine e agli choc futuri”.

Gli Stati identificati dal rapporto della Commissione sono Bulgaria, Croazia, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia.

Tra i 13 Paesi sono tre quelli che hanno squilibri macroeconomici “eccessivi”: Italia, Grecia e Cipro; gli altri 10 hanno squilibri macroeconomici, senza ulteriori aggettivi. L’Italia, per la Commissione, registra squilibri macroeconomici “eccessivi” da sette anni a questa parte. Cinque Paesi (Belgio, Cipro, Grecia, Italia e Portogallo), ricorda il rapporto della Commissione, hanno un debito pubblico sopra il 100% del Pil, mentre Francia e Spagna sono appena al di sotto di quella soglia.

Quando si prende in considerazione anche il debito privato, “in sette casi (Belgio, Cipro, Francia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Regno Unito), un debito pubblico sopra il 60% del Pil si unisce ad un debito del settore privato che sorpassa le soglie” previste nella valutazione della Commissione. Nel 2018, la percentuale del debito pubblico sul Pil è calata, “ma spesso meno del 2017, riflettendo un allentamento delle posizioni di bilancio e un raffreddamento della crescita nominale del Pil. Alcuni dei debiti più elevati”, sempre in rapporto al Pil, “non sono migliorati o sono persino aumentati nel 2018 – sottolinea la Commissione -: il debito pubblico è rimasto invariato in Francia ed è aumentato a Cipro, in Grecia e in Italia”.

Fonte: ADNKronos  –  https://www.adnkronos.com/soldi/economia/2019/12/17/italia-altri-paesi-hanno-squilibri-macroeconomici_GQpdcEC9wT8tI85xteqifN.html?refresh_ce

Ue, dubbi su coperture manovra

Deciso aumento del debito italiano nelle previsioni Ue d’autunno: nel 2019 salirà a 136,2%, e nel 2020 a 136,8%. Bruxelles rivede così al rialzo le stime di primavera che lo davano a 133,7% e 135,2%. Le cause principali sono “debole crescita del Pil nominale, deterioramento dell’avanzo primario” e “costo in aumento delle misure passate” cioè reddito di cittadinanza e quota 100. Le stesse misure sono la causa anche del peggioramento del deficit che dal 2,2% del 2019 passerà al 2,3% l’anno prossimo.
La Commissione esprime perplessità sulle coperture della manovra, in particolare quelle anti-evasione. “Ci si aspetta che anche le misure addizionali contro le frodi fiscali previste nella manovra 2020 sostengano le entrate” del Governo, “anche se il gettito correlato è soggetto a qualche incertezza”, scrive Bruxelles. La manovra non sarà comunque respinta, ha assicurato Pierre Moscovici, e non sarà aperta alcuna procedura.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/11/07/ee-dubbi-su-coperture-manovra_bc41e0ab-0410-4f8b-9083-4946efce8c90.html

Fmi taglia stime Italia, ferma nel 2019

Italia a crescita zero nel 2019. Il Fmi rivede al ribasso le stime per il pil italiano sia per quest’anno sia per il 2020. Dopo il +0,9% del 2018, per il 2019 la crescita è prevista a zero, ovvero 0,1 punti percentuali in meno sia rispetto alle previsioni di luglio sia a quelle di aprile. Per il 2020 la crescita è attesa a +0,5% (-0,3 punti su luglio e -0,4 su aprile). A pesare, afferma il Fondo, è l'”indebolimento della domanda interna, un minore impulso si bilancio e un contesto esterno più debole”.

Per l’Italia è “particolarmente essenziale” un impegno “credibile” per un calo del debito pubblico nel medio termine dice il Fondo. Il Fondo stima un debito pubblico in aumento al 133,2 nel 2019 dal 132,2% del 2018. Nel 2020 salirà ancora attestandosi al 133,7%, per poi raggiungere il 134% nel 2024. Il deficit è previsto scendere al 2,0% del pil quest’anno dal 2,1% del 2018. Nel 2020 sarà al 2,5% e raggiungerà il 2,6% nel 2024. Il Fmi taglia le stime di crescita di Germania e Francia e  Gb.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/10/15/fmi-taglia-stime-italia-ferma-nel-2019_7ab0d230-cfca-479e-ae57-af824e59b2be.html

Bankitalia: a luglio debito record ed entrate tributarie in calo

Il debito pubblico sale a un nuovo record. A luglio il passivo delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 23,5 miliardi rispetto al mese precedente, a quota 2.409,9 miliardi. Il debito di luglio ha quindi toccato un nuovo massimo, superando il record di giugno (2.386.381 miliardi). Lo si legge nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” di Bankitalia. Il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 23,7 miliardi e quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,1 miliardi.

Sempre a luglio si è registrato un calo delle entrate tributarie. Sono state pari a 46,5 miliardi, in diminuzione del 5,9 per cento (2,9 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2018. Lo scrive Bankitalia nel rapporto ‘Finanza pubblica: fabbisogno e debito’ precisando che il calo risente della proroga al 30 settembre delle scadenze dei versamenti in autoliquidazione dei contribuenti soggetti agli Indici sintetici di affidabilità fiscale. Nei primi sette mesi del 2019 le entrate tributarie sono state pari a 235,8 miliardi, in diminuzione dello 0,3% (0,7 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; al netto degli effetti della proroga al 30 settembre e di alcune disomogeneità contabili, precisa Bankitalia, “si può stimare che la dinamica delle entrate tributarie sia stata più favorevole”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/09/16/bankitaliadebito-recordoltre-2.400-mld_89333562-1879-443b-9d00-a5da7d093238.html

Debito pubblico cala a 2.364,7 mld

A maggio il debito delle amministrazioni pubbliche è stato pari a 2.364,7 miliardi, in diminuzione di 8,7 miliardi rispetto al mese precedente. Lo si legge nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” di Bankitalia, in cui si segnala il miglioramento delle entrate tributarie che, sempre a maggio, hanno registrato un aumento a 34,1 miliardi, con un +1,6% (0,5 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2018.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/07/15/debito-pubblico-cala-a-2.3647-mld_ea74ce80-0b21-4e6b-a77c-b264d49d289d.html

Italia, nuovo record del debito pubblico

Mentre cresce l’attesa per l’aggiornamento del rating dell’Italia da parte di Moody’s, previsto stasera a mercati chiusi, il Paese registra un nuovo record per il debito pubblico a gennaio: +41,3 miliardi di euro rispetto a dicembre a 2.358 miliardi. Il dato emerge dal Supplemento al Bollettino Statistico “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” di Banca d’Italia.

L’incremento riflette l’aumento di 44 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (a fine mese risultavano pari a 79,1 miliardi), solo in parte compensato dall’avanzo di cassa del mese (2,5 miliardi). Complessivamente gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio hanno ridotto il debito di 300 milioni.

Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 41,8 miliardi, quello degli enti di previdenza di 100 milioni, il debito delle amministrazioni locali si è invece ridotto di 600 milioni. Sempre a gennaio, continua Via Nazionale, salgono le entrate tributarie a 34,5 miliardi, in aumento del 2,4% (800 milioni) rispetto al dato dello stesso mese del 2018.

“Un dato decisamente preoccupante, specie se si considera che la Bce ha smesso di acquistarci titoli di Stato”, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Considerato che in Italia, secondo gli ultimi dati Istat, ci sono 25.386.000 famiglie, è come se ogni famiglia avesse 92 mila euro di debito, 92.885 euro per la precisione. Se consideriamo la popolazione residente, pari a 60.483.973 unità, e’ come se ogni italiano avesse un debito di 38 mila e 985 euro”, conclude Dona.

E a dicembre il valore dei titoli di Stato italiani in mano a soggetti esteri è calato nuovamente a 634,393 miliardi dai 646,883 miliardi di novembre, nuovo minimo da dicembre 2013 (618,8 miliardi).

E in base a calcoli Reuters sui dati di Via Nazionale, a dicembre la quota dei titoli in mano ai non residenti sul totale di quelli in circolazione è scesa al 32,3% da 32,4% di novembre.

Sempre Reuters riporta che i dati odierni includono i titoli di Stato detenuti da investitori domestici attraverso soggetti non residenti (come gestioni patrimoniali e fondi) e quelli detenuti dall’eurosistema direttamente (e non attraverso Bankitalia) e da banche centrali di altri Paesi. Secondo le stime di Bankitalia, al netto di queste voci la quota in mano agli investitori esteri, afferma ancora Reuters, è calata al 24% del totale nel corso del secondo trimestre dell’anno, con una flessione di circa tre punti percentuali, la più ampia dal secondo trimestre del 2012. 

Intanto lo spread Btp/Bund, dopo aver aperto in rialzo a 244 punti base dai 241 punti della chiusura di ieri, al momento tratta in calo a 241 punti base, con il tasso del decennale al 2,5%, in vista del verdetto di Moody’s. L’agenzia lo scorso 19 ottobre aveva declassato il rating da Baa2 al livello Baa3, un gradino sopra il non-investment grade, confermando un outlook stabile.

Gli strategist di Unicredit  non si aspettano alcuna revisione sulla raccomandazione o sull’outlook. Per gli esperti, però, Moody’s rivedrà probabilmente le previsioni sulla crescita del pil dell’Italia allo 0% circa per il 2019, dall’1,3% di ottobre, e all’1% per il 2020. Inoltre l’agenzia di rating dovrebbe alzare le stime sul deficit di bilancio e sul debito pubblico, soprattutto dopo che l’Istat ha registrato un aumento del rapporto debito/pil al 132,1% nel 2018, dal 131,3% dell’anno precedente. Infine, Moody’s dovrebbe evidenziare il rischio elevato di elezioni anticipate, dopo quelle del Parlamento europeo di maggio, fattore che resterà un ostacolo alla discesa dei rendimenti dei titoli di Stato, concludono da Unicredit.

Fonte: Milano Finanza – https://www.milanofinanza.it/news/italia-nuovo-record-del-debito-pubblico-201903151223271783