Confcommercio: consumi di nuovo giù a novembre -16%

L’indice consumi di Confcommercio è tornato a registrare a novembre una riduzione a doppia cifra (-16%), “a causa della contrazione della domanda nel comparto dei servizi ed in particolare del turismo che si appresta a chiudere l’intero 2020 con cali che approssimano, o superano, il 50%”. E’ quanto si legge in una nota secondo cui “l’ultimo trimestre del 2020 è caratterizzato da un marcato indebolimento del quadro economico, seppure di intensità più ridotta rispetto a quanto sperimentato in primavera.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/12/17/confcommercio-consumi-di-nuovo-giu-a-novembre-16_4c47ef62-7478-4e3a-b097-f534df2e8f89.html

Confcommercio, consumi ad aprile -47,6%. Sangalli: ‘Rischi danni permanenti per economia’

Ad aprile i consumi degli italiani sono crollati del 47,6% e nonostante un rimbalzo del pil del 10% stimato a maggio il prodotto interno lordo rimarrà sempre a un -16% rispetto all’anno precedente. E’ quanto sul legge in una nota dell’ufficio studi di Confcommercio.

“Ad aprile, i consumi sono crollati del 47 per cento col rischio di danni permanenti all’economia”. E’ quanto afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, a proposito dei dati diffusi dall’Ufficio Studi di Confcommercio chiedendo “un piano di ricostruzione complessiva del Paese che oggi ancora non c’è”, “indennizzi più robusti e liquidità vera”.

Ampliando lo sguardo a cosa è accaduto nel periodo di lockdown si rileva nel complesso del secondo bimestre, nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno, un calo del 38,9% dei consumi, dato che si riuscirà a recuperare solo in parte nei prossimi mesi, spiega ancora Confcommercio. I più penalizzati continuano a risultare i servizi e in particolare quelli relativi al tempo libero Il completo lockdown di aprile “ha avuto conseguenze che il sistema economico italiano non ha mai sperimentato dopo la seconda guerra mondiale” sottolinea Confcomemrcio che ricorda come siano stati pochissimi i segmenti che sono riusciti a registrare un segno positivo (alimentazione domestica, comunicazioni ed energia), per molti altri, invece, soprattutto quelli legati alle attività complementari alla fruizione del tempo libero, la domanda è stata praticamente nulla. “Cifre quasi inverosimili che, purtroppo, testimoniano gli effetti derivanti dalla sospensione, non solo di gran parte delle attività produttive, ma anche di quelle sociali e relazionali dirette”. “La questione più grave è la concentrazione delle perdite su pochi importanti settori, come il turismo e l’intrattenimento, che sono anche quelli più soggetti a forme di distanziamento e rigidi protocolli di sicurezza, ma anche la mobilità e l’abbigliamento”. Pertanto, la fine del lockdown non sarà uguale per tutti – sostengono i commercianti”. “Ma soprattutto, dopo la riapertura si avvertiranno anche dolorosi effetti su reddito e ricchezza che si protrarranno ben oltre l’anno in corso”.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/05/18/confcommercio-consumi-ad-aprile-476_8d69a5ad-34cc-449d-8f8a-88022c6d7ae0.html

Confcommercio, 270mila imprese a rischio chiusura

Sono circa 270 mila le imprese del commercio e dei servizi che rischiano la chiusura definitiva se le condizioni economiche non dovessero migliorare rapidamente, con una riapertura piena ad ottobre. E’ la stima dell’Ufficio Studi Confcommercio del rischio di chiusura delle imprese del terziario di mercato.

Quella di Confcommercio è “una stima prudenziale che potrebbe essere anche più elevata perché, oltre agli effetti economici derivanti dalla sospensione delle attività, va considerato anche il rischio, molto probabile, dell’azzeramento dei ricavi a causa della mancanza di domanda e dell’elevata incidenza dei costi fissi sui costi di esercizio totali che, per alcune imprese, arriva a sfiorare il 54%. Un rischio che incombe anche sulle imprese dei settori non sottoposti a lockdown”.

“Su un totale di oltre 2,7 milioni di imprese del commercio al dettaglio non alimentare, dell’ingrosso e dei servizi – viene spiegato nel rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio – quasi il 10% è, dunque, soggetto ad una potenziale chiusura definitiva. I settori più colpiti sarebbero gli ambulanti, i negozi di abbigliamento, gli alberghi, i bar e i ristoranti e le imprese legate alle attività di intrattenimento e alla cura della persona. Mentre, in assoluto, le perdite più consistenti si registrerebbero tra le professioni (-49 mila attività) e la ristorazione (-45 mila imprese). Per quanto riguarda la dimensione aziendale, il segmento più colpito sarebbe quello delle micro imprese – con 1 solo addetto e senza dipendenti – per le quali basterebbe solo una riduzione del 10% dei ricavi per determinarne la cessazione dell’attività”.

Le stime elaborate incorporano un rischio di mortalità delle imprese “superiore al normale – conclude l’Ufficio Studi – per tener conto del deterioramento del contesto economico, degli effetti della sospensione più o meno prolungata dell’attività, della maggiore presenza di ditte individuali all’interno di ciascun settore e del crollo dei consumi delle famiglie”.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/05/11/confcommercio-270mila-imprese-a-rischio-chiusura_fda5cc19-2746-4ebe-a56d-c25df5024a35.html

Confcommercio, -84 miliardi di consumi

Un crollo dei consumi per il 2020 pari a quasi 84 miliardi di euro (-8% rispetto al 2019): è la stima aggiornate dell’Ufficio studi di Confcommercio sugli effetti del lockdown a causa del coronavirus, secondo una valutazione prudenziale e basata su una ipotesi di progressiva e graduale riapertura delle attività economiche, considerando la data del primo ottobre per il ritorno ad una fase di totale normalità. Oltre tre quarti della perdita dei consumi, prosegue, sono concentrati in pochi settori: vestiario e calzature, automobili e moto, servizi ricreativi e culturali, alberghi, bar e ristoranti. Questi ultimi due sono i comparti che registrano le cadute più pesanti: -48,5% per i servizi di alloggio e -33,3% per bar e ristoranti. Le cadute, rimarca Confcommercio, potrebbero risultare a consuntivo “decisamente più gravi” se il ritorno alla “nuova” normalità sarà particolarmente lento. “Con un crollo della domanda così pesante – sottolinea – la sopravvivenza di questi comparti è messa a serio rischio”.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/05/02/confcommercio-84-miliardi-di-consumi_daae5d47-2f9c-428b-9cf2-7afa36da6ef8.html

Pil: Confcommercio rivede le stime, nel 2019 solo + 0,1%

La Confcommercio rivede al ribasso le stime sul Pil. Nel 2019 la crescita sarà limitata a +0,1% contro il rialzo dello 0,3% previsto lo scorso marzo. L’economia italiana sarà rallentata anche nel 2020, con una crescita prevista dello 0,3%, a fronte del dato più ottimistico diffuso a marzo (+0,5%). In controtendenza l’andamento dei consumi, previsti in rialzo dell0 0,4%, contro il +0,3% annunciato in marzo e gli investimenti. Questi ultimi saliranno a fine anno del 2,3%, ossia il 2% in più delle stime diffuse nel primo trimestre dell’anno.

Rallentano invece i consumi previsti nel 2020 (+0,3% anziché +0,5%) e gli investimenti (+0,6% anziché +0,7%). Quanto ai prezzi, la Confcommercio prevede un aumento dello 0,l7% a fine anno contro il +1,1% previsto e un incremento dell’1,1% nel 2020 a fronte del +1,4% indicato lo scorso mese di marzo. Meglio delle stime di marzo anche l’occupazione (+130.900 unità a fronte delle 34.500 precedentemente indicate). Una dinamica che verrà semntita nel 2020, quando i nuovi occupati saranno solo 9.900 contro i 102.100 previsti lo scorso mese di marzo.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/10/21/pil-confcommercio-rivede-le-stime-nel-2019-solo-01-_11fbf310-52d5-44e2-ae6a-274e58890205.html

Confcommercio taglia Pil 2019 a +0,3%

La Confcommercio prevede un rialzo del Pil dello 0,3% per il 2019, contro il +1% indicato lo scorso mese di ottobre, e dello 0,5% nel 2020. L’incremento dei consumi per l’anno in corso scende dallo 0,8% previsto in ottobre allo 0,3%, per salire poi allo 0,5% nel 2020. In diminuzione da +1,2 a +0,3% gli investimenti previsti nell’anno, che saliranno dello 0,7% il prossimo, mentre l’inflazione si attesta all’1,1% (era all’1,4%), per arrivare all’1,4% nel 2020.
Confcommercio calcola anche che il totale disinnesco dell’aumento dell’Iva vale 23,1 miliardi di euro e comporta 382 euro di maggiori tributi a persona con un aumento dell’imposta medio di 889 euro a nucleo famigliare.

Fonte: ANSA – http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/03/22/confcommercio-taglia-pil-2019-a-03_aec55936-9679-466d-8650-7403c6c261bc.html

Confcommercio,Pil rallenta,in 2018 +1,1%

La crescita dell’economia italiana sta rallentando: il 2018 potrebbe chiudersi con un aumento del Pil dell’1,1 per cento e il 2019 dell’1,0 per cento. È la previsione di Confcommercio che, alla vigilia della presentazione della Nota al Def, ha tagliato di un decimo di punto le precedenti stime su entrambi gli anni. I consumi crescerebbero dello 0,9 per cento quest’anno e dello 0,8 per cento l’anno prossimo, sempre che, ha spiegato il direttore del Centro studi Mariano Bella, nel 2019 non scattino le clausole di salvaguardia. L’inserimento nella prossima legge di bilancio delle misure previste dal contratto di governo potrebbe portare il deficit 2019 al 2,8% del Pil. Il centro studi dell’ associazione calcola 5 miliardi di costo per la revisione della legge Fornero, 5 per la “mini flat tax”, 5 per la prima fase di avvio del reddito di cittadinanza e 2,2 di spesa per interessi aggiuntiva. A questo si deve sommare anche il costo delle spese indifferibili.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/pmi/2018/09/26/confcommerciopil-rallentain-2018-11_862dbaca-ff39-472d-9c34-064cabb51332.html

Confcommercio: continua la frenata dell’economia

I dati statistici congiunturali continuano a mostrare segnali contraddittori che inducono a valutare con prudenza le prospettive a breve dell’economia italiana. E’ questa la valutazione di Confcommercio che stima per il mese di maggio una variazione congiunturale nulla del pil mensile e una variazione tendenziale dell’1% (1,1% ad aprile), confermando un ulteriore rallentamento rispetto al primo trimestre. In linea con un quadro congiunturale non particolarmente dinamico, scrive Confcommercio ad aprile 2018 l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato un calo dello 0,1% rispetto a marzo ed un aumento dello 0,4% nei confronti dello stesso mese del 2017.
Il dato dell’ultimo mese è sintesi di un’evoluzione positiva della domanda relativa ai servizi (+1,8%) e di una flessione dello 0,2% della spesa per i beni.
In linea con quanto già emerso negli ultimi mesi, l’incremento più significativo ha riguardato la domanda per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+2,7%).

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/05/15/confcommercio-continua-frenata-economia_9f3955f4-045c-49e3-bd00-e267910cc177.html

Produzione industriale: Confcommercio, dato non incoraggiante per prospettive economia

“Il dato sulla produzione industriale di febbraio, negativo per il secondo mese consecutivo, non è un segnale incoraggiante per le prospettive a breve dell’economia italiana”. Questo il commento dell’ufficio studi Confcommercio alle rilevazioni diffuse oggi dall’Istat. “Al di là dell’energia, sulla cui produzione hanno inciso anche fattori climatici, la maggior parte dei settori è in ridimensionamento. In particolare, la riduzione più significativa si è rilevata per la produzione di beni di consumo (-2,4% rispetto a gennaio) che – conclude la nota – potrebbe indicare un’evoluzione non particolarmente brillante della domanda da parte delle famiglie”.

Fonte: FinanzaOnline  –  http://www.finanzaonline.com/notizie/produzione-industriale-confcommercio-dato-non-incoraggiante-per-prospettive-economia