Effetto Covid sulle 25 quotate, persi 83 miliardi di valore

La pandemia da Covid-19 si abbatte su tutti gli indicatori finanziari delle 25 società industriali e di servizi quotate nel Ftse Mib di Borsa Italiana. E’ quanto emerge da una analisi dell’Area studi di Mediobanca. Le 25 società rappresentano, a fine marzo 2020, il 76% della capitalizzazione complessiva (sono escluse banche e assicurazioni), per un valore di Borsa totale di 288 miliardi.

Nel primo trimestre del 2020 la loro capitalizzazione si è ridotta del -22,4%, con una perdita di 83 miliardi.
Le 25 società quotate analizzate hanno perso complessivamente ricavi per quasi 14 miliardi (-13,7%). Tra i settori, i servizi hanno registrato il minore calo (-8,8%), seguiti dalle energetiche/utilities (-10,5%), mentre il petrolifero con Eni (-25,2%) e la manifattura (-11,8%) riportano le maggiori perdite di fatturato.
La manifattura ha fatto registrare un calo del fatturato avvenuto nel primo trimestre 2020 (-11,8%) è il peggiore degli ultimi 30 anni e l’unico in doppia cifra.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/05/21/effetto-covid-su-25-quotate-persi-83-mld-di-valore_1de650ce-0fa4-44b4-8f91-5fe1e3689e46.html

Trump, task force contro frodi Borsa

Una task force per l’integrità del mercato e contro le frodi a danno dei consumatori. A crearla è l’amministrazione Trump, avviando una collaborazione fra Dipartimento di Giustizia, Sec e Federal Trade Commission.
”Unendo le nostre forze possiamo identificare e fermare frodi di più ampia scala di quanto una delle nostre agenzie da sola potrebbe fare” afferma Rod Rosenstein, vice ministro alla Giustizia presentando l’iniziativa. Le autorità lavoreranno insieme per scoraggiare le attività fraudolente e imporre le adeguate misure correttive e punitive senza sprecare risorse pubbliche.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/07/11/trump-task-force-contro-frodi-borsa_eaa38549-9855-4a53-8837-d81b8e445ba9.html

Spread in discesa, Piazza Affari chiude in rialzo. Bene le banche

Ha chiuso in rialzo Piazza Affari all’indomani dell’annuncio della nascita del nuovo Governo che ha giurato oggi. Con lo spread assestato a 229,98 punti base, a fronte dei 300 di martedì scorso in pieno stallo politico, l’indice Ftse Mib ha guadagnato l’1,49% a 22.109 punti, riportandosi così al di sopra dell’1,17% sul valore di inizio anno, sotto cui era sceso mercoledì. Elevati gli scambi per 4,3 miliardi di euro di controvalore in una giornata positiva per quasi l’intero listino. Poche le eccezioni, tra cui Fca (-4,53%), protagonista di una improvvisa inversione di rotta dopo un avvio scoppiettante, nel giorno in cui l’ad Sergio Marchionne ha presentato il piano industriale al 2022. Sugli scudi Banco-Bpm (+8,45%), favorita anche dalla cessione di Npl per 5,1 miliardi, seguita da Bper (+7,87%), Ubi Banca (+5,7%), Unicredit (+3,93%) e Intesa (+3,3%). In controtendenza Mps (-0,37%), mentre Banca Ifis, attiva nella gestione di Npl, ha guadagnato l’8,42%. Rally di Grifal (+15,39%), nel giorno del debutto su Aim, il mercato alternativo dei capitali di Piazza Affari.

Lo spread tra Btp e Bund chiude in deciso calo a 226 punti basedai 241 della chiusura di ieri nel giorno del giuramento al Quirinale del nuovo governo. Nel corso della seduta il differenziale è sceso fino a 211 punti base. Il rendimento del titolo decennale italiano scende al 2,64%.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/05/30/borsa-spread-petrolio-cambi-euro-piazza-affari-governo_14c436c5-f53a-4f3f-bd0d-a76a99369178.html

I motivi del panico in Borsa

Non c’è solo sfiducia, ma anche algoritmi, automatismi e nuove posizioni corte aperte sull’azionario e sull’obbligazionario italiano tra i motivi della fuga disordinata e del panico visto sulla Borsa di Milano nelle ultime cinque sedute. Oggi il Ftse Mib corre, ma il rialzo è frutto più che altro di ricoperture e rimbalzi tecnici. Secondo esperti di trading contattati dall’AdnKronos, i movimenti vorticosi degli ultimi giorni, destinati a continuare finché non ci sarà un Governo, non sono dovuti a un timore generalizzato per il debito e i fondamentali economici dell’Italia, tra l’altro in decisa ripresa da quasi un anno. Sono, bensì, anche frutto di operazioni speculative di grandi fondi per lucrare – e allo stesso tempo proteggersi – dalla crisi politica e dal deficit comunicativo degli ultimi giorni.

Ma andiamo con ordine. Intanto, cosa significa posizione corta? E’ una scommessa al ribasso, aperta mediante la vendita allo scoperto, che permette un guadagno finanziario nel caso in cui il prezzo di un titolo scenda a un determinato livello. Delle posizioni corte si può conoscere la quantità di azioni di una certa società per cui si è ‘shortato’ rispetto alla sua capitalizzazione complessiva. La Consob offre un elenco aggiornato quotidianamente: a ieri, 29 maggio, avevano aggiornato il giorno prima le loro posizioni corte sui titoli italiani – soprattutto bancari – grandi investitori come Viking Global, Engadine Partners, Marshall Wace, Lansdowne Partners, Pdt Partners, Alvento Capital Partners, Kairos e Pictet Asset Management.

In realtà, gli stessi movimenti sono aumentati durante tutto il mese di maggio e soprattutto nelle ultime due settimane, con l’attivismo, in particolare, di Aqr Capital, BlackRock e del fondo Bridgewater, che ha scommesso al ribasso su titoli ad alta capitalizzazione, come Eni ed Enel. Segno, fanno notare dalle sale operative, della ‘serietà’ dei giochi speculativi, perché vendite su titoli più capitalizzati sono più rischiose ma rendono di più. Diverso è il discorso delle posizioni corte sull’obbligazionario per le quali, si apprende sempre, non c’è nessun obbligo di comunicazione. “Sicuramente la speculazione ribassista in questi giorni ha pesato parecchio. Diciamo che in generale sull’azionario italiano c’erano posizioni aperte e sappiamo che buona parte del ribasso è dovuta alle uscite di grandi investitori internazionali”, conferma all’Adnkronos Giuseppe Sersale, analista di Anthilia Capital Partners Sgr.

I Titoli di Stato italiani, che sono molto liquidi, “offrono un panorama perfetto per shortare”. Attitudine alla base del fortissimo panic selling di ieri che ha portato il differenziale con i Bund tedeschi ad allargarsi di 70 punti base in poche ore. Oggi, le aste di Btp sono andate bene, ma con un fortissimo rialzo dei rendimenti. Nel caso dei titoli a cinque anni, ad esempio, è stato assegnato il massimo in offerta (1,75 miliardi) ma con un rendimento volato al 2,32%, 175 punti in più rispetto all’ultima asta. “Segno che ci sono state delle ricoperture: in questi casi, quando gestori e fondi contabilizzano un buon profitto, ricoprono la loro posizione comprando”. Lo stesso principio alla base dei rimbalzi sulla Borsa di Milano.

“Il peso della vendita di posizioni è stato impattante e significativo in questi giorni”, afferma a sua volta Alessandro Allegri, ad di Ambrosetti Am Sim, che lo vede in particolare sui future dei Btp a dieci anni, che il mercato prende come riferimento per il calcolo dello spread tra Btp e Bund tedeschi. “Questi movimenti da un lato sono uno strumento speculativo: un modo veloce e comodo – dice – per portare a casa guadagni in casi di alta volatilità.

Dall’altro lato, sono uno strumento tecnico di protezione dal rischio“. Insomma, “se nel mio portafoglio ho tanti Btp e ritengo che ci sia un rischio che il prezzo dei miei titoli scenda vendo future al ribasso sui miei Btp e mi copro da questo rischio di discesa”.

Poi, c’è l’altro aspetto, quello degli automatismi dell’algo-trading, che programmano gli scambi sulla base di alcuni avvenimenti. Sistemi di questo tipo si muovono in massa e sono tarati per reagire alla massima perdita accettabile oppure agli aumenti della volatilità sui titoli e sugli indici. “E’ quasi certo che abbiano già impattato sulle Borse nei giorni scorsi con chiusure di posizioni o apertura di posizioni corte. Il grosso impatto di questi sistemi c’è – spiega Allegri – quando aumentano volatilità e incertezza“. Dunque, è sicuro che le oscillazioni continueranno anche nei prossimi giorni.

Un fattore da non dimenticare, poi, è che l’esposizione sul mercato obbligazionario e azionario italiano nei primi mesi dell’anno è stata molto forte e molto positivo. Tanto che almeno fino al 4 marzo quella di Milano era la Borsa migliore dell’Eurozona. “Le discese che abbiamo visto sono state facilitate dal fatto che molte posizioni fossero in utile rispetto all’inizio dell’anno sul mercato italiano, quindi qualcuno ha colto l’occasione per prendere il suo beneficio oppure si è spaventato chiudendo le posizioni”. Con la giornata di ieri, il saldo del Ftse Mib rispetto all’inizio del 2018 era a -0,6%, quindi tutti guadagni sono stati azzerati.

Per l’obbligazionario è ancora peggio: rispetto ai prezzi di inizio anno, la variazione è – 8%, calcola Allegri. “Un evento straordinario: difficilmente si assiste a variazioni così marcate. Le conseguenze le vedremo nelle prossime settimane, quando semplici risparmiatori inizieranno a vedere nei loro rendiconti trimestrali performance negativi che in alcuni casi non avevano mai visto in precedenza”. A quel punto dovranno scegliere, se vendere o mantenere i Btp in portafoglio, per non materializzare la perdita, ma con il rischio che aumenti. Dilemma difficile da valutare per tutti, professionisti e non.

Fonte: ADNKronos  –  http://www.adnkronos.com/soldi/finanza/2018/05/30/perche-del-panico-borsa_MBfgDx2iq5Q7OJK6sRsK6H.html