Banche, stress test decisivi per i dividendi. Ma la vera priorità è il credito

La Vigilanza Bce riapre alle cedole caso per caso in base ai buffer di capitale che emergeranno dagli esami di venerdì 30 luglio. L’intreccio tra le richieste degli investitori e l’esigenza di finanziare la ripresa dell’economia

Anche la Vigilanza Bce vara la sua riapertura e lo fa rimuovendo il divieto alla distribuzione dei dividendi delle banche, introdotto come misura di emergenza all’inizio della crisi indotta dal Covid.

Il ritorno a una nuova normalità in materia di cedole e buy back azionari, pur con una serie di condizionalità che porterà la Vigilanza a distinguere tra banca e banca, è certamente una buona notizia per gli investitori e per gli azionisti delle banche che pazientemente hanno atteso per oltre un anno la distribuzione degli utili pregressi.

Ora la decisione di Bce sui dividendi andrà esaminata congiuntamente con l’altro grande appuntamento bancario di luglio, ovvero l’esito degli stress test che la Vigilanza ha condotto insieme all’Eba e che sarà reso pubblico venerdì prossimo.

Concepiti nella fase più acuta della pandemia, quando ancora Bce paventava un rischio massimo di 1,3 trilioni di nuovi crediti deteriorati, gli stress test ipotizzano nello scenario più avverso un nuovo crollo del Pil nel prossimo biennio. Un esercizio teorico, dato che le previsioni sono invece (anche per la stessa Bce) di una sostenuta ripresa dell’economia anche grazie ai fondi di Next Generation Ue.

Il problema è che la Vigilanza Bce incorporerà l’esito degli stress test nelle richieste di capitale individuali (Srep) che le banche dovranno detenere nel 2022. Le ragioni della Vigilanza, sia nel caso degli stress test che nella scelta di condizionare i dividendi a valutazioni banca per banca, sono evidenti e trovano giustificazione nel timore che – dopo la fine delle moratorie sui crediti e il graduale esaurirsi dei prestiti garantiti dallo Stato – le banche abbiano capitale in abbondanza e sufficiente ad assorbire i nuovi Npl che saranno originati dalle aziende in crisi.

Fonte: Il Sole 24 ore –https://www.ilsole24ore.com/art/banche-stress-test-decisivi-i-dividendi-ma-vera-priorita-e-credito-AE8AMuY

La Bce toglie lo stop alle cedole. Intesa, UniCredit e Mediobanca pronte a ripartire

Ritorno alla normalità per i dividendi e i buy back delle banche europee. La vigilanza bancaria della Bce ha deciso di non estendere oltre il 30 settembre le limitazioni sulla distribuzione degli utili e sul riacquisto di azioni proprie entrate in vigore lo scorso 15 dicembre e valide fino alla fine del terzo trimestre di quest’anno.

La decisione, che è la prima apertura dopo le chiusure totali su dividendi e buybacks introdotte nel marzo 2020 e le restrizioni dello scorso dicembre, è stata presa sulla base delle ultime proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema, che hanno «confermato la ripresa economica e indicato una riduzione dell’incertezza», fattori che migliorano di l’affidabilità della “traiettoria” del capitale delle banche.

Dal primo ottobre, dunque, la Bce tornerà ad applicare il vecchio metodo di valutazione dei piani di distribuzione del capitale delle singole banche, con il solito approccio caso per caso e ripristinando il normale processo della supervisione bancaria.

I piani delle italiane

In Italia gli occhi sono concentrati essenzialmente su tra banche: Intesa Sanpaolo +2,29%Unicredit +1,68% e Mediobanca +1,05%. Per dimensioni e pay out, sono quelle che hanno i maggiori conti in sospeso con i propri azionisti, e che ora si preparano a riversare loro oltre 4 miliardi. La maggior parte arriveranno da Ca’ de Sass: il ceo, Carlo Messina, è da gennaio che ha parlato di una cedola doppia per l’autunno. Dopo i 694 pagati in primavera, Intesa ha preannunciato un saldo fino ad arrivare al 75% dei 3,5 miliardi di utile netto rettificato 2020, dunque altri 1,9 miliardi. A cui, però, si aggiungerà una parte di quel 70% dell’utile netto che l’istituto si propone di erogare in dividendi cash a valere sui risultati del 2021. Quanto? Messina non l’ha specificato, ma gli analisti contattati da Il Sole 24 Ore si aspettano mediamente un altro miliardo (almeno).

In UniCredit invece lo strumento preferito è il buyback, riacquisto di azioni proprie che indirettamente fa aumentare il valore di quelle nelle tasche degli altri soci: esattamente un mese fa, il 25 giugno, la banca guidata da Andrea Orcel aveva chiuso un primo buyback da 178,7 milioni varato dalla gestione precedente, a cui dovrebbe aggiungersene ora un altro da 650 milioni. Sommando alle due operazioni di riacquisto i 268 milioni pagati in contanti il 21 aprile scorso, si arriva a 1,1 miliardi, per un dividend yield che pochi giorni fa gli analisti di Equita calcolavano di poco superiore al 6%, nella stessa area di Intesa Sanpaolo.

 

FONTE: il Sole 24 ore – https://www.ilsole24ore.com/art/la-bce-toglie-stop-cedole-intesa-unicredit-e-mediobanca-pronte-ripartire-AEW48xY

Bce: Lagarde, urgente far partire il recovery

La Bce ritiene che il pacchetto Next Generation Eu sia centrale e sottolinea “l’urgenza che diventi operativo senza ritardo” con una ratifica “tempestiva” della decisione sulle risorse proprie che consentirà alla Commissione europea di emettere i bond per finanziarlo. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, nella conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio direttivo in cui si deciso di lasciare invariati il tasso principale a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.

Il Consiglio della Bce ha anche deciso di proseguire gli acquisti del programma pandemico ‘Pepp’ per 1850 miliardi complessivi “almeno fino alla fine di marzo 2022 e “si aspetta che gli acquisti nel trimestre attuale siano condotti a un ritmo significativamente più alto”.

Le previsioni della Bce danno per probabile un calo del Pil dell’area euro nel primo trimestre di quest’anno, e una crescita positiva nel secondo, e Lagarde ha evidenziato che “il protrarsi della pandemia, inclusa la diffusione di mutazioni del virus, e le sue implicazioni per le condizioni economiche e finanziarie continuano ad essere fonti di rischi al ribasso”.

Bankitalia: utile 2020 in calo a 6,3mld, a Stato 7,3 miliardi

Cala, nel 2020,l l’utile netto della Banca d’Italia, sceso a 6,3 miliardi, 2 in meno rispetto al 2019, a causa “dei maggiori interessi negativi sulle operazioni di rifinanziamento e della flessione dei rendimenti dei titoli in euro e in valuta”. E’ quanto afferma il governatore Ignazio Visco all’assemblea dei partecipanti al capitale secondo cui l’istituto centrale destinerà allo Stato 5.906 milioni dell’utile che, in aggiunta a imposte di competenza per 1.409 milioni, porterebbero le somme complessivamente destinate allo Stato a circa 7.315 milioni.

Le misure varate dalle banche centrali dell’Eurosistema riunite nella Bce contro la pandemia Covid hanno fatto crescere ancora di più il bilancio della Banca d’Italia. Come afferma il governatore Visco all’assemblea dei partecipanti “la dimensione raggiunta dalle attività a fine 2020 è senza precedenti: il totale di bilancio ha sfiorato i 1.300 miliardi, 336 in più rispetto allo scorso anno”.

“La pressione sui sistemi sanitari è ancora forte. L’avvio delle campagne di vaccinazione in Italia e nel resto del mondo induce a un cauto ottimismo per il futuro”. Lo afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco aprendo l’assemblea dei partecipanti al capitale dell’istituto centrale.

 

Fonte: ANSA – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/03/31/bankitaliautile-2020-in-calo-a-63mld-a-stato-73-miliardi_27928d18-c97e-44a7-80d2-0db109276628.html

La Bce lascia tassi fermi a zero. Lagarde: “Serve ancora sostegno monetario”

Alla luce dell’attuale quadro “la Bce riconferma l’orientamento molto accomodante della sua politica monetaria”. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde nella conferenza stampa che segue il board, spiegando che serve quindi ancora “un ampio sostegno” monetario. La Banca Centrale Europea lascia, come da attese, i tassi d’interesse fermi: il tasso principale rimane a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.

L’economia dell’Eurozona si è probabilmente contratta nel quarto trimestre del 2020, segnalando che l’area sembra avviata verso una doppia recessione, afferma Lagarde, sottolineando che gli economisti prevedono sempre più che la produzione si ridurrà anche in questo trimestre per l’inasprimento delle restrizioni decise dai governi per contrastare i contagi.

La campagna di vaccinazione “è un passo importante” per superare la pandemia ma il Covid “continua a porre dei gravi rischi per l’economia” e “nel quarto trimestre è attesa una contrazione del Pil”, ha detto Lagarde, sottolineando che “l’incertezza resta elevata”.

Lagarde ha anche chiarito che “ci vorranno anni prima che arrivi un euro digitale”.

La presidente della Bce ha sottolineato che deve essere messa a punto “la tecnologia” e deve essere inoltre “compatibile con la sovranità e la trasmissione di politica monetaria”. Per il presidente della Bce comunque “banconote e monete” coesisteranno con un euro digitale.

La Bce proseguirà gli acquisti nell’ambito del Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP) con una dotazione finanziaria totale di 1.850 miliardi di euro” e “condurrà gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP almeno sino alla fine di marzo 2022 e, in ogni caso, finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus”.

“Il Consiglio direttivo resta pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito, in linea con il suo impegno alla simmetria”, assicura la Bce.

Mercati azionari del Vecchio continente attorno alla parità dopo la boa di metà giornata, con un marginale peggioramento dopo le decisioni della Bce: Francoforte è di qualche frazione la migliore con una crescita dello 0,3%, seguita da Madrid che si muove sul pareggio, Milano in calo dello 0,05% con l’indice Ftse Mib e Parigi in negativo dello 0,3%. Gli operatori, dopo l’insediamento del nuovo presidente statunitense Biden, attendono soprattutto di verificare i tempi promessi per i nuovi piani di stimoli all’economia e alle campagne anti Covid 19, con i futures sull’avvio di Wall street poco sopra la parità. In questo quadro, a Francoforte Prosieben sale del 2,6% a 13,8 euro dopo il riassetto nella partecipazione di controllo di Mediaset (+1% a 2,16 euro) con Vivendi, non direttamente coinvolta nella partita ma in colloqui da tempo con il Biscione per trovare un accordo al loro lungo braccio di ferro, in aumento dello 0,7% a Parigi. Tra i titoli maggiori di Piazza Affari, Prysmian, Campari, Cnh, A2A e Diasorin mostrano rialzi ampiamente superiori al punto percentuale, mentre al contrario registrano cali più ampi dell’1% Unipol, Eni, Tenaris ed Hera. Scivola Leonardo, che scende del 2,7% faticando a tenere quota 6 euro.

Lo spread tra Btp e Bund si allarga a 117 punti dopo la Bce, come conseguenza soprattutto dell’aumento del rendimento del decennale italiano. Il tasso è salito allo 0,67% dopo essersi mantenuto l’intera mattina intorno allo 0,61%.

Bce, tassi fermi a zero. Amplia acquisti Bond di 500 mld fino a 2022

La Banca Centrale Europea ha lasciato, come da attese, i tassi d’interesse invariati, ma rafforza il programma di acquisti per l’emergenza pandemica. Al termine della riunione di politica monetaria, la Bce ha confermato il tasso principale a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%.

Rafforzato il piano ‘Pepp’ con acquisti per altri 500 miliardi di euro di bond, principalmente titoli di Stato, portando il totale dallo scorso marzo a 1.850 miliardi. Inoltre il Pepp durerà almeno fino a marzo 2022.

Varati anche tre nuovi maxi-prestiti Tltro con cui presta alle banche remunerandole con un tasso d’interesse purché queste prestino all’economia: tre operazioni aggiuntive saranno condotte fra giugno e dicembre 2021; i termini più favorevoli alle aste Tltro attuali saranno estesi fino a giugno 2022.

Fonte: ANSA  –  https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/12/10/bce-tassi-fermi.amplia-acquisti-bond-di-500-mld-fino-a-2022_37625223-bc7b-4265-b9c9-41831dfa8488.html

Covid: Lagarde, seconda ondata toccherà severamente l’economia

“In generale l’economia della zona euro sarà toccata severamente dalle conseguenze del rapido aumento dei contagi e dal ripristino delle misure di contenimento, ponendo rischi chiaramente al ribasso alle prospettive economiche a breve termine”: lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde parlando alla commissione e con del Parlamento Ue.

“Dopo un rimbalzo forte ma parziale e disomogeneo della crescita del Pil nel terzo trimestre, le ultime indagini e gli indicatori ad alta frequenza segnalano che l’attività economica dell’area dell’euro ha perso slancio nel quarto trimestre”, ha detto Lagarde. “La recrudescenza delle infezioni da Covid-19 sta pesando in particolare sull’attività del settore dei servizi, particolarmente vulnerabile alle misure di distanziamento sociale”, e se l’indice Pmi dice che la produzione manifatturiera ha continuato a migliorare, “l’attività del settore dei servizi si è ulteriormente indebolita ad ottobre”, con conseguenze avvertite soprattutto dai Paesi dipendenti dal turismo e dai viaggi.

Finora, ha spiegato Lagarde, le misure di sostegno prese dai governi hanno aiutato l’occupazione “ma non hanno prevenuto un aumento della disoccupazione in alcuni Paesi”. Inoltre, “i consumatori resteranno molto cauti in un ambiente altamente incerto, dato che le ramificazioni della pandemia stanno minacciando l’occupazione e le prospettive di reddito”.

“Gli investimenti pubblici e le riforme, soprattutto se orientati verso sfide a medio e lungo termine come la sostenibilità ambientale e la digitalizzazione, possono costruire un ponte verso una ripresa di successo e inclusiva”, per questo “il pacchetto Next Generation EU deve diventare operativo senza indugio. Le risorse aggiuntive del pacchetto possono facilitare politiche fiscali espansive, in particolare nei Paesi dell’area dell’euro con un margine di bilancio limitato”, ha detto Lagarde.

“Leggo sempre con interesse tutto quello che dicono i rappresentanti del Parlamento Ue e soprattutto i presidenti, la mia risposta è molto corta: tutto quello che va in quella direzione è contro i trattati, c’è l’articolo 103 che proibisce quel tipo di approccio e io rispetto i trattati”: lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde rispondendo a una domanda dell’eurodeputato Marco Zanni (Lega) sull’ipotesi di cancellazione del debito durante l’audizione alla commissione economica.

La ripresa economica mondiale potrebbe perdere slancio con il nuovo balzo dei casi di Covid-10. “L’incertezza e i rischi sono molto alti”. Lo afferma il Fmi in vista del G20 del fine settimana organizzato dall’Arabia Saudita.

 

Fonte: ANSA – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/11/19/lagarde-seconda-ondata-tocchera-severamente-leconomia-_dd56bd52-13d2-4ab6-95b1-fecef8c2ae8d.html

Bce: la ripresa dell’Eurozona perde slancio più delle attese

“La ripresa economica dell’area dell’euro perde slancio più rapidamente delle attese, dopo il forte, benché parziale e disomogeneo, recupero dell’attività economica nei mesi estivi”. Lo scrive la Bce nel suo bollettino, spiegando che “l’incremento dei casi di Covid-19 e il connesso inasprimento delle misure di contenimento pesano sull’attività, provocando un evidente deterioramento delle prospettive a breve termine”.

“Il perdurante aumento dei tassi di contagio da coronavirus rappresenta un fattore avverso per le prospettive a breve termine e condurrà, con ogni probabilità, a un significativo ridimensionamento della crescita del prodotto nell’ultimo trimestre dell’anno”.

Così la Bce nel suo bollettino, spiegando che “la ripresa continua a essere disomogenea tra i diversi settori, con il settore dei servizi che si rivela il più duramente colpito dalla pandemia, in parte a causa della sua esposizione alle misure di distanziamento sociale”.

“Nell’attuale contesto in cui i rischi sono chiaramente orientati verso il basso, il Consiglio direttivo valuterà con attenzione le informazioni più recenti, inclusi la dinamica della pandemia, le prospettive sul rilascio di un vaccino e l’andamento del tasso di cambio”. Lo scrive la Bce nel suo bollettino, spiegando che “il prossimo esercizio delle proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema, che si svolgerà a dicembre, consentirà un riesame approfondito delle prospettive economiche e del quadro complessivo dei rischi”. Per cui il Consiglio direttivo “ricalibrerà i suoi strumenti, ove opportuno, al fine di rispondere all’evolvere della situazione e di assicurare che le condizioni di finanziamento restino favorevoli per sostenere la ripresa economica”.

 

Fonte: Ansa – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/11/12/bce-la-ripresa-delleurozona-perde-slancio-piu-delle-attese-_81fe4e85-b4cc-431f-9430-196fe0fedfe0.html

Bce lascia i tassi fermi a zero

La Banca Centrale Europea lascia invariati i tassi d’interesse: il tasso principale rimane fermo a zero, il tasso sui depositi resta a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%. Lo comunica la Bce dopo la riunione di politica monetaria. Nell’attuale scenario “con rischi chiaramente al ribasso, valuteremo i dati inclusa la dinamica della pandemia, le prospettive di diffusione di un vaccino e gli sviluppi nel mercato dei cambi e a dicembre sulla base dei dati la Bce “rivedrà i propri strumenti come adeguato”.

“La risalita dei contagi presenta nuove sfide ai sistemi sanitari e alle prospettive di crescita” dell’economia europea, e “la ripresa sta perdendo slancio più rapidamente del previsto”. Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, in conferenza stampa dopo il Consiglio direttivo.

Il “balzo significativo” dei contagi e le misure di contenimento prese da fine estate – ha detto Lagarde – fanno prevedere “un significativo indebolimento dell’attività economica nell’ultimo trimestre” dopo il rimbalzo del terzo trimestre.

Anche se l’Eurozona continuerà a vedere tassi d’inflazione negativi fino ai primi mesi del 2021 – ha detto ancora Lagarde – per via dei prezzi petroliferi e del taglio dell’Iva tedesco, “non vediamo deflazione, è inflazione negativa”.

La Bce fa molto conto sull’implementazione del Recovery fund, che consente alla politica monetaria e alla politica di bilancio europee di andare mano nella mano moltiplicandone l’impatto. E’ necessario che il Recovery fund – ha detto la presidente della Bce – sia accompagnato da spese “efficienti” e da riforme.

Il Consiglio direttivo – spiega un comunicato della Bce – “valuterà attentamente le informazioni che arrivano, inclusa la dinamica della pandemia, la prospettiva di diffusione di vaccini e gli sviluppi sul mercato dei cambi”. Le nuove stime macroeconomiche della Bce, a dicembre, “consentiranno una approfondita rivalutazione delle prospettive economiche” sulla base delle quali “il Consiglio direttivo ricalibrerà adeguatamente i suoi strumenti per rispondere alla situazione che si sta delineando”. Nel frattempo, la Bce conferma gli acquisti di titoli pubblici ‘Pepp’ da 1.350 miliardi “almeno fino a fine giugno 2021 e in ogni caso fino a quando non giudicherà che la fase di crisi del coronavirus è esaurita”. Confermati anche, fino a fine anno, i 20 miliardi al mese di acquisti tramite il rafforzamento da 120 miliardi di euro del vecchio programma App. Nel comunicato, che precede di pochi minuti al conferenza stampa della presidente Christine Lagarde, la Bce punta anche sui nuovi maxi-prestiti Tltro-3, la cui prossima asta è il 9 novembre, definendoli “una attraente fonte di finanziamento per le banche a sostegno dei prestiti a famiglie e imprese”.

 

Fonte: ANSA – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/10/29/bce-lascia-i-tassi-fermi-a-zero_835db39b-f315-43b5-ac7c-438e975c2858.html

La Bce si conferma flessibile

La Bce si conferma flessibile nell’adottare un’azione di politica monetaria appropriata, se e quando necessario. Secondo quanto è emerso oggi dai verbali della riunione di settembre, c’è stato un ampio consenso tra i membri del board della Banca centrale europea sul fatto che non vi fosse spazio per l’autocompiacimento.

Le prospettive a medio termine per la stabilità dei prezzi presentavano rischi chiave al ribasso, principalmente legati alle implicazioni economiche e finanziarie ancora incerte della pandemia, ha sottolineato Francoforte. In particolare, l’Istituto centrale ha notato che l’inflazione è rimasta costantemente al di sotto dei livelli coerenti con l’obiettivo di inflazione e che le aspettative di inflazione sono rimaste a livelli modesti. L’inflazione nell’Eurozona è scesa ulteriormente sotto lo zero, attestandosi a -0,3%, e il tasso di base ha raggiunto il minimo storico dello 0,2%

“Sebbene i dati fossero nel complesso positivi, suggerendo una forte ripresa dell’attività nell’area dell’euro sostanzialmente in linea con le aspettative precedenti”, hanno affermato i banchieri centrali, “i rischi hanno continuato a essere orientati al ribasso e la forza della ripresa è rimasta circondata da una significativa incertezza”.

In questo contesto, il Consiglio direttivo resta disponibile ad adeguare tutti gli strumenti per garantire che l’inflazione si muova verso il suo obiettivo in “modo sostenuto”. Sebbene il Pepp, il programma di acquisti per l’emergenza pandemica, sia attualmente considerato lo strumento principale per fornire ulteriori accomodamenti per la politica monetaria, ulteriori tagli ai tassi ufficiali e modifiche alle condizioni delle operazioni Tltro fanno parte degli strumenti per fornire ulteriori accomodamenti della politica monetaria, se necessario.

Riguardo al Pepp è stata sottolineata l’importanza di mantenere salda la linea sugli annunci precedenti per quanto riguarda la dotazione complessiva che è attualmente di 1350 miliardi. Al tempo stesso, secondo quanto è emerso dalle minute, è stato osservato che il ritmo degli acquisti mensili potrebbe essere ridotto a fronte di minori tensioni sui mercati finanziari. “Questo permetterebbe un rafforzamento dei buffers in caso dovessero riemergere turbolenze di mercato e frammentazione”.

Inoltre, è stato rilevato che da luglio si è registrato un netto apprezzamento del tasso di cambio dell’euro che ha avuto un “impatto significativo” sulle prospettive di inflazione nelle proiezioni dello staff della Bce a settembre. I membri ritengono che un ulteriore apprezzamento del tasso di cambio costituisca un rischio sia per la crescita sia per l’inflazione. Dunque, “è importante evitare l’autocompiacimento e la percezione tra gli investitori che la direzione dei movimenti del tasso di cambio fosse una scommessa unidirezionale”.

Per Citigroup la Bce potrebbe espandere il suo programma di acquisto di obbligazioni per il coronavirus entro dicembre, ma è improbabile che ciò influisca materialmente sull’euro. In particolare, gli economisti di Citigroup si aspettano che la Bce ampli il programma di acquisti di emergenza di 500 miliardi di euro per sostenere l’economia della zona euro fino al 2021. “Riteniamo che le implicazioni per l’euro siano limitate in un momento in cui
l’attenzione è rivolta alla ripresa globale”, hanno concluso a Citigroup. Al momento il cambio euro/dollaro viaggia a 1,17644 (+0,07%).

È invece improbabile, secondo Spyros Andreopoulos, economista senior di Bnp Paribas Markets 360, che Francoforte “segua formalmente il nuovo approccio all’inflazione della Fed a un target di inflazione media, una strategia per compensare prezzi troppo bassi in passato. L’esperto di Bnp Paribas, citato dall’agenzia Mf-DowJones, non esclude completamente una mossa di questo tipo, ma pensa che non sia probabile. La Bce può, tuttavia, “affermare che sarà più tollerante con un’inflazione superiore al 2%”, ha concluso Andreopoulos.

 

Fonte: Milano Finanza – https://www.milanofinanza.it/news/la-bce-si-conferma-flessibile-202010081419206993