Bce: timori su alcun casi gestione banche

La Bce mantiene stabili “i requisiti e gli orientamenti di capitale complessivi in termini di capitale CET1 al 10,6%” ma lancia l’allarme per alcuni casi di gestione e di condotta delle banche europee. E’ quanto afferma la vigilanza di Francoforte al termine del processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP) del 2019. La sorveglianza parla di alcuni casi di “gestione inefficace da parte degli organi di amministrazione e di lacune nei controlli interni” oltre che “rischi di condotta” di alcune banche europee, con aree di “notevole deterioramento”.
Francoforte annuncia così che intensificherà “la valutazione della sostenibilità dei modelli imprenditoriali e continuerà a richiedere alle banche di accrescere l’efficacia dei loro organi di amministrazione”.

SOLO SEI SU 109 SOTTO SOGLIA CAPITALE, ITALIANE SENZA SORPRESE. La vigilanza Bce si dice “sostanzialmente soddisfatta del livello complessivo di adeguatezza patrimoniale degli enti significativi sottoposti alla nostra vigilanza”. Lo afferma Andrea Enria, Presidente del Consiglio di vigilanza di Francoforte al termine dell’esercizio Srep nel quale “la maggior parte degli enti significativi detiene livelli di capitale Cet1 superiori ai requisiti e agli orientamenti patrimoniali complessivi”. Le banche italiane avevano diffuso i loro requisiti già lo scorso dicembre. Sei delle 109 banche comprese nel ciclo SREP 2019 hanno mostrato livelli di CET1 inferiori agli orientamenti di secondo pilastro.

PREOCCUPANO BASSI UTILI. la maggior parte delle banche europee soffre di bassa redditività. E’ l’allarme della vigilanza Bce al termine dell’esercizio Srep su 108 istituti del Continente secondo cui “una valutazione dei modelli imprenditoriali ha mostrato che gli utili della maggior parte degli enti creditizi significativi sono inferiori al costo del capitale”. Questo, spiega Francoforte “ostacola la loro capacità di generare capitale in modo organico e di emettere nuovo capitale di rischio.

ENRIA, DA NOI NESSUN OSTACOLO A FUSIONI. La vigilanza Bce non pone “alcun ostacolo” alle fusioni fra banche nazionali o di diversi paesi. E’ quanto afferma il presidente della vigilanza Andrea Enria riconoscendo che vi siano ostacoli di natura normativa. “Ci sono dei segnali che i manager bancari” stiano pensando ad operazioni di aggregazioni, ha detto, rilevando che alcune a livello nazionale sono già avvenute. La Bce comunque fornirà chiarimenti per “dissipare i dubbi” dei mercati che la ritengono contraria o comunque con “effetti negativi” impliciti sui progetti di fusione.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2020/01/28/bcetimori-su-alcun-casi-gestione-banche_945166eb-e1ec-4d89-afe6-d49c4a72e539.html

Banche europee, Moody’s abbassa l’outlook da stabile a negativo

Peggiora lo scenario per i gruppi bancari del Vecchio continente. E a penalizzarli è l’andamento incerto dell’economia. Moody’s ha rivisto al ribasso l’outlook per le banche europee portandolo da stabile a negativo, con particolare riferimento agli istituti bancari tedeschi e britannici, i principali d’Europa. L’agenzia di rating ha spiegato che l’indebolimento delle prospettive economiche in buona parte dell’area provocherà un peggioramento della qualità dei prestiti e della redditività.

Nel caso delle banche dell’Eurozona l’outlook è negativo in quanto la decelerazione dell’economia e il protrarsi della politica monetaria accomodante eroderà una già debole redditività. Nel Regno Unito le prospettive per le banche sono inoltre negative perché l’incertezza legata alla Brexit indebolirà le condizioni operative e rallenterà la domanda di credito. Non solo. Anche la forte concorrenza e i tassi d’interesse bassi peseranno sulla redditività. Come sottolinea Carola Schuler, analista del settore bancario di Moody’s, «i sistemi bancari del Regno Unito e della Germania rappresentano la maggior parte delle attività bancarie della regione e questo porta in negativo l’outlook complessivo».

Si mantiene stabile, invece, l’outlook per le banche nordiche, complice la crescita economica che, pur in rallentamento, continuerà a dare sostegno al settore bancario. Anche nei Paesi del Centro-Est Europa la crescita sarà più lenta, ma resterà sempre maggiore di quella dell’area euro e alimenterà le opportunità di business per le banche. Ma il forte incremento dei prestiti indebolirà la solidità del capitale e le riserve di liquidità.

Nella Comunità di Stati Indipendenti (Csi) le condizioni operative resteranno stabili nonostante il rallentamento economico, i crediti deteriorati continueranno a diminuire e la redditività beneficerà della riduzione degli accantonamenti per perdite sui prestiti.

Fonte: IlSole24Ore  –  https://www.ilsole24ore.com/art/banche-europee-moody-s-abbassa-l-outlook-stabile-negativo-ACgVPg4

Moody’s rivede outlook banche, da negativo a stabile

L’outlook di Moody’s sulle banche italiane passa da negativo a stabile. Lo comunica l’agenzia di rating spiegando che le aspettative per il 2020 sono di un’ulteriore progressiva riduzione dei crediti deteriorati. Le condizioni di finanziamento delle banche miglioreranno, spiega ancora l’agenzia, e il loro capitale rimarrà stabile.

“Prevediamo che i prestiti problematici delle banche italiane scenderanno nel 2020 per il quinto anno consecutivo – ha dichiarato Fabio Iannò, vicepresidente senior di Moody’s -. Tuttavia, secondo i dati dell’Autorità bancaria europea, il loro rapporto dell’8% rimane più che doppio rispetto a quello della media dell’Unione europea pari al 3%. Teniamo anche conto delle nostre previsioni per una crescita debole ma positiva del Pil italiano e delle nostre prospettive stabili sul rating del debito sovrano italiano”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/12/04/moodys-rivede-outlook-banche-da-negativo-a-stabile_bfae52e5-c715-479d-84db-627b8921246c.html

Le banche in Italia hanno Btp per 405 miliardi

Mentre si attende l’esito delle aste dei Btp e dei Ctz di stamattina, dalle rilevazioni della Bce emerge che alla fine di ottobre le banche con sede in Italia avevano in pancia titoli di Stato nazionali per un controvalore pari a 405,471 miliardi di euro, un valore in leggera diminuzione rispetto ai 410,972 miliardi di fine settembre, il massimo da tre anni.

Quanto al collocamento di oggi, Via XX settembre offre Btp febbraio 2025 per un ammontare tra 1,75 e 2,25 miliardi di euro, al 2030 tra 2,25 e 2,75 miliardi e Ccteu al 2025 tra 500 e 750 milioni. Ieri il Tesoro italiano ha collocato in asta 6,5 miliardi di Bot a sei mesi, con un rendimento stabile a -0,215% e domanda per quasi 10 miliardi.

Sul secondario, lo spread Btp/Bund ha aperto poco mosso a 157 punti base e al momento è a 159 punti. Nelle ultime sedute, i Btp hanno perso terreno nei confronti dei Bund, con il differenziale tra i due decennali tornato verso i 160 punti.

Intanto sempre dalle statistiche della Bce risulta un aumento dei finanziamenti da parte delle banche della zona euro, senza però l’effetto Qe che Bruxelles ha riavviato a novembre. A ottobre infatti i prestiti alle famiglie hanno avuto una crescita del 3,5% anno su anno, in accelerazione rispetto al +3,4% di settembre e ai massimi da inizio 2009. I prestiti alle imprese sono saliti del 3,8% anno su anno, dal +3,6% del mese precedente, restando però sotto i livelli registrati all’inizio dell’anno.

Le statistiche dei prossimi mesi, dunque, permetteranno di capire se la nuova versione del Qe, rilanci la propensione delle banche a fornire credito all’economia reale. Nel frattempo, oggi pomeriggio la Germania comunicherà l’inflazione preliminare di novembre.

Inoltre la massa monetaria M3 dei Paesi dell’Eurozona ha registrato a ottobre un incremento del 5,6% su base annuale, superiore al dato registrato a settembre e al consenso degli economisti, entrambi al +5,5%. Il dato spesso rappresenta un indicatore delle attività future.

Fonte: Milano Finanza  –  https://www.milanofinanza.it/news/le-banche-in-italia-hanno-btp-per-405-miliardi-201911281119215910

Moody’s: la Grecia ha superato l’Italia nella vendita di crediti deteriorati

Le banche europee continuano a ridurre i prestiti in sofferenza e quest’anno la Grecia ha superato l’Italia nella vendita. E’ quanto sottolineano gli esperti di Moody’s in un report pubblicato oggi in cui riportano che i crediti deteriorati in pancia alle banche europee sono scesi a 662,9 miliardi di euro a marzo di quest’anno dai 714,1 miliardi della fine del terzo trimestre del 2018.

Tra le banche europee, quelle italiane hanno lo stock più alto di non performing loans a 144,9 miliardi alla fine del primo trimestre, in pratica l’8,3% dei prestiti totali (nell’ultima pubblicazione di Banca d’Italia “Banche e Moneta” in valori assoluti le sofferenze lorde delle banche italiane sono scese a luglio a 88,24 miliardi di euro dai 90,035 miliardi di giugno, in lieve rialzo quelle nette a 32,074 miliardi da 31,834 miliardi del mese precedente). L’incidenza degli npl sul totale degli asset, precisa Moody’s, era, invece, pari alla stessa data al 41,4% per le banche greche con uno stock di 84,3 miliardi. E quest’anno la Grecia ha superato l’Italia come il Paese più attivo nella vendite di npl con 12,8 miliardi di transazioni a luglio.

Nel corso degli ultimi tre anni, osservano ancora a Moody’s, gli npl in pancia alle banche europee sono scesi grazie alle cartolarizzazioni, uno strumento utilizzato soprattutto in Italia. Il 20 marzo il governo italiano ha, infatti, rinnovato per due anni la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze, la cosiddetta Gacs, che era giunta a scadenza il 6 marzo. Lo strumento, ricorda l’agenzia di rating, facilita la cartolarizzazione degli npl e non è considerato un aiuto di Stato. Attualmente Moody’s conta 21 cartolarizzazioni di crediti deteriorati chiuse nel 2018 e nel 2017.

“Negli ultimi tre anni i cedenti hanno utilizzato la cartolarizzazione per ridurre lo stock di crediti deteriorati, principalmente in Italia, Paese seguito da Irlanda, Portogallo e, più recentemente, dalla Spagna”, afferma Maria Turbica Manrique, vicepresidente analista senior presso Moody’s, convinta che ci siano “ancora potenziali ulteriori riduzioni di Npl”.

Le banche italiane, spagnole e portoghesi hanno migliorato la loro qualità patrimoniale lo scorso anno scaricando consistenti volumi di attività deteriorate (crediti deteriorati e immobili recuperati). Moody’s si aspetta che tali cessioni continuino in tutti e tre i Paesi, anche in scia alle pressioni normative sulle banche europee per migliorare la qualità del capitale.

Fonte: Milano Finanza  –  https://www.milanofinanza.it/news/moody-s-la-grecia-ha-superato-l-italia-nella-vendita-di-crediti-deteriorati-201909261339474119

Banche, Abi: tassi ancora giù, ai nuovi minimi storici

Costo del denaro mai così basso. Secondo il rapporto mensile dell’Abi, i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento sono scesi ad agosto a nuovi minimi storici. In particolare il tasso medio sui mutui casa è sceso all’1,68% dall’1,69% di luglio (5,72% a fine 2007, prima della crisi), mentre quello sui finanziamenti alle imprese è calato all’1,25% dall’1,37% di luglio (5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è sceso ad agosto al 2,52% dal 2,54% del mese precedente (6,1% a fine 2007).

I prestiti bancari sono ancora in aumento, grazie soprattutto al buon andamento dei mutui e dei finanziamenti alle famiglie. Ad agosto, secondo quanto emerge dal rapporto dell’Abi, i prestiti a famiglie e imprese ammontano, nello stesso mese, a 1.283 miliardi di euro, con un aumento dello 0,9% su base annua, registrando un incremento analogo a quello di agosto. Secondo gli ultimi disponibili di luglio, in particolare, si conferma la crescita del mercato dei mutui (+2,4% su base annua) e dei prestiti alle famiglie in generale (+2,5%), mentre i prestiti alle imprese segnano il passo (-0,4%). Quanto alla raccolta, l’Abi precisa che ad agosto 2019 quella da clientela del totale delle banche in Italia, rappresentata dai depositi a clientela residente e dalle obbligazioni è salita del 5,2% rispetto ad un anno prima a 1.802,5 miliardi di euro (+4,2% il mese precedente a 1.560 miliardi). In particolare una decisa crescita si registra per i depositi (+6,6%) mentre le obbligazioni continuano a diminuire (-3,3% a circa 242 miliardi di euro).

I prestiti bancari sono ancora in aumento, grazie soprattutto al buon andamento dei mutui e dei finanziamenti alle famiglie. Ad agosto i prestiti a famiglie e imprese ammontano, nello stesso mese, a 1.283 miliardi di euro, con un aumento dello 0,9% su base annua, registrando un incremento analogo a quello di agosto. Secondo gli ultimi disponibili di luglio, in particolare, si conferma la crescita del mercato dei mutui (+2,4% su base annua) e dei prestiti alle famiglie in generale (+2,5%), mentre i prestiti alle imprese segnano il passo (-0,4%). Quanto alla raccolta, l’Abi precisa che ad agosto 2019 quella da clientela del totale delle banche in Italia, rappresentata dai depositi a clientela residente e dalle obbligazioni è salita del 5,2% rispetto ad un anno prima a 1.802,5 miliardi di euro (+4,2% il mese precedente a 1.560 miliardi). In particolare una decisa crescita si registra per i depositi (+6,6%) mentre le obbligazioni continuano a diminuire (-3,3% a circa 242 miliardi di euro).

Le sofferenze bancarie, al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dagli istituti di credito con proprie risorse, a luglio 2019 sono risultate pari a 32,1 miliardi di euro, in lieve aumento rispetto ai 31,8 miliardi di giugno, ma in calo rispetto ai 40,1 miliardi di luglio 2018 (-8 miliardi pari a -20,1%) e ai 66,5 miliardi di luglio 2017 (-34,4 miliardi pari a -51,8%). Lo rileva il rapporto mensile dell’Abi. La riduzione, precisa l’associazione bancaria, è di quasi 57 miliardi (pari a -63,9%) se si considera il livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi). Il rapporto sofferenze nette e impieghi totali si è invece attestato all’1,84% (2,32% a luglio 2018, 3,86% a luglio 2017 e 4,89% a novembre 2015).

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/09/17/banche-abi-tassi-ancora-giu-ai-nuovi-minimi-storici_149b4249-5fd8-4295-8cb3-049ae3d0c950.html

Bce: Abi, regole ostacolano credito Pmi

“La trasmissione della politica monetaria accomodante sulle imprese e sulle famiglie, attraverso il canale del credito” può “oggi trovare ostacoli in misure regolamentari che, pur nel condivisibile obiettivo di aumentare la stabilità del settore bancario, riducono fortemente la capacità di erogare credito soprattutto alle imprese di più piccole dimensioni e che maggiormente soffrono nelle fasi di ciclo economico negativo”. E’ quanto si legge nella lettera inviata dai vertici Abi al presidente della Bce Mario Draghi in vista delle decisioni del consiglio direttivo dove chiedono anche “la necessità che la prosecuzione di una politica monetaria altamente accomodante sia accompagnata da misure che ne mitighino gli effetti negativi sulla redditività delle banche, quali, ad esempio, un sistema a più livelli per la remunerazione delle riserve detenute presso la Banca Centrale”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/09/11/bce-abi-regole-ostacolano-credito-pmi_902dae9b-2a0b-4d94-bb87-b71e84ffa561.html

Banche: in arrivo cessioni 36mld crediti

Arriva, ad autunno, una nuova ondata di cessioni di crediti per le banche italiane dopo le pulizie comunque proseguite in estate. Con una stagnazione del’economia oramai certificata e in attesa di una lunga fase di tassi negativi o a zero, gli istituti di credito, sotto la spinta della vigilanza, hanno in programma di cedere fra Npl e Utp (inadempienza probabili) circa 36,6 miliardi nei prossimi mesi, come calcola PwC, che si sommeranno agli 11,7 realizzati nel terzo trimestre. Una grossa spinta arriverà dalla garanzia statale Gacs.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/09/01/banchein-arrivo-cessioni-36mld-crediti_0ba47e6d-fe94-48d0-b2e4-538256f2db0a.html

Brexit: Bce, via da Gb banche con 1300mld

Una ‘hard’ Brexit porterà 24 banche basate nel Regno Unito, con asset per 1300 miliardi di euro, a spostarsi verso l’Eurozona. Lo afferma il responsabile della vigilanza della Bce, l’italiano Andrea Enria in un’intervista alla televisione finlandese Yle, secondo cui 7 finiranno direttamente sotto la sorveglianza di Francoforte e le restanti 17 sotto quella delle autorità di vigilanza nazionali dei paesi che sceglieranno nel trasloco. Enria, secondo quanto si legge nell’intervista riportata dal sito della Bce, ha rilevato come la vigilanza abbia “spinto le banche a predisporre tutti i preparativi necessari” in modo da continuare a servire i loro clienti nella Ue, che sono stati eseguiti e quindi ora “sono preparate”. Tuttavia si tratta di un “evento che può essere sempre accompagnato da shock e turbolenze nei mercati finanziari” che “ci darà mal di testa” e che avrà ripercussioni “sulle attività macroeconomiche”.

Fonte: ANSA  –  http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/08/28/brexitbce-via-da-gb-banche-con-1300mld_2bb90156-5623-4ca8-9297-a0642611f034.html

Banche: Ue dà ragione a Italia su Fitd

Non ci fu ‘aiuto di Stato’ nei fondi concessi dal Fondo Interbancario (Fitd) alla Popolare di Bari per il salvataggio di Tercas nel 2014 e bocciato dall’Antitrust Ue all’epoca. Il tribunale Ue accogliendo il ricorso dell’Italia e della Bari (sostenuto dalla Banca d’Italia) ha così annullato la decisione della Commissione Ue “che non ha dimostrato che i fondi concessi a Tercas a titolo di sostegno del Fitd (dove assisteva al consiglio un rappresentante di Bankitalia ndr) fossero controllati dalle autorità pubbliche italiane”. Il Fitd, scrivono i giudici, ha agito in modo autonomo al momento dell’adozione dell’intervento a favore di Tercas e la Commissione non ha dimostrato “il coinvolgimento delle autorità pubbliche italiane nell’adozione della misura in questione”.

“Grande soddisfazione” dell’Abi per la decisione del Tribunale Ue che ha escluso l “aiuto di Stato” nel salvataggio del Fitd di Tercas del 2014. Ora, affermano il presidente Patuelli e il dg Sabatini, la “Commissione Europea rimborsi i risparmiatori e le banche concorrenti danneggiate dalle conseguenze delle sue non corrette decisioni che hanno imposto nel 2015 la risoluzione delle “quattro banche” e altri interventi di salvataggio bancario più onerosi delle preventive iniziative del Fitd che “trae nuova legittimità per recuperare in pieno le sue funzioni statutarie”.

Fonte: ANSA – http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/03/19/bancheue-da-ragione-a-italia-su-fitd_88835636-f141-427a-887b-f643631dde2e.html