Monito di Visco alla Bce: un’anomalia i tassi negativi sui titoli di Stato

Monito di Ignazio Visco alla Bce. I tassi d’interesse negativi applicati sui titoli di Stato di alcuni paesi rappresentano un’anomalia che “solo alcuni anni fa era inimmaginabile”, ha detto ieri il governatore di Banca d’Italia a un evento organizzato dall’Institute of International Finance a margine degli incontri annuali del Fondo monetario internazionale. “E’ la parte meno convenzionale dell’attuale politica monetaria e sono una conseguenza dell’incapacità delle economie avanzate ad aumentare la produttività”, ha spiegato Visco. Per adesso “non abbiamo notato effetti negativi sostanziali sui margini delle banche, ma bisogna fare attenzione nell’andare avanti per questa via”.

Lo stesso Fmi, come riportato da MF-Milano Finanza, ieri in un rapporto ha evidenziato i pericoli dei tassi negativi, abbassati dalle Banche centrali per stimolare investimenti, crescita e inflazione. Tuttavia se lo scenario permane per un lungo periodo, come i banchieri centrali sanno bene, i benefici si riducono e i rischi aumentano, a detta del Fondo monetario internazionale.

Comunque per Visco la politica monetaria della Banca centrale Europea “è appropriata alle condizioni cicliche congiunturali e prospettiche dell’area dell’euro” e non dovrebbe cambiare con il passaggio di consegne da Mario Draghi a Christine Lagarde. Certo che “se i fatti non migliorano, la politica monetaria resterà come adesso e cioè altamente espansiva. Il problema è che ci vogliono altre politiche e questo è responsabilità più generale e va al di fuori della Bce”. In precedenza, il numero uno di Via Nazionale aveva sottolineato come la politica monetaria deve essere agevolata anche da una politica di bilancio efficace, soprattutto nei paesi dove questo è possibile perché c’è un ampio spazio fiscale.

Visco ha anche fatto il punto sullo stato di salute del sistema creditizio italiano. Le banche italiane hanno compiuto grandi progressi nel ripulire i bilanci dai crediti in sofferenza, frutto della passata crisi internazionale. Ma gli istituti tricolori più piccoli “hanno più difficoltà a pulire i bilanci”. E, oltre ad andare di più sul mercato sarebbero utili nuove aggregazioni.

Quali sono le banche che preoccupano di più il governatore? Innanzitutto, l’Italia ha 12 banche “significative”, relativamente grandi. Poi, al netto delle banche di credito cooperativo, che sono state raggruppate in due gruppi, che sono anch’esse significative e che saranno gestite insieme, abbiamo circa 120 banche. Di queste una larga parte sono banche molto piccole, con attivi al di sotto di 1-1,5 miliardi di euro. Queste banche, ha sottolineato Visco, “hanno più difficoltà a pulire i loro bilanci: probabilmente dovrebbero provare ad andare di più sul mercato e dovrebbero essere assistite se non fossero in grado”.

Secondo il numero uno di Banca d’Italia “alla fine guardando le banche non ci sono problemi se questo processo è fatto in modo ordinato. In questo caso stiamo cercando modalità ordinate e anche ad aggregazioni e consolidamento che dovrebbe esserci ancora. Non solo queste (piccole, ndr) banche ma anche le più grandi devono impegnarsi di più nel pulire i bilanci. Ma ora sono in forma migliore e anche i rendimenti sono più vicini alla normalità”. Non solo. Secondo Visco le banche italiane “devono impegnarsi nella riduzione dei costi investendo in tecnologia. Ci sono alcuni miglioramenti ma non abbastanza nell’affrontare il cambiamento tecnologico e i servizi ad alto valore aggiunto sono indietro”.

Fonte: Milano Finanza  –  https://www.milanofinanza.it/news/monito-di-visco-alla-bce-un-anomalia-i-tassi-negativi-sui-titoli-di-stato-201910180958154698

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