Con le dovute distinzioni legate ai diversi trend settoriali e alle diverse tipicità di business, l’analisi preliminare dei bilanci 2016, realizzata da CRIF Credit Solutions su un campione chiuso di circa 227.000 imprese, restituisce un quadro di netto miglioramento.
Lo si può vedere dall’andamento del valore della produzione che cresce del 3,2%, accompagnato da precise strategie aziendali rivolte al progressivo e continuo contenimento dei costi che negli ultimi anni hanno generato una redditività in crescita. L’ebit, invece, si colloca al 4.2% in rapporto al valore della produzione, risultando in aumento rispetto al 2015. Ma ciò che risulta ancora più interessante e che ripristina le basi per lo sviluppo futuro è la ripresa degli investimenti.
A conferma di quanto rilevato nel conto economico del Pil, che nel 2016 mostra una ripresa di oltre il 3% degli investimenti fissi lordi, sostenuti prevalentemente dalla componente dei mezzi di trasporto (+27,3%), risultano in recupero anche le immobilizzazioni complessive e, in modo particolare, quelle immateriali.
Il recupero di questo tipo di investimenti, come la ricerca e sviluppo, brevetti, concessioni, licenze e marchi e, più in generale, nei beni non tangibili il cui effetto si manifesta in più esercizi, riflette un ritrovato interesse da parte delle imprese italiane per strategie di sviluppo di lungo periodo.
A fronte di una contrazione che nel 2015 era risultata pari a circa -4%, nel 2016 le immobilizzazioni immateriali registrano infatti una crescita del 14%.
Meno brillante ma pur sempre positivo è l’aumento di quelle materiali, ovvero gli investimenti dedicati ai beni di uso durevole che concorrono all’attività d’impresa. Terreni, fabbricati, impianti, attrezzature, tornano di interesse per le nostre imprese, facendo registrare complessivamente una crescita di questa tipologia di immobilizzazioni del 3% circa.
L’arricchimento dei fattori produttivi interni all’impresa sono sicuramente una conditio per lo sviluppo e, dopo anni di scarse dinamiche su questo fronte, il ritorno all’investimento delle imprese dipinge un quadro prospettico di maggiore fiducia.
Questa dinamica è stata trainata prevalentemente dalle grandi aziende che mostrano i tassi di crescita delle immobilizzazioni più elevati (+17% immateriali, +5 materiali) mentre restano ancora sostanzialmente ferme le imprese più piccole, maggiormente colpite dalla crisi, che non hanno ancora recuperato la solidità necessaria per tornare a investire.
Fonte: CRIF – https://www.crif.it/area-stampa/comunicati-stampa/2017/agosto/analisi-preliminare-bilanci-2016/