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Alcuni approfondimenti sulla Tecnica economica di trasformazione di dividendi in plusvalenze in previsione del bilancio. L’investimento in valori mobiliari rappresentativi di capitale di rischio è suscettibile di generare due fondamentali tipologie di proventi:
- i dividendi, cioè la parte di utili di cui l’assemblea dei soci delibera la distribuzione
- le plusvalenze (o capital gain), cioè il maggior valore acquisito dalle partecipazioni per effetto di favorevoli condizioni di mercato, dell’avviamento dell’azienda (c.d. goodwill), di manovre speculative e, non da ultimo, degli utili prodotti.
Tuttavia, l’investimento nei predetti valori mobiliari:
- puó non generare alcun dividendo, il che si verifica ogni qualvolta l’assemblea dei soci non delibera la distribuzione degli utili e ogniqualvolta la societá non produca utili
- ed è suscettibile di generare minusvalenze (o capital losses), derivanti da sfavorevoli condizioni di mercato, dall’avviamento negativo dell’azienda (badwill), da manovre speculative e, non da ultimo, dall’incasso di dividendi che, a paritá di condizioni, depauperano la societá delle relative risorse finanziarie o beni in natura distribuiti.
Ebbene, la tecnica dividend washing (o dividend stripping) non è altro che una modalitá alternativa di incasso dei dividendi.
Trattasi, perció, di un tipico fenomeno economico.
Il possessore delle partecipazioni preferisce – per le piú svariate motivazioni – incassare il dividendo … realizzando una plusvalenza.
Si supponga il seguente semplice caso:
due societá Alfa e Beta costituiscono la societá Omega, conferendovi denaro per 5.000 ciascuno e ricevendo ciascuno in cambio il 50 per cento delle quote sociali; alla fine del primo esercizio sociale, la societá produce utili per 1.000; l’assemblea dei soci della societá Omega delibera la distribuzione di dividendi per 800, da attribuire per 400 sia alla societá Alfa sia alla societá Beta, destinando la rimanente parte di utili a riserva legale e statutaria.
Ebbene, mentre la societá Alfa incassa il dividendo di 400, la societá Beta cede alla societá Gamma la sua quota di partecipazione nella societá Omega al valore di 5.400 (pari alla somma tra valore iniziale del conferimento e dividendo da distribuire), realizzando in tal modo una plusvalenza pari a 400. Gamma incassa il dividendo per 400 e retrocede a Beta al valore di 5.000 le partecipazioni previamente acquisite al valore di 5.400; il prezzo di retrocessione di 5.000 discende dal fatto che – a paritá di condizioni – il valore delle partecipazioni risulta diminuito per 400. Gamma sopporta, perció, una minusvalenza pari a 400.
Come puó notarsi, il dividendo totale di 800 risulta giuridicamente incassato per un ammontare pari a 400 da Beta e per il restante ammontare dal socio Gamma subentrato a Beta(1).
Tuttavia – ed è qui il punto – sul versante economico Gamma non si è né arricchita né impoverita a seguito dell’incasso dei dividendi e della retrocessione delle partecipazioni. Il vero soggetto arricchito dalla distribuzione del dividendo è Beta, la quale risulta averformalmente realizzato una plusvalenza e non aver incassato alcun dividendo.
Ebbene, intanto la tecnica del dividend washing è configurabile in quanto rimanga sostanzialmente immutata la situazione iniziale, in cui soci della societá Omega erano Alfa e Beta. Il che equivale a dire che il ruolo di Gamma è di mero soggetto interposto, che non subisce alcun arricchimento né impoverimento dall’acquisizione della partecipazione, dalla distribuzione dei dividendi e dalla retrocessione delle partecipazioni. Infatti, Gamma riveste la qualifica di socio della societá Omega lo stretto tempo necessario per l’incasso dei dividendi.
Se, viceversa, Gamma non dovesse procedere alla retrocessione delle partecipazioni a Beta, non potrebbe configurarsi alcun fenomeno di dividend washing, in quanto la posizione di Gamma non si qualificherebbe come economicamente neutrale.
Infatti, fermo restando l’arricchimento di Beta per 400 a seguito della cessione delle partecipazioni per 5.400, con l’incasso del dividendo Gamma pareggia, per cosí dire, il maggiore valore di 400 riconosciuto a Beta in sede di acquisizione delle partecipazioni e diviene egli stesso investitore nella societá Omega, subentrando al socio Beta e acquisendo, in tal modo, il diritto alla percezione dei dividendi che la societá produce dal momento in cui egli è divenuto socio.
In sintesi, la tecnica del dividend washing consente a un socio di incassare dividendi travestiti da plusvalenze realizzate.
Stando cosí le cose, il legislatore tributario non puó che prendere atto di tale fenomeno economico e mirare a equiparare il trattamento tributario dei dividendi incassati con quello delle plusvalenze realizzate, al fine di evitare facili arbitraggi fiscali tra le due tipologie reddituali.
Perció, da un punto di vista tributario, la tecnica del dividend washing altro non rappresenta che un tipico arbitraggio fiscale tra il regime tributario dei dividendi e quello delle plusvalenze/minusvalenze.
Fonte: http://www.fiscooggi.it/ |