Fondi comuni, obbligazionari e flessibili trainano la raccolta

Il risparmio gestito ha attraversato agosto a velocità di crociera: Assogestioni, l’associazione di categoria delle società di gestione presenti in Italia, comunica che lo scorso mese gli investitori hanno versato 8,6 miliardi di euro nei prodotti dell’industria (rispetto ai 10,4 miliardi di luglio), suddivisi tra i 5,1 miliardi accreditati ai fondi comuni e i 3,5 miliardi alle gestioni di portafoglio. Le nuove entrate alzano gli incassi dell’industria del risparmio gestito tricolore a quasi 76 miliardi da inizio anno, un ammontare già superiore ai 56 miliardi totali del 2016, che era stato un anno meno esplosivo dopo il boom di flussi del 2015 (141 miliardi) e del 2014 (133 miliardi). 
Il patrimonio gestito totale è così salito al record di 2032 miliardi, grazie anche all’incremento di valore, stimato al 2,3% medio rispetto al mese precedente.

Fondi comuni di investimento spinto da flessibili e obbligazionari 
Tra i soli fondi comuni le sottoscrizioni hanno premiato gli strumenti flessibili (+1,8 miliardi), gli obbligazionari (+1,4 miliardi) e i bilanciati (+1,3 miliardi), mentre gli azionari hanno raccolto 184 milioni. Nei monetari sono stati parcheggiati 357 milioni e i fondi hedge, dedicati a investitori con disponibilità di grandi capitali, hanno rastrellato 35 milioni. E’ intuibile che il momento difficile dei mercati finanziari durante l’estate e le prospettive di turbolenza in autunno abbiano avallato la tendenza dei collocatori a convogliare i risparmi verso prodotti adatti a chi è incline alla prudenza; nelle categorie dei flessibili e degli obbligazionari, infatti, vengono classificati i fondi a scadenza>>, che hanno caratteristiche più simili a un’obbligazione, quali una durata predefinita, magari una cedola e, spesso, un profilo di rischio medio-basso. Nei flessibili, che hanno aumentato i consensi rispetto a luglio (da 1,7 a quasi 1,8 miliardi), ci sono fondi che permettono ai gestori di spostarsi tra azioni, obbligazioni e altri tipi di titoli, o che promettono un rendimento complessivo assoluto, sganciato dall’andamento delle singole attività. Gli obbligazionari, viceversa, hanno registrato un calo di adesioni (da 2,4 a 1,4 miliardi), come i bilanciati (da 1,5 a 1,3 miliardi).

Però la risposta dei mercati è stata beffarda, perché le emissioni governative e societarie dell’area euro – soprattutto quelle tedesche e italiane – e dei mercati emergenti hanno dato ritorni positivi (tra lo 0,2% e l’1,4% a seconda delle aree), a fronte delle scivolate dei listini azionari (-1,1% in media). L’accaduto, comunque, di per sé non pregiudica un’allocazione del capitale in linea con il profilo di rischio dei risparmiatori, volto al lungo periodo più che alle oscillazioni di breve, e la composizione del patrimonio del singolo fondo, che dovrebbe riuscire a massimizzare i risultati grazie alla selezione dei titoli nell’ambito del suo mandato.

L’industria si assesta 
In testa alla classifica per masse gestite stanno saldamente il Gruppo Generali con 476 miliardi (+319 milioni la raccolta di agosto) e Intesa Sanpaolo con 389 miliardi, che primeggia pure per il valore delle sottoscrizioni, che sfiorano 1,8 miliardi. In terza posizione c’è Amundi Group, che da luglio include ufficialmente le attività di Pioneer Investments acquisite da Unicredit, con 198 miliardi di patrimonio e quasi un miliardo di raccolta. L’altro campione di entrate è il gruppo Poste italiane, che ha incamerato nuove quote per 1,9 miliardi in un perimetro di gestione pari a 80 miliardi. Gli altri 54 gestori censiti nella statistica mensile di Assogestioni si dividono il restante 42% del patrimonio gestito totale.

La concentrazione dell’industria sta muovendo gli interessi dei protagonisti, ma anche di chi osserva con interesse l’opportunità di nicchie di mercato. Sono notizie recenti, infatti, l’unione delle attività di Schroders Wealth Management, che riguarda la fetta più abbiente di risparmiatori, a Banca Sella Patrimoni e l’accordo che affida a Wood & Co, una casa di investimento attiva nell’Europa centrale e orientale, la distribuzione a clienti istituzionali dei fondi e dei mandati di DekaBank, la banca di investimento di tutte le casse di risparmio tedesche (indirettamente controllata dallo stato) che ha attività in gestione per 250 miliardi di euro.

Fonte: IlSole24Ore  –  http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-09-25/fondi-comuni-obbligazionari-e-flessibili-trainano-raccolta-205646.shtml?uuid=AEtHvYZC

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