La crescita dell’Eurozona prosegue a un ritmo sostenuto e su base ampia e la ripresa risulta in qualche modo più rapida delle attese. Ha esordito così in conferenza stampa il presidente della Bce, Mario Draghi, al termine della riunione odierna del direttivo che ha lasciato, come previsto, i tassi fermi ed eliminato dal comunicato dell’Istituto centrale europeo la frase sul possibile incremento dell’entità e della durata del Qe in caso di peggioramento dell’outlook.
Decisioni assunte in modo “unanime”, ha precisato Draghi. D’altra parte un peggioramento dello scenario tale da portare
all’incremento del Qe per entità e durata è ora “improbabile”. In realtà, ha rivelato, “c’è stata molta più discussione su altri possibili cambiamenti nei prossimi mesi”.
Oggi la Banca centrale europea ha lasciato invariate le stime di crescita e inflazione per il triennio 2018-2020 ad eccezione della previsione per l’inflazione del prossimo anno, rivista leggermente al ribasso, e di quella per la crescita di quest’anno, al contrario, rivista lievemente al rialzo.
Il livello dei prezzi al consumo nei prossimi anni resterà comunque al di sotto del target Bce di circa il 2%. Nelle nuove stime trimestrali elaborate dallo staff di Francoforte, e diffuse oggi, la previsione di crescita per il 2018 è stata alzata a 2,4% dal precedente 2,3% di dicembre.
Al contrario, le stime per i prezzi al consumo relativi al 2019 sono state tagliate a 1,4% da 1,5% di dicembre. Per il resto i livelli sono rimasti invariati: la stima di crescita del 2019 è stata confermata a 1,9% e quella del 2020 a 1,7%. La stima dell’inflazione 2018 è rimasta a 1,4% e quella per il 2020 a 1,7%. La Bce resta comunque “fiduciosa che l’inflazione nell’Eurozona convergerà verso o vicino all’obiettivo del 2% nel medio termine”, ha aggiunto il numero uno dell’Eurotower.
Draghi ha quindi ribadito che è necessario “un ampio grado di stimoli monetari per consentire alle pressione dell’inflazione sottostante di crescere”. La politica monetaria della Bce resterà, quindi, “reattiva”, anche perché “non possiamo ancora dichiarare vittoria: l’inflazione sottostante resta debole e deve ancora mostrare segnali convincenti di una sostenuta tendenza verso l’alto”.
Per questo, ha continuato, è “ancora necessario un ampio grado di stimolo monetario per consentire alle pressioni sull’inflazione sottostante di continuare a rafforzarsi”. C’è bisogno di “fiducia, pazienza e perseveranza”. E’ altrettanto importante “un’unione economica e monetaria più profonda”. Il direttivo, ha rammentato,”ha chiesto passi in avanti specifici e decisivi per completare l’unione bancaria e del mercato dei capitali”.
Poi Draghi ha avvertito che il “protezionismo in aumento” e altri fattori, come l’andamento del cambio dell’euro, potrebbero rappresentare dei rischi per la crescita dell’Eurozona. In particolare, “le decisioni unilaterali sono pericolose. Le dispute commerciali andrebbero discusse e regolate in ambiti multilaterali”, ha sottolineato il numero uno della Bce in merito ai dazi su acciaio e alluminio annunciati dall’amministrazione Trump. “Se imponi dazi sui tuoi alleati uno si chiede quali siano i tuoi nemici”, ha aggiunto, convinto comunque che la ricaduta immediata delle misure Usa sul commercio “non sarà poi così grande”.
Il direttivo della Bce non ha, invece, discusso dell’esito delle elezioni italiane. “Non ne abbiamo discusso, veramente. Ci siamo concentrati sulle decisioni di politica monetaria. In generale, comunque, la sostenibilità dei conti è la principale preoccupazione per i Paesi ad alto debito”, si è limitato a dire Draghi.
Mentre la Bce per avere informazioni e decidere cosa fare sul caso della Banca centrale della Lettonia, il cui governatore è stato sospeso dalle sue funzioni nel consiglio Bce dopo accuse di corruzione da parte delle autorità locali, si rivolgerà alla consulenza della Corte di giustizia europea. “Abbiamo inviato una lettera alla Corte di Giustizia”, ha spiegato Draghi, “chiedendo chiarimenti per sapere se le misure di sicurezza sul governatore della Banca centrale lettone sono in linea con l’art. 14.2 dello Statuto della Bce”.
Fonte: MilanoFinanza – https://www.milanofinanza.it/news/draghi-protezionismo-in-aumento-un-rischio-per-l-eurozona-201803081501282796